ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 48 𝑷𝒓𝒊𝒏𝒄𝒊𝒑𝒆𝒔𝒔𝒊𝒏𝒂

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Al pari di un rapace notturno appollaiato sulla roccia, il capo di capelli corvini sbirciava con maniacale attenzione il resto del passaggio, nella sua direzione

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Al pari di un rapace notturno appollaiato sulla roccia, il capo di capelli corvini sbirciava con maniacale attenzione il resto del passaggio, nella sua direzione. Le dita lunghe e sottili arpionate alla lastra risaltavano sulle venature scure del marmo.

Due grandi occhi la fissavano, immobili, le pupille buie, piccole come punte di spilli.

Il Quarto Principe.

Chiuse le mani in due pugni tra le pieghe del vestito, le labbra erano così pigiate tra loro da tramutarsi in una linea bianca e sottile. In un momento come quello era l'ultima persona che si sarebbe aspettata d'incontrare.

Paralizzata, fissò col petto palpitante quei due specchi senza riflesso osservarla di rimando.

Quando quest'ultimi furono certi della sua attenzione, le palpebre si assottigliarono e un luccichio di divertimento brillò all'improvviso. Le piccole labbra si mossero, un sorriso mostrò la sua presenza dall'altra parte della colonna.

Il fischio si spense.

Natalia non ne sentì la mancanza ma non provò neppure sollievo. Era scoperta, sola e con una mente perfettamente predisposta a sentire il dolore. Valutò l'ipotesi di scappare ma sarebbe solo stata la replica del mesto spettacolo avvenuto in chiesa.

Nell'aria densa come il piombo, si preparò a dischiudere la bocca.

«Buonasera, Princip...»

Si interruppe quando qualcosa si mosse.

La mano del ragazzo si staccò dalla parete e con un gesto fluido calò verso il basso. Le fece segno di avvicinarsi.

Ovviamente il suo primo impulso fu quello di una ritirata.

Era possibile dargli fiducia?

Le due iridi color carbone le risposero con un barlume quando fece per avanzare, le balze blu cobalto della gonna sollevate tra le dita tremanti.

Quando la distanza si ridusse a un paio di metri le mostrò il palmo niveo, oscillando lievemente il polso.

«Eihlaa~!»

Lei strinse i denti. Quasi si era dimenticata di quanto fosse graffiante quella voce.
Deglutì davanti al suo saluto e si arrestò, avvertita da un brivido che la invitava a non proseguire oltre.
Il ragazzo la spiava dall'alto con una curiosità malsana, l'impressione che potesse saltarle addosso da un momento all'altro.

«Yuhuuu~»

Uno sventolio fugace la disincantò dal breve stato di trance in cui si era ritirata e fu costretta ad alzare lo sguardo.

«Allora, ce ne hai messo di tempo per trovarmi, eh?» La esaminò con gli occhi vispi «Iniziavo a pensare che non mi avresti mai notato, forse... troppi pensieri per la testa?»

La sua naturalezza quasi la destabilizzò. Più che altro le dava l'illusoria impressione che fosse addirittura contento di vederla e ciò non le piaceva affatto. Era assurdo.

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