Non appena entrai nel suo ufficio, chiuse la porta alle mie spalle e si avvicinò pericolosamente al mio corpo, tenendo lo sguardo dritto nel mio.
"Jolie, Jolie.. ma come devo fare con te?" Sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
Aveva l'aria stanca ed il volto segnato, segno di una nottata poco produttiva.
"Harry non puoi lasciarla da sola per tutto il giorno, tutti i giorni, è umana ed un po' di distrazione non può che farle bene." Sussurrai quasi intimorita dalla sua presenza così vicina ed abbassai leggermente lo sguardo.
"Distrazione dal fatto che sta per morire? Siamo adulti e vaccinati Jolie, sappiamo a cosa va incontro e non ho bisogno di una persona in più da consolare. Adesso prendi le tue cose e vai al reparto di Ortopedia, finirai lì il tuo tirocinio. Non ho intenzione di averti più tra i piedi." Il suo tono era freddo e controllato mentre sul mio volto si poteva leggere la delusione per le sue parole. Annuii leggermente, incapace di dire altro ed indietreggia leggermente prima di dargli le spalle per aprire la porta.
Non appena misi la mano sulla maniglia per poterla aprire, sentii la sua mano attorno al mio braccio.
Mi girai leggermente per poter avere una migliore visuale.
"Ho capito Harry, adesso me ne vado." Sussurrai appena prima di strattonare il braccio dalla sua presa.
"Jolie, hai un cuore buono e forse un giorno capirai perché non voglio che ti avvicini a me ed a ciò che resta di mia madre." Disse in un sussurro e mi lasciò andare, forse per ora o forse per sempre.
Harry's pov
La delusione nel suo sguardo si percepì anche da un miglio di distanza ma purtroppo dovevo comportarmi per forza così.
Non potevo permetterle di avvicinarsi troppo a me, già si era avventurata con mia madre e per quanto non conoscessi quella ragazza, non volevo darle altri motivi per renderla triste e vulnerabile.
Perché lei era così, così dannatamente empatica da prenderti il dolore e trasferirlo tutto nelle sue mani e l'avevo visto in prima persona quando l'avevo trovata rannicchiata sulla poltrona della camera di mia madre.
Non potevo nascondere che mi attraesse in modo particolare proprio per la sua semplicità e che non mi sarei fermato a quei pochi baci scambiati ma dovevo accontentarmi, più per lei che per me.
Aveva una vita davanti ed una carriera brillante, avevo la sensazione che avrebbe fatto grandi cose.
Abbandonai il mio corpo sulla poltrona dietro la scrivania e chiusi gli occhi cercando di rilassare la mente e smettere di pensare.
Ricordai di averla appena spedita al sesto piano ed afferrai il telefono per comporre il numero del caporeparto, il dott. Nolan.
"Dott. Styles, che piacere sentirla!" Era giovane ma proprio non riusciva a darmi del tu.
"Ciao Jack, ho appena mandato da te una mia tirocinante, il suo sogno era quello di lavorare in ortopedia ma hanno sbagliato e me l'hanno inserita in oncologia, perciò dato che mi sono svegliato di buon umore, starà un po' da te." Inventai la prima bugia che mi venne in mente e repressi una risata per quella pessima scusa.
"Certo, se è la ragazza appena uscita dall'ascensore ti farò recapitare la miglior bottiglia di vino, è un bocconcino ciò che vedo." Disse entusiasta e senza freni dato che mi aveva dato del tu.
"Jack. Lavoro. Tirocinante." Esclamai con una punta di fastidio nella voce ed accartocciai un foglio a caso sulla scrivania, immaginando fosse la testa di Nolan.
"Certo, tranquillo. Ma non posso prometterti che non le chiederò un appuntamento." Disse in modo frettoloso e con un sorriso che poteva sentirsi già dal telefono, attaccando poi la chiamata.
Soffocai un grido di esasperazione e lanciai quella carta appallottolata contro la porta, dove pochi minuti fa c'era proprio lei.
Cercai di non pensarci, tirando fuori la mia agenda per controllare i vari appuntamenti e purtroppo, quel giorno non c'era molto da fare. Il giorno della partenza era sempre più vicino e temevo succedesse ciò che era previsto da qui ad un mese per mia madre ma purtroppo, per la mia stessa vita, non potevo rinunciare ad andare.
Diamine, la fortuna con me non era bendata, si era proprio cavata gli occhi pur di non vedermi.
Sbuffai ancora una volta e decisi di alzarmi, andando a fare il solito giro di routine.
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After you. ||h.s.||
Fanfiction[COMPLETA.] La terza legge della dinamica, o principio di azione e reazione, stabilisce che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.