24. Jungkook

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Sono passati due mesi da quando ho iniziato i lavori a casa mia e il tutto è quasi pronto. Devo dire che pensavo ci avrebbero messo molto di più a fare i lavori, invece ci manca solo da imbiancare le pareti nella camera di Jimin.

Volevo chiamare l'imbianchino, come chiunque avrebbe fatto, ma Jimin mi ha chiesto di lasciar fare a lui e quindi ora è venuto a casa nostra a pitturare.

Mi ha anche chiesto una mano e io gli ho detto subito di sì perché pitturare le pareti, soprattutto col rullo, mi rilassa tantissimo.

I colori che ha comprato sono molto strani per una camera da letto, sono strani per qualsiasi camera in generale in realtà, ma è casa sua, camera sua, e ha tutto il diritto di decidere che colori usare. È arrivato a casa con pennelli grandi, rulli e due barattoli giganti di pittura viola e gialla.

Io dallo sgabuzzino ho preso la scala perché ha detto che vuole dipingere anche il soffitto e poi mi sono fatto dare dei giornali dal mio amico Taehyung, siccome io non li compro mai – mi tengo informato su internet –, da mettere sul pavimento per evitare che si sporchi. A meno che Jimin non impazzisca e non voglia dipingere di viola anche quello... speriamo di no.

Finisco di mettermi lo scafandro che impedisce ai miei vestiti di macchiarsi irrimediabilmente e prendo in mano un pennello.

Io: "Jimin, sicuro che vuoi usare proprio questi colori?"

J: "Sì, perché?"

Io: "Non lo so, il viola mi sembra troppo scuro."

J: "Non ti preoccupare. E poi mica devi stare qua tutto il giorno, non ti daranno fastidio."

Io: "No, tutto il giorno no, ma se dovessi stare qui tutta la notte?" chiedo sorridendo prendendolo un po' in giro.

J: "Di notte i colori non li vedi. Problema risolto."

Io: "Dio Jimin, sei diventato un mago nel dissare ahaha" dico ridendo. Ammetto che è diventato davvero molto bravo a rispondermi a tono.

J: "Stare tanto tempo con te ha anche dei vantaggi" risponde senza guardarmi, concentrato sul pezzo di muro che sta pitturando di viola.

Io: "Spero che questo non sia l'unico" dico per poi concentrarmi anche io sulla parete.

Questo viola così scuro risalta contro il bianco sporco che stiamo coprendo.

J: "No, ma gli altri li sai."

Io: "Potrei essermeli scordati, rinfrescami la memoria" dico ghignando, anche se non lo sto guardando.

J: "Mi sento capito" dice e tra noi c'è un attimo di silenzio. "Stando con te, intendo. Ad esempio... un'altra persona non mi avrebbe mai permesso di dipingere la mia stanza di viola."

Mi giro verso di lui stavolta e faccio un passo nella sua direzione. Lui ha la schiena rivolta verso di me e sta continuando a muovere il pennello su e giù 'sporcando'⁽¹⁾ il muro.

J: "Quando sto con te mi sento bene, mi dimentico di tutto il resto e ogni cosa sparisce. Mi fai ridere, mi ascolti, mi fai sparire ogni pensiero brutto e infine..." fa una pausa.

Io faccio un altro passo, un po' più ampio del primo, in avanti, ma mi fermo quando ricomincia a parlare.

J: "Quando sto tanto con te... quando sto con te e basta, anche se è per poco, io mi sento realmente importante" dice. "Solo con te" aggiunge sottovoce, sperando forse di non essere sentito, ma lo sento.

Con un'ultima falcata attraverso la stanza arrivando proprio dietro di lui.

Io: "Jimin... Jimin, tu sei importante" metto le mani sui suoi fianchi e avvicino le mie labbra al suo orecchio: "Lo sei sempre. In ogni secondo."

Lentamente Jimin si gira e mi guarda dritto negli occhi, ma la cosa dura poco perché due secondi dopo il suo sguardo cade sulle mie labbra.

Lascia cadere a terra il pennello e mette una mano dietro la mia nuca. Chiude gli occhi e si avvicina a me fino ad azzerare le distanze.

Non ci posso credere, mi sta baciando.
Lui sta baciando me e non il contrario? Sto sognando? No, cazzo, è tutto vero! Porca troia, mi sta baciando.

Ad un certo punto sento la sua lingua picchiettare sul mio labbro inferiore per chiedere l'accesso alla mia bocca, accesso che non gli nego.

La sua lingua cerca la mia finché non si uniscono in una danza comune, mentre le sue mani si muovono sulla mia schiena, slacciandomi l'impermeabile trasparente.

Me lo sfila dalle maniche e lo lascia cadere a terra, poi fa la stessa cosa col suo senza smettere di baciarmi. Non so cosa gli stia prendendo, ma qualsiasi parte di me mi sta dicendo di continuare ed è proprio quello che faccio.

Finalmente ci siamo liberati di quegli impermeabili ingombranti, grazie alle mani svelte di Jimin, il quale mi sta spingendo contro il muro. Spero per lui che non sia contro il viola non ancora asciutto della pittura.

Si stacca in un attimo dalle mie labbra per riprendere fiato, e per farlo prendere anche a me, e passa al collo. Lo lecca dalla base alla mascella, poi torna indietro fermandosi circa a metà e inizia a succhiare in un punto specifico.

Insiste su quel punto del mio collo finché non lascia un segno, viola come le pareti di questa stanza.
Quando ha finito passa la sua lingua calda sulla macchia che brucia sul mio collo e, sempre con la lingua, arriva fino alla mia clavicola, facilmente accessibile data la mia maglia larga.

Staziona lì per un po', per un bel po' a dire il vero. Fa scorrere la lingua lungo tutto l'osso, partendo dalla gola e arrivando alla spalla e fa la strada inversa lasciando piccoli baci umidi lungo il tragitto, soffermandosi di più su alcuni punti.

Il mio cervello non sta capendo un bel niente già da qualche minuto e smette del tutto di lavorare quando le mani di Jimin si infilano tra i miei capelli, tirandomi con delicatezza la testa all'indietro per avere maggiore spazio sul collo che è tornato a tormentare.

Lo lascio fare, lo lascio fare finché non si stacca di nuovo da me per riprendere fiato. E adesso tocca a me.

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Spazio Autrice:

Scusate il ritardo, oggi doppio aggiornamento serale per farvi addormentare sognando (almeno spero)!

🅽︎🅾︎🆃︎🅴︎
⁽¹⁾ sporcare: usato nel senso di 'lasciare il colore', 'colorare'.

"heaven in hiding" ~ (KookMin) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora