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Mi svegliai tardi, come al solito nell'ultimo periodo e corsi a prepararmi per non far tardi in ospedale. Il weekend stava arrivando e thanks God it's Friday! Non che avessi chissà che programmi, anzi, dovevo solo ripetere fino allo sfinimento per il lunedì successivo.

Per il solito orario delle 14 arrivai al St. Mary's e salii al quarto piano per vedere come doveva svolgersi la mia giornata. Non appena misi piede in reparto, la dottoressa Smith ovvero la sostituta di Harry, mi venne incontro.

"Buongiorno Jolie, oggi Harry è malato e forse non verrà ma tu prosegui sui controlli delle cartelle cliniche dei pazienti e porta a tutti i medicinali." Mi disse cautamente e mi lasciò ai miei doveri con un sorriso.

Metà del pomeriggio trascorse tranquillo e mi fermai a fare due chiacchiere con Amanda davanti il caffè delle macchinette, promettendoci che non appena possibile l'avremmo preso al bar.

Di Harry non ebbi nessuna notizia e, parli del diavolo ma spuntano le corna, mi vibrò il telefono nella tasca del camice.

Da: Harry

Buon pomeriggio Jolie, ho bisogno di un piccolo favore.

Mi interrogai mentalmente per qualche minuto prima di rispondere. Spariva così e dopo mi cercava per chiedermi un favore. Ah, gli uomini.

A: Harry

Mi dica dott. Styles.

Da: Harry

Oggi non sarò in ospedale come hai potuto notare, dovresti prendere una dose di Herceptin e portarla nella stanza 320. Le chiavi sono nel mio studio. Non fare domande, non girarti attorno e non curiosare.

Grazie.

Herceptin, era il farmaco settimanale per le donne con il tumore al seno e negli ultimi anni stava dando soddisfazioni sul carcinoma abbinato ad altre terapie.

Quindi nella stanza 320 c'era una donna. Chi era?

Anche se si era comportato da stronzo, la sera prima, Harry mi stava dando fiducia in così poco tempo e dire che mi sentivo felice era poco.

A: Harry

Ok.

In preda all'ansia, andai a prendere il farmaco e le chiavi della stanza 320, intrufolandomi nell'ufficio del riccio.

Non appena fui davanti la stanza misteriosa, presi un respiro profondo e girai la chiave, entrando in punta di piedi e richiudendo la porta alle mie spalle.

Ciò che vidi fu una scena non molto piacevole ma alla fine, non differenziava tanto dalle altre stanze.

La stanza era ben illuminata ed al centro era presente un lettino più grande dei normali con lenzuola e cuscini che profumavano ancora di detersivo.

Ciò che mi colpì fu la donna stesa su di esso, con la testa calva e degli occhi verdi che mi scrutavano e sorridevano contemporaneamente.

"Buongiorno signora, purtroppo Harry oggi è assente e le sto portando il farmaco al suo posto. Spero non le dispiaccia." Dissi abbassando di un tono la voce e mi avvicinai al letto.

"Oh cara, chiamami Anne, quel testone di mio figlio mi tieni rinchiusa come la principessa Raperonzolo, diciamo che mi manca solo la lunga chioma" Mi rispose ridacchiando e fece segno di accomodarmi.

Figlio? Quindi, è la mamma di Harry. Ed io che avevo supposto che ci fosse qualche amante. Più tardi mi sarei ricordata di schiaffeggiarmi almeno mille volte.

Ecco gli occhi identici a lui ed il sorriso rassicurante.

Ed ecco che la mamma del responsabile di Oncologia era malata di cancro al seno, dio che beffa del destino.

Mi accomodai sulla sedia fredda affianco al letto e la aiutai a prendere la pillola prescritta.

"Tanto piacere Anna, io sono Jolie ed, in realtà, Harry mi aveva detto di non parlare con nessuno!" Risi leggermente e le diedi una mano ad asciugarsi le labbra.

"Sei molto bella Jolie e mi farebbe piacere parlare e vedere altre persone durante la mia permanenza, sembra che i giorni non passano mai."

"Ha pienamente ragione, dev'essere asfissiante qui dentro."

Mi sorrise e si aggiustò il tubo dell'ossigeno dal naso che solo ora notai. Quando vide che la stavo guardando, cominciò a spiegarmi.

"Sai, ho cominciato con il tumore al seno e venni operata in un ospedale fuori Londra, Harry era ancora un tirocinante come te e faceva le nottate sui treni per venirmi a trovare e non farmi mancare nulla. Credevamo tutti che fossi guarita ma, purtroppo, dopo sei mesi videro che non tutto il tumore fu asportato e le cellule tumorali cominciarono a colpirmi anche la tiroide ed i polmoni, ecco perché mi vedi con l'ossigeno. Dovresti conoscere Harry e Dio solo sa come si sia trattenuto a non incendiare l'altro ospedale, ma sono fiera di lui. Ha dato il massimo ed ha studiato giorno e notte per stare dove sta ora, dicendomi che l'ha fatto solo per me e perché le persone malate non meritano incompetenti." Mi spiegò brevemente tirando un po' di affanno e mi affrettai ad asciugarmi un paio di lacrime che erano scese involontariamente.

Provai a mettermi nei panni di Anne e, soprattutto nei panni di Harry. Non sapevo nulla di lui ma potevo dedurre che avesse un cuore enorme.

"Mi scusi Anne." Dissi riferendomi alle lacrime. "Mi dispiace molto per ciò che le è successo ma ho notato quanto sia scrupoloso Harry e vedrà che andrà tutto per il meglio, qui siamo tutti al suo servizio per farla stare bene." Appoggiai una mano sulla sua e gliela accarezzai dolcemente, cercando di darle sostegno.

"Jolie non darmi del tu che mi fai sentire più anziana di quanto non lo sia già! Ti ringrazio molto, sei buona e ciò si vede dai tuoi occhi." Mi sorrise stringendo debolmente la mia mano ed appoggiò meglio la testa sul cuscino.

Trascorsi il pomeriggio e buona parte della serata, superando l'orario di fine turno, facendo compagnia ad Anne ed ascoltando i suoi racconti e la sua vita fuori dall'ospedale. Parlammo tantissimo, come se ci conoscessimo da anni ed alla fine le andai a prendere la cena e le ultime terapie del giorno, aiutandola con il cibo e le pillole.

Anne era una persona solare, ricca di vita e dispensava sorrisi a tutti, era un'infermiera ormai andata in pensione troppo presto, divorziata e con un solo figlio. Ciò che mi stupì fu il suo interesse per la mia vita, come nemmeno la mia amica più vicina aveva mai dimostrato. Mi chiese della scuola, dei miei genitori e di cosa volessi fare una volta finito tutto.

Il tempo era letteralmente volato ma la stanchezza arrivò per entrambe e così la salutai, promettendole di farci presto un'altra chiacchierata.

"Buonanotte Jolie e sii paziente con Harry, ha un cuore buono." Mi disse per ultimo, prima che io potessi chiudere la stanza. Annuii sorridendole e richiusi la porta, lasciando la stanza con il cuore più leggero. 

After you. ||h.s.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora