I suoi occhi ci misero diversi istanti per mettere a fuoco l'immensità dell'ambiente che si estendeva di fronte a sé.
Natalia Inspirò ed espirò agitata.
«Ce la posso fare.»
Il pavimento, costituito da mattonelle blu zaffiro larghe diversi metri e fughe bordate in oro, si allargava in tutte le direzioni, andando a interrompersi improvvisamente nelle mezze colonne di marmo giallo che salivano lungo le pareti.
Persino i giganteschi lampadari di cristallo, appesi su in alto, sembravano minuscole foglioline nelle gigantesche dimensioni della volta affrescata. Vi era rappresentato un cielo di nuvole rosate, popolato da ogni sorta di creatura celeste.
Una folla di migliaia di aristocratici era divisa in due gruppi a ridosso dei muri, lasciando appositamente libero un ampio corridoio centrale, nel quale avrebbero dovuto camminare.
Un'enorme e improvvisa quantità di volti curati, resi pallidi dalla cipria, si voltò verso di loro, smorzandole il fiato per lo spavento.
Un secondo squillo di tromba e la contessa iniziò a camminare, prendendo a braccetto la giovane con eleganza, quasi trascinandosela dietro.
Fortuna che una delle due avesse la forza di muoversi, se fosse stato per Natalia non si sarebbe spostata dalla soglia per nulla al mondo, dal momento che le sue gambe parevano avere la stessa consistenza e peso del piombo.
Avanzarono a passo spedito in quello che Cecily aveva chiamato Quinto livello. Ovvero il primo pianerottolo, seppur con le dimensioni di una piccola piazza, della monumentale, ipotetica gradinata verso il potere.
Qui vi sostavano i cortigiani di media importanza, rampolli di ricche famiglie nobiliari che potevano permettersi di vivere alla reggia. Una quantità di persone non trascurabile rispetto a quelle che popolavano i piani superiori.
Ignorando l'insistenza degli occhi che sentiva puntati addosso, pose la punta della scarpetta beige sul primo gradino marmoreo della scala, accingendosi a raggiungere la seconda piazza della sala.
«Il Quarto livello è quello degli aristocratici più importanti e dei principi di regni stranieri. È il luogo in cui presenzierete per tutto il resto della giornata, io sarò lì ad attendervi.»
Le parole della marchesa ancora le risuonavano nitide nelle orecchie, facendola astenere dal rivolgere occhiate ai suoi lati, dove splendevano abiti più appariscenti e fastosi. Lì la servitù si aggirava agile tra i presenti, sorreggendo sui palmi delle mani guantate, vassoi di tartine e calici colmi di champagne.
Elizabeth sembrava molto sicura di sé e sorrideva gioiosa mostrando le due file di denti candidi e scuotendo la massa di boccoli scarlatti a ogni passo.
Natalia avrebbe voluto possedere almeno la metà della sua risolutezza, non si sentiva per niente a suo agio in mezzo a tutti quei bisbigli da parte dei nobili e ancora temeva l'incontro con i sovrani.
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L'Ombra dell'Oro
Lãng mạnLo sentiva chiaramente, c'era qualcosa di strano in quell'immensa gabbia dorata, la reggia di Eniteo. Ogni cosa in quel luogo era così dannatamente bella e sfarzosa da far girare la testa. Tuttavia, se pensavano di ingannarla con tutto quel luccichi...