Vicino a lei solo un biglietto, scritto in una caligrafia fine e sinuosa, simile ad un serpente attorcigliato.
"~ con un amico certo, si parla a viso aperto ~"
Si era ritratta con orrore dal letto.
E ora quella testa scura stava lentamente emergendo dai gradini, riconobbe all'istante i riflessi bluastri sui capelli corvini.
Punio.
Il panico si impossessò della sua fragile mente. Era terribile e Natalia non voleva affatto ricordare il loro primo e unico incontro. Di sicuro non si sarebbe mai aspettata una replica in così breve tempo.
«Vieni!»
Afferrò svelta Henriette per il polso e fece per svicolare verso le scale. La donna la seguì intuendo da sé che si trattasse di un'emergenza. Forse potevano ancora pensare di passare inosservate scendendo velocemente dalla parte opposta, nessuno si sarebbe curato delle due aristocratiche in tutta quella confusione.
Ma Asperno si parò davanti a loro con uno scatto inaspettato, troncando la fuga sul nascere. Era di spalle, le braccia tese.
La principessa rimase di sasso quando lo vide indirizzarle il palmo della mano, fermo a pochi centimetri dal suo volto.
Le stava intimando di non muoversi.
La serietà di quel gesto era tale da farlo sembrare un ordine. Alla ragazza non rimase altro che accettare il fatto di trovarsi in trappola.
Da quel momento in poi l'aria parve assottigliarsi.
Con un saltello Punio scavalcò anche l'ultimo gradino, le braccia incrociate dietro la schiena in un gioco di equilibrio. Un mantello nero pendeva dalle spalle appuntite, svolazzava come le ali di un corvo nel grigiore di un cielo annuvolato.
La canzoncina finì.
Si fermò, sollevando il capo sul groviglio di aristocratici festosi.
Percepì subito la presenza del biondo in quel mare di deboli.
La testa scattò fulminea di lato, verso di loro.
Natalia non riusciva più a vederlo, la schiena di Asperno era grande abbastanza da coprirle entrambe, la sua altezza le nascondeva senza alcuna difficoltà. Però intuiva che fosse vicino.
Il Secondo Principe assottigliò lo sguardo mentre l'altro scivolava silenzioso oltre la soglia delle scale.
Al limitare della balaustra si fermò con un fruscio del lungo mantello, i vispi occhi d'ombra lo squadravano con fin troppa attenzione per apparire consueta.«Oi~, Asperno» Salutò con un sorrisetto poco promettente «A far baldoria come sempre vedo.»
Quella voce così temibile e pungente, Natalia se la sentì vibrare nel petto.
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L'Ombra dell'Oro
RomansaLo sentiva chiaramente, c'era qualcosa di strano in quell'immensa gabbia dorata, la reggia di Eniteo. Ogni cosa in quel luogo era così dannatamente bella e sfarzosa da far girare la testa. Tuttavia, se pensavano di ingannarla con tutto quel luccichi...