13.

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Aveva ancora tutti i capelli e il viso sporco di farina,ma si era tolto i vestiti.
Era in mutande ad aspettare il suo turno nella doccia.
Lo guardai storto dalla testa ai piedi,e dandogli una spallata mi diressi in camera mia.
Lui mi seguii.
"ti ho chiesto di seguirmi?"dissi brusca voltandomi a guardarlo.
Lui socchiuse la porta."sembrava di sì"disse ironico.
"simpatica tua madre."disse poi avvicinandosi.
"meglio di te sicuro,da chi hai preso questo caratterino?da papà?per questo tua madre l'avrà lasciar-"non finì la frase perché gli tirai uno schiaffo che echeggiò in tutta la stanza.
"è morto."dissi poi secca.
Sentì poi la porta del bagno aprirsi.
Allison aveva finito.
Avevo gli occhi lucidi,ma non lo diedi a vedere,perché mi diressi dritta al bagno appena Allison uscì.
Chiusi la porta a chiave alle mie spalle.
Mi guardai allo specchio,chiusi gli occhi e iniziarono a venirmi in mente tutti i ricordi con mio padre.
Le giornate al luna park,quando mi faceva mangiare lo zucchero filato di nascosto da mamma che me lo proibiva severamente per il troppo zucchero.Quando mi spingeva sempre più in alto sull'altalena.
I pranzi sulla barca tutti i felici,e quella volta che mi aveva regalato il bracciale che ancora oggi ho al polso.
Guardai il bracciale.
Scoppiai a piangere,perché non avrei vissuto più nessun momento felice o triste con lui.
Era morto.
Mi riguardai allo specchio e mi asciugai le lacrime.
Mi spogliai e mi infilai nella doccia.

Quando uscii,mi avvolsi il corpo in un asciugamano.
Solo allora mi accorsi che avevo lasciato il cambio in camera.
Sbuffai,e aprii la porta del bagno.
Mi trovai Dylan ad aspettare sulla soglia,ancora in mutande.
Entró in bagno e non mi fece uscire,chiuse la porta a chiave e si ci mise davanti.
Sbuffai di nuovo.
"cosa cazzo fai!"dissi ormai esaurita.
Lui si morse il labbro in imbarazzo e si guardò intorno.
"mi dispiace...non volevo dire quelle cose su tuo padre..io non sapevo.."disse agitandosi sempre più imbarazzato.
"Lascia stare Dylan."dissi io secca.
Lui mi fissò,i suoi occhi verdi s'impuntarono su di me.
"Qualsiasi cosa dirai ora,non cancellerà ciò che hai detto prima."continuai fredda.
"perché sei così."chiese lui,senza smettere di guardarmi.
"così come?"domandai io,incrociando le braccia al petto.
"testarda,fredda,egocentrica...stronza...perché sei così con me?"chiese lui avvicinandosi passo dopo passo.
"non sono così con te,in particolare.Sono così con tutti."dissi l'ultima frase marcandola,in modo che capisse che non era nessuno di speciale per cui dovessi riservargli un trattamento speciale.
"perché?"domandó,incrociando anche lui le braccia al petto.
Ora voleva sapere troppi cazzi miei.
Feci per avvicinarmi alla porta per uscire dal bagno,ma lui mi tiró indietro a sè.
Mi strinse una mano al polso,e l'altra,la posó al mio fianco,avvicinando il mio corpo al suo.
Avvicinó il suo viso al mio,tanto che di sfiorarono i nostri nasi.
Mi guardó negli occhi,e poi guardó le labbra.
Tentai di togliermi,ma mi strinse più forse a sè.
"perché?"mi ripetè sussurrando.
Mi guardava negli occhi,e poi guardava le mie labbra.
Inizió ad aumentarmi il respiro e il battito cardiaco.
Allison bussò alla porta."Victoria,hai dimenticato il cambio,se apri te lo basso."
Io e Dylan ci guardammo negli occhi.
Mi lasciò,per andare ad aprire la porta,e si nascose dove Allison non poteva vederlo.
Sarebbe stato strano,se ci avesse visto entrambi in bagno..io in accappatoio e lui in mutande.
Presi le cose e uscii dal bagno
Mi cambiai in camera e quando uscii,anche Dylan aveva finito.
Erano in cucina,lui e sua sorella,e mia madre sfornava i panzerotti.
Quando entrai in cucina,io e Dylan incrociammo gli sguardo subito.
Lo distolsi,e mi avvicinai a mia madre,per aiutarla a togliere i panzerotti dalla teglia da forno.
Li mettemmo in un cesta sul tavolo,e Dylan e Allison si avvicinarono a prenderne uno.
"tutto bene,Vic?"mi chiese Allison avvicinandosi.
Annuii.
Dylan parlava con mia madre,che gli domandava della scuola,dei suoi hobby,della sua famiglia.
Quando mia madre fece domande sulla famiglia,Dylan cercó di cambiare argomento,e anche Allison,mi è sembrata un po' a disagio.
Non avevamo mai parlato di cose private.
Io ero riservata riguardo me,e non mi permettevo di chiedere ad Allison cose sue private,e sono stata grata,che lei non abbia chiesto nulla a me.

Una volta saziati,Allison e Dylan decisero di tornare a casa,ormai si era fatto tardi.
Mamma gli diede dei panzerotti avanzati da portare via.
Mi buttai sul letto sbuffando esausta,dopo aver aiutato mia madre a ripulire.
Iniziai a fissare il soffitto.
Mi rivenne in mene la scena in bagno con Dylan,e mi rinizió ad accelerare il respiro.
Mi strofinai  gli occhi come a cercare di togliermi l'immagine dalla testa,e cercai di ispirare e inspirare,regolarmente.
Mia madre poi bussó alla porta.
"Vic,sto lavando le robe dei tuoi amici,poi domani gliele riporti, ok?"mi chiese.
La guardai male ,e senza aspettare risposta andó via.

Il mattino dopo,andai a scuola,assonnata e senza voglia.
Quando arrivai Liam era già lì,che si guardava intorno come ad ascoltare la gente che parlava tra loro.
Mi avvicinai.
"lo sanno tutti.Di Norah e Dylan."mi disse poi.
Arrivó la macchina di Dylan e Allison.
Tutte le voci intorno si zittirono.
Allison e Dylan scesero,Allison ci raggiunse,e Dylan a testa alta fece la sua camminata fino a i suoi amici.
Nel mentre,mi guardó e mi fece l'occhiolino.
Io roteai gli occhi e feci una smorfia di disgusto.
Arrivato dai suoi amici,lo guardarono tutti,volevano dirglielo.
Poi fu un attimo.
Ci fu un urlo disperato,Daisy che si scaglió contro Dylan in lacrime,e gli tirò schiaffi in faccia,al petto,ovunque,senza controllo.

cuore di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora