«S-state scherzando, n-non è così?»
Il fiato le si spezzò in gola così come il respiro, mentre sentiva le gambe diventare molli, simili al burro.
Tutto il mondo che la circondava sembrò crollare in mille pezzi nel momento stesso in cui Dies Aestus di Primo Vespere aveva nominato la parola "sposo".
Non poteva essere vero, quello era solo un brutto incubo.
«N-non potete dire la v-verità!» Ripeté in altri termini, sperando di poter ingannare se stessa e tutti i presenti in quella sala, silenziosi spettatori di quel triste spettacolo.
«Luke Caleb Flammeus è il terzo principe di Eniteo in linea di successione al trono e ha soli due anni in più di te. Pare non sia promesso a nessuna nobile di quel regno superbo, né accenna a volere iniziare un fidanzamento con alcuna» Ribadì il re, cercando di trovare ragioni valide per sostenere quella proposta. Lui stesso la reputava schifosamente indecente.
«Così il Sovrano e la sua ultima moglie ritengono doveroso riuscire a trovare una fanciulla degna del suo prestigioso nome e hanno espresso una notevole preferenza per una delle mie figlie. Pertanto, appena due giorni fa, è giunto un araldo qui a palazzo e ha consegnato il decreto reale che offriva uno sposalizio in cambio dell'indipendenza di Primo Vespere.»
La vista le si offuscò per il dolore e dovette aumentare la stretta sui propri indumenti per paura di potersi spezzare da un momento all'altro.
Si piegò poi in avanti. Alcune ciocche dei lunghi capelli color grano scivolarono da dietro le spalle, celando il viso agli sguardi commossi dei cavalieri che ancora presenziavano ai lati del salone. Assistevano del tutto impotenti a quella tortura.
«M-mi s-state usando come m-merce di s-scambio?» Biascicò sconvolta, facendo tentennare le iridi cristalline all'interno degli occhi avorio.
«Figlia mia...» Incominciò il Re, cercando di ritrovare un tono adatto a consolarla.
«Mi state vendendo al nemico?!» Gridò con forza, esaurendo tutta l'aria rimasta nei polmoni in un lungo singhiozzo disperato.
Come potevano abbandonarla con tanta leggerezza alla mercé di quelli che appena pochi secondi prima consideravano loro nemici?
«Natalia!» Questa volta urlò anche Dies, iracondo «Non tollero che tu possa affermare certe assurdità! Mi ritieni forse capace di cedere mia figlia con indifferenza!? Mi consideri forse senza un cuore?!»
«E-e allora, p-perché i-io?» Fiatò tra un singhiozzo e l'altro, mentre le lacrime si staccavano dal viso, andando a inumidire il gelido pavimento di pietra luccicante.
«Le tue sorelle sono ancora troppo giovani, Natalia!» La rimproverò il sovrano, profondamente offeso dall'incapacità della figlia di comprendere le sue ragioni «Vuoi forse inviare una bambina in terra straniera? Lo faresti veramente?!»
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L'Ombra dell'Oro
Lãng mạnLo sentiva chiaramente, c'era qualcosa di strano in quell'immensa gabbia dorata, la reggia di Eniteo. Ogni cosa in quel luogo era così dannatamente bella e sfarzosa da far girare la testa. Tuttavia, se pensavano di ingannarla con tutto quel luccichi...