Qualcosa l'afferrò.
Fece presa sull'arto che si accostava alla porta.
Fu letteralmente strappata via dalla soglia e portata in avanti.
Non ebbe nemmeno il tempo di realizzare o spaventarsi per ciò che stava avvenendo. Due braccia si chiusero forti attorno a lei, sottraendole il fiato per gridare. Sbatté le palpebre su quello che sembrava il tessuto di una giacca, dalle labbra riuscì a scapparle solo un piccolo squittio.
Avvertì delle lunghe dita scivolarle dietro la nuca, la fermarono su quel petto palpitante.
Si sentiva sconvolta e confusa, tuttavia, era quasi certa di non avere paura. La presa delle braccia era ben salda, ma il tocco di quelle mani era attento, cauto, come se si stessero accertando che fosse lì per davvero.
Poi un famigliare profumo le arrivò alle narici.
«Oh, Natalia...» Una voce colma di apprensione «Grazie... grazie al cielo stai bene!»
Il suo animo parve rasserenarsi.
«P-principe Balder?»
Cercò di allontanarsi per scorgerlo in volto, ma la mano sulla nuca non le lasciò margine di movimento. Come per paura di vedersela scappare la stretta si indurì.
L'avvertì distintamente carezzarle veloce i capelli.
«Stai bene...» Esalò ancora «E-ero così preoccupato... avevo paura... temevo che non ti avrei più rivista.»
Anche così pregna di preoccupazione, la voce del principe non mancava di essere melodica come il canto degli uccellini.
Per la prima volta dopo tanto tempo, Natalia avvertì calma e sicurezza, due sensazioni che erano diventate per lei più preziose dell'oro.
«Balder...»
Provò di nuovo ad allontanarsi, spingendo delicatamente i palmi sul suo petto. Lui non la lasciò andare subito, anzi oppose una discreta resistenza, ma poco poco le permise di sciogliere l'abbraccio. Le sue braccia si distesero e le mani scivolarono sulle spalle della principessa, restie a concedere altro spazio.
«Mi dispiace, Natalia, mi dispiace...»
Guardò il principe ma non riuscì a scorgerlo in volto. Teneva il capo basso, i lineamenti distorti da un dolore forte, tormentato.
Sembrava non riuscisse a sostenere il suo sguardo.
«Mi dispiace. I-io avrei dovuto fare qualcosa. Sono un principe... a-avrei...» Le dita si strinsero, le spalle ebbero un sussulto «Non... non ho potuto fare nulla... i-io... mi dispiace.» Si chinò ancora.
Era quasi come una supplica.
Il cuore di Natalia si sciolse. Provò solo un enorme senso gratitudine, come mai aveva creduto possibile prima di quel momento, specie in quel palazzo.
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L'Ombra dell'Oro
RomantizmLo sentiva chiaramente, c'era qualcosa di strano in quell'immensa gabbia dorata, la reggia di Eniteo. Ogni cosa in quel luogo era così dannatamente bella e sfarzosa da far girare la testa. Tuttavia, se pensavano di ingannarla con tutto quel luccichi...