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《N-no...dimmi che è solo un scherzo,ti prego...
Jimin era distrutto mentalmente.
Il solo pensiero che l'uomo che aveva dato al mondo la persona che gli era più vicina in quel momento difficile potesse essere stato colui che aveva praticamente ucciso sua madre gli mandava di volta il cervello.

《I-io...veramente Jimin...non so come farmi perdonare,non posso.Mi sento uno schifo e-》
Jimin gli posò un dito sulle labbra bagnate dalle lacrime, proprio come le sue.
Era raro vedere il maggiore piangere.

《Non è colpa tua. Tu non hai fatto niente.》
《Lo so...ma mi sento in colpa...》

《Ma non devi...non è stata colpa tua ed io non ti guarderò in modo diverso...mi avevi già detto che ti aveva cacciato di casa e sono felice che tu abbia avuto il coraggio di dirmi queste cose in un momento così delicato. Non so se io l'avrei fatto al tuo posto.》
《Grazie...》

Jimin abbassò il capo come per ricambiare il ringraziamento e lasciò il suo stomaco borbottare in una richiesta di cibo.
Forse stava lentamente riuscendo a tornare alle sue normali abitudini o almeno ad acquisire un pò di appetito.
Non era cambiato molto: il suo corpo era ancora debole,le occhiaie scure ed i capelli corti,ma già cominciare a provare sensazioni come il sonno o la fame era bello per lui.

《Vuoi qualcosa da mangiare? Cosa ti va?》
《In realtà sì, ho fame...decidi tu cosa mangiare.》

《La pizza l'abbiamo mangiata ieri...-》
《Me ne stava dimenticando! Perché non fai più il pizzaiolo?》chiese Jimin smettendo di pensare al cibo per un istante e mandando come sempre Yoongi in panico.

《M-mi ero licenziato perché il bar a luci rosse dove lavoro ora aveva una paga più alta.》
Buttò fuori tutto in uno battendosi il cinque mentalmente.
《Ah, okay...》

《Tornando al cibo...in casa ho solo del kimchi già pronto o della carne grigliata che ho comprato arrivando verso casa.Cosa preferisci? 》
《Non mi cambia, ma non mi dispiacerebbe un buon kimchi.》
Il verde menta annuì.
Per fortuna il discorso di prima era saltato,non pensava sarebbe riuscito a reggerlo ancora per molto.

Dopo il kimchi erano ormai le nove, quindi Yoongi decise di andare in bagno per soddisfare quel suo vecchio bisogno.
Sapeva che era sbagliato,che faceva male e che solo i disperati lo facevano, ma aveva un fortissimo bisogno di tagliarsi.
Non lo faceva per attenzioni.
Decisamente.
Gli piaceva solo la sensazione di piacere che gli donava la lama quando entrarava a stretto contatto con la pelle, oppure il dolore tagliente che provocava.
Cominciò lentamente a premere la lametta sul suo avambraccio,ma subito dopo aver completato il primo taglio, sentì qualcuno battere forte alla porta.
Nascose di tutta fretta la lametta e le bende ed aprì subito la porta.

Jimin entrò di corsa e si praticamente buttò contro la parete accanto al bagno,cominciando a riversare tutta la sua cena nel gabinetto.
Gli si avvicinò in fretta tenendogli il colletto della maglia attaccato al corpo per non farlo sporcare e passandogli delicatamente una mano sulla spina dorsale sporgente e riempita da spasmi e tremiti per tranquillizzarlo.

Dopo circa un quarto d'ora aveva finalmente finito di vomitare, distrutto.
Yoongi aveva il cuore che batteva ancora a mille per la preoccupazione e lo spavento, mentre il più piccolo era accasciato sul muro accanto alla tavoletta completamente coperto di sudore e con una mano stretta sullo stomaco.
Non appena  Jimin si alzò, ancora tenendosi appoggiato al muro per riacquisire l'equilibrio,subito Yoongi lo strinse a sé con tutte le sue forze, come per rassicurarlo ma allo stesso tempo farsi forza.
Non si spiegava quel momento di affetto ma comunque sapeva che non aveva la minima voglia di lasciarlo andare.

Fu così che passarono le 9:25 di quella brutta serata di aprile.

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