Capitolo 1

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Alexander pov.

La mia vita era una lotta contro la sopravvivenza.
Ero scampato a tanti pericoli, forse troppi per i miei 31 anni di vita .
Il mio obiettivo era scoprire gli assassini dei miei genitori, ma non l'avrei fatto andando contro la legge, infondo i miei genitori erano magistrati .
Magistrati che, la legge la facevano rispettare soprattutto ai delinquenti.
La mia mamma e il mio papà si erano conosciuti proprio in un aula di tribunale, durante un processo contro alcune bande criminali.
Da li fu amore travolgente, tra cause, assassini, persone assolte e altre colpevoli.
Li univa la loro più grande passione la legge e l'adrenalina .

Ho perso il conto di quante volte mi portavano in un aula di tribunale, non a caso la mia prima frase, le mie prime parole furono proprio:

" la legge è uguale per tutti" .

Questo poteva sembrare una stronzata, ma credetemi io a tre anni non giocavo con le macchinine o con supereroi, no ! Io guardavo in faccia i criminali dietro quelle piccole celle. Io guardavo loro, ma loro non vedevano me.
Ero sempre nascosto, precisamente nella parte alta del tribunale, su una specie di balconcino che affacciava proprio nella aula.
All' Età di dieci anni conoscevo a memoria tutti i processi antimafia di cui i miei si occupavano,ma soprattutto uno.

IL CASO BLACK.

I miei lavoravano giorno e notte per studiare i vari casi che collegavano alla famiglia mafiosa più potente del paese : i famosi Black.

I Black erano un organizzazione criminale basata principalmente sui vari scambi di droga e sulle varie case di prostituzione che possedevano.

Nessuno era mai riuscito a scoprire i vari boss di cui ne erano a capo, ma questo non valeva per i miei genitori.
Erano riusciti a mascherare i capi, tramite alcuni pentiti e dopo quasi 5 anni di indagini e processi i tre boss, che poi scoprimmo essere fratelli, furono arrestati insieme ai vari bracci destri, solo uno scampò l' ergastolo facendosi dieci anni di carcere, il fratello minore Brad, che in realtà non era neanche fratello di sangue, ma era stato frutto di una scappatella fatta dalla madre.

Quegli anni furono molto pesanti per me e per la mia famiglia .

Eravamo perennemente scortati da due macchine, proprio per non essere attaccati dalla mafia.

La mafia non dimentica. La mafia non perdona.

Per questo dopo il lungo processo antimafia che colpi la famiglia Black decidemmo di allontanarci dal paese, andando a vivere in un piccolo quartiere di New York lontano dalla mia amata Los Angeles.

I miei genitori volevano tenermi lontano dal pericolo, me l'avevono ripetuto all'infinito ed era anche per questo che una sera mia madre mi diede l' indirizzo di un uomo, ricordo ancora il suo discorso, le sue parole sono ancora vivide nella mia testa .

" Figliolo, noi sappiamo che hai sofferto molto, soprattutto dopo il trasferimento, ma credimi lo facciamo per la tua sicurezza. Sei cresciuto in fretta per colpa nostra. Sai benissimo che la mafia è potente e non si fermeranno fin quando non ci troveranno. Per questo nel caso succedesse qualcosa questo è l'indirizzo di un nostro caro amico.."

Avevo 11 anni, quando i miei genitori mi comunicarono quell'indirizzo.
Avevo 11 anni quando morirono durante un attentato.

Quella sera io non ero presente a casa, ma questo gli uomini che avevono organizzato la morte della mia famiglia non lo sapevano e non lo avrebbero mai saputo perché John Trevis da quel giorno non fu più lui.

Beyond appearances - Oltre le apparenzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora