Harry's pov
Non appena chiuse quella dannata porta, lanciai il portapenne che avevo sulla scrivania contro la parete accanto alla porta.
Sospirai più e più volte per calmarmi, non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo mentalmente, era una dannata calamita quella ragazza ed il mio umore non era dei migliori da quando, quella mattina, l'avevo vista in compagnia di Jack.
Forse avevo sbagliato a mandarla da lui ma, forse, ormai era troppo tardi.
Passai una mano tra i lunghi capelli, ricordandomi mentalmente di doverli tagliare almeno un po' e picchiettai le dita sulle labbra, cercando di calmarmi e pensare lucidamente.
Ricordai dell'appuntamento di quel sabato sera dove ero stato davvero bene, come non ci stavo da anni.
Non era mio solito dare appuntamenti a tutte le ragazze, cercavo sempre di arrivare diretto al punto in modi abbastanza chiari e schietti e, vuoi per il fascino del medico o per il mio aspetto niente male, erano rare le ragazze che si tiravano indietro.
Potevo sentire l'effetto che avevo su Jolie e, purtroppo, ne aveva anche lei su di me ma non potevo permetterlo, magari con altri pensieri in testa ed una salute migliore, ci avrei provato davvero a conoscerla perché, a pelle, sentivo che lei poteva valerne la pena.
Afferrai il mio cellulare cercando di mettere da parte i miei pensieri ed andai sulla casella dei messaggi, fino ad arrivare al suo numero, composi velocemente una sola parola.
A: JolieScusa.
Lo fissai più e più volte ma alla fine, cancellai tutto ed aprii i messaggi con Lorel.A: Lorel
Stasera sono da te.Lorel era quel tipo di ragazza che voleva una sola cosa dai ragazzi ed a me andava più che bene, in momenti come questi.
Senza aspettare una sua risposta, riposi il telefono nel camice ed uscii dal mio ufficio per riprendere le normali visite.
A fine turno, prima di spogliarmi per andare via, passai nella stanza di mia madre per salutarla.
Non appena entrai, mi sorrise con il più bel sorriso materno e mi avvicinai per baciarle la fronte.
"Ciao mamma, come ti senti?" Mi accomodai sul bordo del letto, senza staccare lo sguardo dalla sua figura.
"Sto bene tesoro, a te piuttosto, che succede?" Mi guardò con sguardo indagatore, accarezzandomi il dorso della mano.
"Vedo che il tuo istinto materno è ancora arzillo ma sto bene, non ti preoccupare." Cercai di rassicurarla.
"E la tua amica dov'è? Speravo di vederla oggi, le devo raccontare assolutamente del film che ho visto stamattina!" Disse entusiasta, tirando un po' di affanno per il tono più alto. Quella ragazza ormai era ovunque.
"È impegnata in un altro reparto, non credo che riuscirà a venire tanto presto." Dissi con fare sbrigativo, cercando di evitare altre domande.
"Harry, Harry.. il mio super ragazzo è stato forse colpito da Jolie? Non so, hai degli occhi diversi quando la guardi." Mi sorrise in modo strano, quasi inquietante.
"Ma che dici mamma, sarà la morfina che ti fa vedere cose strane." Borbottai e finalmente cambiò argomento, vedendomi non tanto incline a parlarne.
Restai ancora una mezz'ora con lei prima di salutarla ed uscire fuori dalla stanza e dall'ospedale, raggiungendo frettolosamente la mia macchina.
Ma poi, come la guardavo? Mia madre era in grado di mettermi ulteriori pallini in testa.
Scossi la testa e guidai fino a casa di Lorel, sicuro di trovare almeno un po' di piacere fisico.
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After you. ||h.s.||
Fanfiction[COMPLETA.] La terza legge della dinamica, o principio di azione e reazione, stabilisce che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.