Capitolo 22

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Alexander pov

Confusione, smarrimento, paura erano sensazioni che provai quella mattina quando ricordai tutto il casino che avevo combinato con Hope.

Quella ragazza dormiva beata tra le miei braccia. Aveva un viso delicato, quasi di porcellana, le labbra carnose color fragola, un nasino all'insù e delle guanciotte simpatiche. Un sorriso comparve sul mio viso.
Piano piano riuscì a spostare il corpo delicato di Hope per riuscire ad alzarmi e farmi un doccia decente.
Mi sentivo in colpa terribilmente, le stavo mentendo spudoratamente e in più ero stato debole con lei.
Mai nella mia vita mi ero comportato da debole, solo quando morirono i miei genitori, ma quel giorno era comprensibile.
Quella lettera, mi aveva completamente spezzato. Sapere tante cose insieme, sapere che qualcuno aveva scoperto chi in realtà io fossi, mi aveva scombussolato. Avevo paura, paura che qualcun altro conoscesse la verità.
Avevo paura perché in quella storia, io ero troppo coinvolto sia per la storia dei miei genitori sia per Hope.
Hope mi era entrata dentro ormai, sotto pelle. Lei mi faceva sentire debole e forte allo stesso tempo. Mi faceva sorridere, stavo bene. Per la prima volta ero felice, anche se intorno tutto andava male. A me bastava lei.
E allora capì.
Io e Hope non potevamo essere amici. Provavo qualcosa di più di una semplice amicizia, qualcosa in più di una semplice attrazione. Non riuscivo a controllare le mie emozioni quando stava al mio fianco, quando mi guardava negli occhi e quando si preoccupava per me, come la sera precedente. Quando l'ho vista davanti a me preoccupata, ho rivisto mia madre quando si prendeva cura di me , quando ero un bambino. Mai nessuno dopo mia mamma mi aveva accudito come aveva fatto Hope con me, per questo le avevo chiesto di restare.
Hope era rimasta per me . Non potevo rischiare di perderla, non potevo perdere la chance che la vita mi aveva regalato. Hope era la mia salvezza. La salvezza da una vita fatta di odio e armi. Lei, invece era la purezza, la dolcezza , era tutto.
Quando uscì dal bagno non la trovai nel letto. Stava in cucina avvolta nei suoi pensieri mentre preparava i pancake. Piano senza far rumore mi avvicinai e l'abbracciai avvolgendo il suo corpo di spalle al mio petto, posando un tenero bacio sulla sua nuca.

Lei ad un primo impatto si irrigidì, poi si rilassò.

"Ti prego dimmi che non sei ancora ubriaco.." sussurrò.

" No, non lo sono. E giusto per essere precisi ieri sera ero cosciente delle cose che facevo.." risposi deciso.

Si girò di scatto e guardò attentamente i miei occhi per essere sicura che stavo dicendo la verità.
Lentamente avvicinai la mia mano al suo viso accarezzandola. Hope chiuse gli occhi per un attimo, il giusto per assaporare il mio tocco, poi aprì gli occhi puntandoli nei miei.

"Hope, so che dovremmo essere amici e basta, ma lo percepisci anche tu questa nostra attrazione. I nostri occhi, i nostri cuori che battano forte l'uno contro l'altro. So anche che forse tutto questo sarà sbagliato, però non riesco a stare senza la tua presenza, sei diventata importante per me, troppo..e so che magari ti sentirai confusa o altro, ma.."

" Sta zitto e baciami .." esclamò decisa, interropendomi.

Mi fiondai completamente sulle sue labbra. Hope era la cosa più buona. Sapeva di lampone. Fu un bacio travolgente che ci portò al divano proprio come la prima volta. Le mie mani sul suo corpo delicato, le sue nei miei capelli, mentre gli stuzzicavo il collo scendendo sempre di più . Gli sfilai la mia maglietta, quella che aveva messo la sera prima come pigiama. Iniziai a baciarla sui seni ,sulla pancia, per risalire sulla sua bocca. Non so come avevamo fatto, ma ci ritrovammo seduti, con la mia schiena appoggiata al divano e lei imbraccio a me. Mi baciava e si strusciava sul mio membro, e cazzo era eccitante da morire, mentre continuava a baciarmi ardentemente. Era una tortura quella ragazza, passionale, ma per il momento non volevo andare oltre, sarebbe stato troppo per entrambi.

" mm Hope che dici facciamo colazione..? Penso che ci siamo assaporati il giusto no? " ammiccai malizioso.

Lei arrossì, nascondendo il viso nel incavo del mio collo. Aveva il respiro affannato proprio come il mio.
Cercavo di alzarmi da quella posizione, ma lei mi bloccò.

"Alex, non ti muovere non ti azzardare, sono senza maglietta, me la passi?" E mi indicò la maglietta che giaceva dall'altro lato del divano.

"Ma davvero Hope, ti ho appena.." ma non mi fece finire che mi tappo la bocca con le mani.

" ah taci Alex e chiudi gli occhi e non fare il furbo.."
Sorrisi di rimando e feci proprio come mi aveva detto.

" ecco ora possiamo fare colazione.." disse mentre si dirigeva in cucina.

Avevamo fatto la colazione in totale silenzio. Riuscivo a vedere i meccanismi del cervello di Hope elaborare un qualche pensiero. Sapevo che aveva mille domande.

" Hope dimmi a cosa stai pensando.. perche lo so che vuoi chiedermi qualcosa quindi fallo, questo silenzio mi disturba e non poco.."

I suoi occhi mi guardavano di sottecchi, adagiò una mano sotto la sua guancia e con l' altra si rigirava i capelli con un dito. Sembrava una bambina.

" Alex che cos è cambiato dalla prima volta che mi hai baciato ovvero 2 giorni fa?" Asserì seria.

" Che vuoi dire..?"

" Isomma Alex due giorni fa al nostro bacio sembravi pentito, combattuto che cosa è cambiato adesso?"

" in realtà non ero pentito le sensazioni che provo adesso le provavo anche due giorni fa, la mia era paura , è paura .." Dissi sincero.

" Paura? E di cosa avresti paura tu ?"

" Di te Hope, ho paura di noi . Quando scoprirai il mio passato non penso vorresti più stare in mia compagnia, sono pur sempre il lupo cattivo no?"

" Senti Alex a me non importa del tuo passato , io ti ho conosciuto nel presente. Conosco l'Alex buono, che ama il suo lavoro. L'Alex che proprio come me, ammira le sue bellissime vele. Conosco te che ci sei sempre per me. E a me piace questo Alexander. Qualunque cosa tu abbia fatto in passato a me non riguarda. Nel tuo passato io non c'ero, ma ci sono nel tuo presente e a me questo basta.."

Alle Sue parole rimasi meravigliato non me l'aspettavo da lei. Aveva 21 anni, ma era molto più matura della sua età e a me anche quello spaventava.

" Hope abbiamo quasi 12 anni di differenza io e te sai?"

" E allora ? Non mi dire che Alexander Gilbert, ha paura di uno stupido numero? "

" ok, ma i tuoi cosa penseranno ?"

" I miei? Bhe ma chi se ne frega Alex, viviamoci così, senza pensare ai miei, alla gente a nessuno ok?"

" Ok ragazzina " dissi sorridendogli e rubandogli un bacio .

" E questo era per..?" Ammiccò

" Era per noi piccola .. per Hope e Alex insieme.." asserì deciso e sorridente.

Volevo provarci.

Provare a stare con lei che mi faceva sentire felice come un ragazzino, proprio come il vecchio me.
Proprio com' era John Trevor.

Bastava viverci. Vivere il presente anche se sapevo che dovevo fare i conti con il passato. Con il passato di entrambi, ma infondo potevo essere abbastanza forte per due no?

Beyond appearances - Oltre le apparenzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora