Capitolo 11

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Hope pov.

Le settimane trascorsero in fretta. La mia vita era cambiata dal giorno in cui i miei occhi videro quelli di Alex.
Stranamente ero serena, la prima volta dopo la morte di Rob. Non ero felice, ero semplicemente serena.
Alex, mi faceva sentire diversa, importante.
Ogni volta che stavo in sua compagnia, mi sentivo unica, sarà stato il suo modo di fare protettivo o la sua voce decisa, non sapevo. Ero convinta del fatto che a me piaceva da impazzire quel ragazzo. Era dolce, buono, niente a che fare con il lupo cattivo, come tutti lo descrivevano.
Alex dal suo aspetto poteva sembrare bulbero, altezzoso, arrogante e antipatico, ma non era così. Lui aveva quella corazza intorno a lui, faceva credere alla gente proprio quello che pensavano e non ci dava peso. Almeno era quello che dimostrava.
Il fatto era che io sapevo che, quel suo atteggiamento, era una facciata,  c'era qualcosa che lo tormentava e lo voleva nascondere. Aveva qualche fragilità, paura, ma non voleva dare a vedere questo lato di lui, per questo sembrava un uomo o un ragazzo cattivo . In realtà non sapevo quanti anni aveva, o almeno si vedeva che era più grande di me, ma non mi ero mai soffermata a pensare alla sua età.

"Hope non dimenticare la visita dalla dottoressa Genna domani .."

mio padre parlò, distraendomi dai miei pensieri.

Ogni anno, facevo il classico check up.. mio padre teneva molto alla mia salute, anche se stavo bene, era fissato.

"Papà la mia cartella clinica dove sta?"chiesi.
Sapevo che la dottoressa voleva confrontare le analisi,lo faceva sempre, ogni anno.

" Hope sono di sopra, tua madre ha trasferito tutto nel mobiletto di entrata del corridoio.."

Annuì semplicemente, avrei preso tutto quello che mi serviva per la visita in un altro momento perché ero stanca, avevo bisogno di riposo, anche perché non avevo dormito molto la notte. La mattina ero dovuta andare a lavoro, nonostante la mia notte insonne per questo meritavo un gran bel riposino.

Quella sera mi svegliai tardi erano le 21 passate, i miei avevano già cenato e si erano già coricati, forse troppo stanchi dal lavoro. Non volevo stare da sola, quindi decisi di andare a comprare due pizze e portarle al mio ormai unico miglior amico.. se si poteva definire tale il ragazzo che a me piaceva tanto, ma avevo fatto in modo di non farglielo notare.

Circa mezza oretta dopo, mi trovavo nella cucina di Alex a mangiare..

" Ci voleva proprio questa pizza.." esclamò guardandomi diritto negli occhi.

Arrossì e il più bel sorriso comparve sul mio volto.
Una volta finita la pizza Alex mi chiese se mi andava di fare due passi, giusto per digerire, testuali parole.
Era strano, come se fossi imbarazzato, infatti nel chiederlo, le sue guancie si tinsero leggermente di rosso.
Era bello, molto. Ogni volta che stavo con lui, il mio cuore impazziva, faceva il matto nel petto. Ogni volta che le sue iridi si scontravano con le miei, mi agitavo o meglio il mio corpo veniva attraversato da brividi. Mi faceva uno strano effetto. Molte volte quando parlava, mi soffermavo sulle sue labbra a cuore. A volte avevo l'istinto di baciarlo, ma mi fermavo per il semplice fatto che forse a Alex, non gli piacevo in quel senso .

Ormai ero consapevole e avevo ammesso a me stessa che quel ragazzo misterioso, quanto bello, mi piaceva, forse provavo un qualcosa più forte dell'amicizia . Il fatto era che io non sapevo cosa c'era oltre l'amicizia o meglio un amico che a me piaceva come poteva essere definito?
Forse mi stavo innamorando?
Il sentimento di amore io non lo conoscevo. Ero sempre stata io e Robert , ma per lui era un amore diverso, un amore fraterno.
Non avevo conosciuto questa emozione, ma ne avevo sentito parlare nei romanzi che avevo studiato a scuola. Dante e il suo amore per Beatrice, Renzo e Lucia e avevo letto anche qualche romanzo di Nicolas Sparks, ma nulla di più.

La serata passò tranquilla, tra chiacchiere e risate e verso la mezzanotte rientrai a casa, non prima di aver lasciato un tenero bacio sulla guancia di Alex, in realtà il primo. Rimase un po' meravigliato dal mio gesto, ma non disse nulla. Volevo farlo da tanto, anche se avrei voluto baciare le sue labbra, ma non potevo. Rientrai in casa e prima di andare a coricarmi decisi di preparare la cartellina per la dottoressa così l'indomani avrei avuto tutto pronto, visto che ero una dormigliona pigra di prima mattina.

Mi avviai nel corridoio e aprì il mobiletto, c'erano ogni tipo di carte, da bollettini a piccole ricette che mia madre conservava, ma un paio di fogli catturarono la mia attenzione. Erano fogli vecchi che si erano ingialliti col tempo, giacevano soli infondo al casetto. Decisi di sbirciare, infondo i miei, erano sempre stati riservati sulle loro cose, infatti neanche sapevo come si erano conosciuti .
E se fossero qualche lettera romantica? Oddio.. !! La mia curiosità oltrepassava tutto, così dopo aver preso le mie vecchie analisi , presi anche quei vecchi fogli e per evitare che i miei mi scoprissero a frugare , li portai in camera.

Ero euforica nello scoprire il contenuto di quei fogli, così spiegai il primo, rimanendo completamente scioccata .

Successiva alla determinazione dell’effettivo stato di abbandono del minore e al successivo atto di decadenza della potestà genitoriale della famiglia originaria, il Tribunale per i Minorenni dichiara lo stato di adottabilità del minore che può quindi essere affidato alla famiglia Miller...

Erano dei documenti riguardanti un adozione.

Che cavolo significava tutte quelle notizie?
Di fretta spiegai anche gli altri fogli e su tutti c'erano notizie su una bambina nata nello stesso mio anno, ma il 16 aprile nel Children's Hospital, io invece ero nata il 7 Maggio . E allora perché una bambina veniva affidata ai miei genitori? Ero io quella bambina?
Ero agitata .. iniziai a sudare al solo pensiero che forse i miei genitori mi avevano nascosto una cosa così importante . E mio fratello sapeva di questi documenti?
Ero grande abbastanza per sapere una notizia del genere.. e allora perché me l'avevano nascosto?
Dovevo scoprirlo, senza che i miei sapessero che avevo frugato tra le loro cose. Loro erano silenziosi nei miei confronti quindi io avrei fatto lo stesso.

L'unica persona che mi poteva aiutare a capire meglio era Alex. Era un poliziotto d'altronde, mi avrebbe aiutata indagando,dando delle risposte alle mie domande. Non bandai, che era tarda notte e neanche che forse Alex dormiva, in quel momento il mio cervello era pieno di domande, in quel momento ero confusa e frastornata.
In quel momento avevo sete di verità.

Beyond appearances - Oltre le apparenzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora