Capitolo 23

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Hope pov.

Un mese.
Era passato un mese da quando io e Alex ci frequentavamo come non amici. In realtà non sapevo definire il nostro rapporto .
Alex una sera mi confidò che non conosceva l'amore, non si era mai innamorato e rimasi un po' allibita. Come aveva fatto a non innamorarsi di nessuno? Eppure aveva 32 anni cacchio..

Quella sera mi confidai anch'io della mia poca e nulla esperienza con quell'enorme sentimento per questo decidemmo di scoprirlo insieme.
Entrambe non conoscevamo la parola amore, non eravamo esperti di quel sentimento però, sapevamo che eravamo un NOI bellissimo e a me questo bastava .

Eravamo Alex e Hope insieme.

Durante quel mese Alexander conobbe la mia famiglia, anche perché ormai i miei si erano accorti che trascorrevo la maggior parte del tempo nella casa difronte.
Mio padre non la prese proprio bene per la differenza di età, ma tutto scomparve quando il ragazzo rivelò di essere un poliziotto.
Ero felice , realmente felice però, Alex nell'ultima settimana non lo era. Non era proprio presente, come se la sua testa non fosse attiva. Era spento.
Più volte gli avevo chiesto spiegazioni, ma lui affermava sempre che il lavoro a volte lo turbava, ma  i suoi occhi dicevano altro.
Lo conoscevo bene ormai Alex, anche se erano trascorsi pochi mesi dal nostro primo incontro.
Capì che le cose erano serie quando due giorni prima, mi comunicò che sarebbe partito per New York per una settimana.
Per lavoro mi aveva detto, ma stranamente non gli credevo.
Purtroppo o per fortuna avevo un dono, riuscivo a capire le persone con uno sguardo e gli occhi di Alex quella sera mentivano. Il fatto che non mi guardava in faccia o quando lo faceva era per istanti poi distoglieva lo sguardo. Le sue mani poi, non riuscivano a stare ferme come anche il suo piede destro. Tutti segnali che mi fecero capire che mi stava mentendo o meglio mi nascondeva qualcosa. Nonostante questo però, quel ragazzo mi mancava terribilmente. Ero così tanto abituata ad averlo sempre per me che quasi non ricordavo come si vivesse senza la sua presenza.

Con un macigno nel petto e con le paranoie in testa, quella mattina mi svegliai presto decidendo di non fare colazione a casa, ma di fermarmi da Tony, il vecchio barista che mi faceva compagnia durante le mattinate in cui non andavo a scuola, per il semplice fatto che i miei compagni di classe non avvisavano mai, quando c'era uno sciopero o non avevano intenzione di entrare .

" Oh piccola Hope da quanto tempo.." venne ad abbracciarmi Tony..

" Già, come stai?" Dissi ricambiando l'abbraccio.

" Eh bene la vecchiaia si fa sentire cara, te più tosto come stai..? Non ti ho vista più da queste parti.."

" Eh Tony, subito dopo scuola, ho trovato un lavoro e Bhe non ho poi tanto tempo, ma stamattina il sonno mi ha abbandonata presto così ho deciso che era proprio il momento giusto per rivederti.."

" Oh cara, mi fa piacere, cosa ti porto ?"

" Caffè e un croissant al cioccolato grazie Tony.."

Annuì e dopo poco la mia ordinazione arrivò al mio tavolo.
Stavo bevendo il caffè mentre ascoltavo il telegiornale. Tony lo metteva sempre gli piaceva ascoltare le notizie del momento e essere sempre informato.

" Oggi 23 settembre ricordiamo i Giudici Maria Elisabeth e Lion Trevor eroi morti in un esplosione e Grazie a loro che 21 anni fa i più potenti boss mafiosi furono catturati.."

Guardavo le immagini che trasmettevano, quando la giornalista parlava e una foto catturò il mio interesse.
La famiglia al completo dei Giudici Trevor. Il bambino che abbracciava la madre era familiare ai miei occhi. Quel bambino io già l'avevo visto.

Beyond appearances - Oltre le apparenzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora