ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 53 𝑺𝒖𝒍 𝒇𝒊𝒍𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝑳𝒂𝒎𝒂

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Ma le reali intenzioni di Balder, fecero inevitabilmente il loro corso

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Ma le reali intenzioni di Balder, fecero inevitabilmente il loro corso. Un braccio si distese sopra di lei e la grande mano spinse l'uscio fino a chiuderlo completamente.

Poi pochi secondi di assoluto silenzio.

«Possiamo parlare?»

Natalia voleva apparire serena, disinvolta. Eppure, sapeva benissimo di essersi irrigidita. Lo sguardo del principe le scivolava sulla pelle come il vento in una mattina d'inverno.

«Parliamo.»

C'era molto più che semplice convinzione in quelle poche sillabe.

Non capiva, delle spiegazioni erano ciò che esigeva per sé stessa. Allora perché Balder sembrava molto più risoluto di lei? Rimase a fissare in avanti, frenata dal fare qualsiasi cosa.

«Dunque, ritieni ci sia qualcosa di cui parlare?»

Aveva iniziato aggredendolo con del sarcasmo, che lo volesse o meno. Osservò le dita dinanzi a lei tendersi lievemente sul legno dell'uscio.

«Sai che così» la voce del giovane invece, risuonò calma e gentile.

Anche avvalendosi delle proprie ragioni Natalia non riuscì a negarlo, l'aria vibrò in un silenzio di sfida. Giunta agli sgoccioli, liberò un respiro dalle narici, placando gli animi.

«D'accordo.»

Prese coraggio e si voltò.

La posizione in cui si ergeva il principe la imprigionava nell'ombra. La luce iridescente delle ampie vetrate sembrava solo fare da sfondo alla loro conversazione. Gli occhi cristallini della giovane viaggiarono sulle spalle atletiche lasciate scoperte dall'indumento leggero e ferite da raggi dorati che giungevano trasversali nella stanza. Più in alto, un volto di rara bellezza la induceva a non ritirarsi. Nonostante lo sguardo fosse incoraggiante, lei tuttavia, lo schivò quasi di riflesso.

«Come fai ad essere così tranquillo?» chiese, come invidiosa di essere l'unica a palpitare.

La sfiorò un respiro.

Le labbra tese di Balder si sciolsero in sorriso spontaneo che giocò amabilmente con l'inarcatura delle sopracciglia.

«Ti sembro tranquillo?»

«Mi sembri attento» fece lei con un movimento irrequieto degli occhi, recuperando frammenti di pensieri nati poco prima a tavola «come se tu stessi controllando ciò che faccio... ciò che farò».

Il disagio fece da padrone in un silenzio difficile per entrambi. Solo dopo diversi istanti, il figlio della sovrana parlò tendendo un lieve cenno.

«Natalia, prima d'immergerci in argomenti che potrebbero turbarti, perché non iniziamo con noi due?»

Lei falciò all'istante quel suggerimento prima che portasse la conversazione su un'altra strada.

«Sono già turbata, nel caso non l'avessi notato» voleva muoversi, cambiare posizione ma la presenza del principe sembrava rendere incerto ogni movimento. «Ad ogni modo, no. Se mi sono trattenuta, è solo per avere delle risposte».

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