ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 6 𝑰 𝑮𝒊𝒂𝒓𝒅𝒊𝒏𝒊

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I giorni immediatamente successivi al suo arrivo furono per Natalia una vera e propria tortura

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I giorni immediatamente successivi al suo arrivo furono per Natalia una vera e propria tortura.

Dopo una notte insonne passata a piangere sui cuscini per tutto ciò che aveva perduto, si era rifiutata di farsi vestire dalle serve, rimanendo così con la vestaglia da notte per tutto l'arco della giornata.

Con gli occhi arrossati e il viso sconvolto aveva finalmente concesso a Soraya il libero accesso alla sua stanza da letto, permettendole di portare il vassoio con del cibo squisito che non finì mai nella pancia della giovane.

Le abitudini culinarie alla reggia di Eniteo erano oltremodo esagerate.

Non solo le cameriere arrivavano puntuali alle otto precise del mattino, bussando alla porta dei suoi appartamenti con tre carrelli carichi di brioche di svariate confetture, bignè e focaccine di mele ma davano il meglio di sé durante i pasti principali, servendole arrosti vari, carne brasata, grigliate cotte a puntino e verdure arrosto o condite con diversi tipi di oli speziati.

Senza contare che il tutto veniva accompagnato con vini pregiati di annate fortunate, champagne e spumanti, cose che la principessa si rifiutava di bere.

Si chiese come facesse il popolo a permettersi tutto quel cibo per una sola persona, nemmeno ci fosse un banchetto al giorno in suo onore.

Nonostante le leccornie che tentava di mandare giù, l'umore di Natalia non migliorò e finì la prima settimana senza che avesse messo piede fuori dalla camera da letto, scuotendo la testa inorridita quando le proponevano di prestare udienza a qualsiasi persona l'avesse richiesta.

Non concesse il permesso nemmeno a Cecily, la quale aveva tentato più volte di organizzare un incontro, per il semplice motivo che ormai la considerava un'aristocratica troppo vicina al Re e ai suoi subdoli giochetti di manipolatore.

Con sommo orrore scoprì che non le era concesso inviare lettere al regno di Primo Vespere né ricevere ospiti provenienti da esso.

Fino a quando non si fosse sposata, rimaneva la principessa di un reame nemico e quindi non aveva il diritto d'intrattenere una corrispondenza con persone che avrebbero anche potuto farle cambiare idea.

L'intenzione di mettersi in contatto con la propria famiglia le era nata per via dei giorni di assoluta solitudine che aveva trascorso, convincendola a seppellire momentaneamente l'ascia di guerra con suo padre. Forse sarebbe riuscita a scambiare qualche parola col fratello, ormai tornato dalla missione di pattuglia dei territori.

Chissà come doveva aver preso la sua partenza, di sicuro lei non ne sarebbe mai venuta a conoscenza.

Fortunatamente tornò il bel tempo e con esso, la fanciulla, vide il giardino rinascere e germogliare sotto una nuova luce.

Era così curiosa di osservare da vicino tutti i vari tipi di piante che popolavano le aiuole del palazzo che decise d'interrompere momentaneamente la propria clausura per concedersi una breve e segreta passeggiata per i viali vicini alla sua residenza.

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