Sembrava impossibile abituarsi a qualcosa che andava contro tutte le leggi di quel mondo. Eppure, ogni volta che attraversava quel preciso corridoio, lui era lì.
Il Principe.
Colui che, nonostante il lignaggio controverso, era in realtà il più degno a portare quel titolo. Il Quinto nella schiera di potere.
Il figlio della Regina.
Ormai erano diversi giorni che si incontravano là, all'ombra che il colonnato gettava nel chiarore mattutino.
Si sentiva sempre di burro quando vedeva quella pelle bianca, in perfetta similitudine con il marmo circostante, l'abbigliamento elegante e i lunghi capelli di seta.
Camminò verso di lui, ignorando come la sua posizione rilassata lo facesse apparire tremendamente affascinante, le braccia conserte e le scapole appena a contatto con la colonna. La linea tagliente degli occhi chiusi, così posato.
Ma non gli sfuggiva nulla.
Al picchiettio incalzante delle scarpette, le palpebre si sollevarono, come le tende di un sipario rivelarono lo spettacolo di quei due grandi zaffiri lucenti.
Il consueto, melodico saluto.«Buongiorno.»
Natalia riuscì a contenere la stretta allo stomaco e la sincera felicità nel vederlo. Sollevò un braccio, facendo scorrere le dita nei lunghi capelli biondi.
«Buona giornata, Altezza.»
Con una svolta assolutamente anticlimatica, lo superò, lasciandosi alle spalle quella così alta figura appoggiata. Si fece degli immediati complimenti per aver recitato così bene la parte dell'indifferente.
Sapeva di averlo imbrogliato solo in un primo momento.
Il giovane rise, abbandonando la quiete della colonna.
«Che cos'è? Un nuovo gioco di tua invenzione?» chiese con una nota gioviale quando l'ebbe facilmente affiancata. Il volto nello spazio libero sopra la sua spalla.
«Vorrei giocare anch'io, se possibile.»
Natalia si morsicò l'interno della guancia, già pregna di sensi di colpa.
«Ti avevo detto che non serviva mi accompagnassi» il volume basso non smorzò affatto il suo buon'umore.
«Uhmm ~ Questo è vero» lui finse di rifletterci. «Ma io ti avevo assicurato che nulla avrebbe nuociuto al nostro tempo.»
La semplicità dei loro momenti. Come da giorni si vedessero solo per passeggiare un po' in tranquillità. Interno o esterno del palazzo non importava. Quella sensazione di familiarità nel camminare l'uno al fianco dell'altra, come se lo facessero da una vita, aveva risollevato di molto la qualità delle sue giornate.
La principessa controllò il corridoio prima di svoltare l'angolo. L'agitava ancora che potessero scoprirli insieme per troppo tempo.
«Non avevi degli impegni?» ricordava vagamente la conversazione del giorno precedente.
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L'Ombra dell'Oro
Lãng mạnLo sentiva chiaramente, c'era qualcosa di strano in quell'immensa gabbia dorata, la reggia di Eniteo. Ogni cosa in quel luogo era così dannatamente bella e sfarzosa da far girare la testa. Tuttavia, se pensavano di ingannarla con tutto quel luccichi...