Capitolo 43

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Hope pov.

Di nascosto avevo preso la pistola di mio padre, la stessa che lui aveva nel cassetto il giorno in cui gli presi la bomboletta di ossigeno, quando ebbe un attacco di asma il giorno che pronunciai mamma, riferito ad Isabel e non a colei che mi aveva cresciuto.

Me ne stavo in macchina covaciata dietro ai sedili dove giaceva una coperta, che avvolsi sul mio corpo, ormai diventato molto snello, causa il mio scarso appetito, ma sfido chiunque davanti a tutto ciò che mi era capitato da li a un mese ad avere fame.

Sentivo dei rumori, segno che l'ora era arrivata.
Mio padre alla guida, mentre i suoi uomini, insieme a Alex e agli altri, che avevo visto, senza farmi beccare, dietro con le macchine, tutti diretti verso villa Black.

Dopo una mezz'oretta buona la macchina di mio padre si fermò per poi prendere il cellulare e chiamare, non so chi.

" Oh mio caro paparino non ti ricordi di me, neanche la voce hai presente?"

Aveva il suo numero, cavoli .
Un senso di ansia e di angoscia si fece spazio in me, come se avessi un peso nello stomaco.

Vidi mio padre fare un gesto a tutti, mentre lui fermo davanti al piccolo specchio ripeteva " i nodi arrivano al pettine finalmente.."
Scese dalla macchina e fu allora che venni allo scoperto sbirciando dal finestrino.
Un giardino enorme si estendeva davanti la macchina, tutto curato nei minimi dettagli, uomini in ogni parte. Uomini di Brad Black, li tutti, che alla sola visione di mio padre si scansavano per farlo entrare, come se fossero già a conoscenza della sua visita. Tutti lo seguirono, mentre entrava in quel enorme villa. Quello fu il momento giusto per scendere e per intrufolarmi piano in quella che era anche casa mia, in qualche modo.

Sbirciai, stando attenta ad ogni movimento, ma i corridoi erano liberi, in quanto tutta l'attenzione l'aveva mio padre dall'altra parte della struttura.
Sbirciando da una finestra che giaceva in quel lungo corridoio, vidi anche Caleb, Mike gli uomini di mio padre e Alex nascosti e proprio come me, approfittarono dell'attenzione concentrata su Daniel, per entrare.

Alexander pov.

Era lo stesso covo dove Rob era morto, la conoscevo bene quella casa. Ciò che non sapevo era che quella era la casa dell'assassino dei miei genitori. Una casa che era stata sigillata dai Carabinieri e dalla CIA successivamente alla morte di Robert, ma di quella casa non vi era nessun sospetto in quanto solo uno stupido si sarebbe nascosto in un luogo dove la legge conosceva l'indirizzo, ma anche dimenticato e archiviato. Una scelta azzardata, ma furba per chi era ancora a piede libero.
Conoscevo quel posto molto bene, Rob e io eravamo stati infiltrati per mesi. Era lì che era morto il fratello di Hope.
Conoscevo i sotteranei e tutte i sotterfugi che ci permettevano di entrare in casa. Io a capo di quella banda, davo direttive precise tutti attenti alle mie parole e a guardarsi le spalle ed era strano il fatto che un uomo così potente non aveva guardie sul retro della villa, ma forse erano tutti concentrati sulla pericolosità del figlio di Brad.
Il piano stava andando come da copione, la mia mente pensava a quella ragazza tanto forte che stranamente se ne stava buona a casa. Avevo sbirciato nella mia camera prima di andar via e vidi che si era addormentata sul mio letto, così tranquillo andai via, sbarrando tutte le vie d'uscita possibili, sapevo che preoccupata com'era per il padre avrebbe sicuramente fatto qualcosa, non sapendo però che quella era tutta una messa in scena.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 08, 2020 ⏰

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