Vecchi nemici

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Domenica, mi svegliai per le 10:30 pensando di poter avere finalmente il giorno libero senza partite.
Quando ero piccola ho praticato diversi sport ma l'unico che mi ha colpita realmente facendomi provare emozioni assurde è la pallavolo, ogni allenamento mi da la possibilità di migliorare e ho sempre sognato di arrivare a livelli alti, purtroppo la strada è lunga data la poca esperienza.
Faccio parte di una squadra salita in serie C l'anno scorso, è la mia società da quando ho compiuto 11 anni circa. La pallavolo è estremamente diversa dal nuoto che è stato l'ultimo hobby che ho lasciato perché troppo stancante e noioso, nonostante adesso comprenda il fascino per questo passatempo passato data la mia passione per il mare.
Il mio campionato è iniziato verso ottobre circa ed è stato un turbine di emozioni sia positive che negative fin da subito, soprattutto a causa della mia insicurezza che mi dimostra solo quanto le cose banali possano diventare complicate viste attraverso uno sguardo attento ma continuamente ansioso.
Tuttavia le cose sono cambiate un po' per via della situazione particolare in cui ci troviamo, è il 23 febbraio e il coronavirus si espande sempre di più attraverso numerosi contagi principalmente in Lombardia dove le scuole cominciano ad essere chiuse per evitare ulteriori danni.

Gli allenamenti continuano ma è difficile non prevedere una sospensione, sono sicura che i contagiati saranno molti di più e tutto questo inizia a preoccupare i miei genitori per due motivi importanti: se il covid-19 dovesse espandersi a dismisura saranno costretti a salire per dare una mano in più conoscendoli, rischiando anche la propria vita, il secondo motivo è Chiara che si trova a Bergamo per lavoro insieme alla sua giovane famiglia.
Al telegiornale mostrarono la classifica delle regioni e dei contagi, qui in Puglia sembra non esserci ancora uno sviluppo perciò sono fiduciosa nonostante il mio pensiero mi conduca a peggiori conseguenze che presto vedremo.

La giornata passò in fretta, così come i successivi 10 giorni, la scuola è chiusa anche al sud per via dell'emergenza ed è l'ultimo giorno di attività sportive per questo brutto periodo.
Giovedì sera, dopo l'allenamento tornai a casa notando le luci della cucina accese, dedussi quindi che i miei genitori fossero tornati prima di me dato che finisco solitamente verso le 22.
Posai le chiavi all'entrata sentendo il profumo dei calzoni di Ernesto, un profumo che nonostante la stanchezza mi disegnò un dolce sorriso pronta a sfoggiare ai miei genitori che sicuramente mi stavano aspettando in cucina.

Tutto sembrò diverso però, il silenzio che occupò le stanze non era solito in casa nostra soprattutto in presenza dei super medici disorganizzati sempre in movimento che chiacchierano senza fermarsi..mi avvicinai alla cucina e con ancora il sorriso stampato in faccia entrai facendomi avvolgere dal profumo di calzoni che sembrano sussurrarmi "vieni Diana, mangiaci, siamo tutti per te e siamo pronti a trasformarci in carboidrati aggiuntivi che finiranno dritti sui tuoi fianchi depositandosi per l'eternità".

Entrando in cucina vidi solo tre calzoni sul tavolo ma dei miei genitori nessuna traccia perciò cercai tranquillamente di urlare il loro nome masticando la punta del mio amato pasto senza preoccuparmi di girarmi e incontrare un ragazzo sconosciuto che non ebbi il tempo di scrutare, lanciai un urlo spaventato, presi subito lo zaino degli allenamenti e come una psicopatica esaurita mi buttai sul ragazzo facendolo cadere a terra.
Non è tutto gente! Continuai a picchiarlo finché lui non mi spostò dicendo di smetterla chiamandomi per nome e spiegandomi le ragioni della sua presenza in casa mia.
Mi allontanai velocemente da lui aspettando risposte ma notai che lui fosse confuso dalla mia reazione.
Mi guardò scioccato anzi e non ne capii il motivo, anche se mi resi conto subito che il mio abbigliamento non fosse dei migliori, avevo una tuta gigantesca ed ero ancora sudata per via dell'allenamento, inoltre avevo i lati della bocca sporchi di sugo dato che non avevo fatto in tempo a pulirmi dopo il primo boccone alla mia deliziosa cena.
-dimmi chi cazzo sei adesso oppure chiamo la polizia, spiegami tutto e dimmi perché sai il mio nome!
-tu sei una cazzo di psicopatica, non mi riconosci? Sono Leonardo!
-ma Leonardo chi scusami?
-Leonardo il figlio di Antonio, vecchi amici della tua famiglia ma soprattutto vecchi proprietari di questo appartamento!
-ah, ma che ci fai qui scusami?
-pensavo che i tuoi te ne avessero parlato, sarò qui finché la questione coronavirus non si risolverà.
-che cosa?

Salve, mi presento per chi dovesse mai leggere questa storia, la mia prima reale storia che dopo diverse bozze prende forma, spero che qualcuno legga e possa comprendere le emozioni che sto inserendo piano piano all'interno...spero di poter leggere al più presto qualche commento , comunque ci tenevo a far sapere che sono molto puntuale e cercherò di pubblicare il prima possibile i capitoli che scriverò❤️

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