Posai il telefono sul comodino insieme al gelato e iniziai a fissare il soffitto con la testa che pulsava per i troppi pensieri. Qui non era cominciato solo il mio tirocinio ma sembrava un nuovo capitolo della mia vita.
Jack era un tipo apposto ma il mio pensiero continuava a correre su Harry, così maledettamente lunatico e strano.
E così mi addormentai, tra una domanda e l'altra, senza nemmeno infilarmi il pigiama.
Dopo una nottata abbastanza tormentata, mi alzai di buon'ora ed andai a farmi una fresca doccia rigenerante, restando più del dovuto sotto il rilassante getto d'acqua.
Me la presi comoda e mi preparai per il pranzo ed il successivo turno con calma, arricciando i miei capelli sulle punte e mettendo un filo di mascara ed ombretto neutro.
Infilai uno dei miei soliti skinny jeans ed abbinai una camicetta nera in velo, cambiando il reggiseno per poterne mettere uno semplice nero, senza disegni o pizzi.
Infilai le mie adorate vans e, una volta fatta ora, afferrai la borsa e mi diressi verso il luogo dell'appuntamento.
Non appena arrivai, notai Jack già pronto ad andare e mi venne incontro con un ampio sorriso sulle labbra, poggiando una mano dietro la mia schiena. Non appena si allungò per potermi baciare una guancia, si fermò per alzare la mano che teneva lungo i suoi fianchi.
"Dott. Styles!" Esclamò a voce alta per attirare l'attenzione e fu lì che sentii il suo sguardo bruciarmi addosso.
"Nolan, Makha." Disse con tono piatto, alzando leggermente una mano in segno di saluto.
Fece per andare via ma Jack lo fermò.
"La devo ringraziare per avermi mandato la tirocinante più carina degli ultimi tre anni." Pronunciò entusiasta, dando una pacca sulla spalla ad Harry mentre io volevo solo sprofondare nell'asfalto.
Harry mi guardò ancora una volta, prima di riportare lo sguardo verso il collega.
"Sei in debito allora, non dimenticarlo. Non lavorate?" Chiese con una punta di curiosità nella voce.
"Ho una memoria di ferro! Certo ma prima porterò la signorina a pranzo, bisogna conoscersi meglio tra colleghi" Rispose con tanto di occhiolino finale e avvicinò maggiormente il mio corpo affianco al suo, tramite la mano ancora sulla mia schiena.
"Beh, buon pranzo." Disse infine Harry e ci superò senza più degnarci di uno sguardo.
Era normale sentirsi in colpa? Non credo, alla fine non stavamo facendo nulla di compromettente."Vieni cara, andiamo." Jack si girò nella mia direzione e mi indicò la strada alle nostre spalle. Il ristorante non era molto lontano dall'ospedale ma aveva un'aria vintage e curata, davvero molto grazioso nel complesso.
Lui era un gran chiacchierone ed era capace di contagiarti con il suo buon umore ed io ne avevo proprio bisogno.Il pranzo trascorse tranquillo ed a tratti esilarante per i suoi modi di approcciarsi a me, ma avevo intuito lo facesse solo per sciogliere il ghiaccio.
Alla fine, dopo aver tentato di pagare la mia parte inutilmente, uscimmo fuori e ci incamminammo nuovamente in ospedale dove a breve sarebbe cominciato il mio turno.
"Sai Jolie, sono stato molto bene e non te lo dico qui fuori perché è più romantico ma perché in realtà non ho nessun turno per oggi ma volevo comunque pranzare con te." Disse grattandosi il retro della nuca con un mezzo sorrisetto sulle labbra.
"Ma.." Restai a bocca aperta davanti la sua confessione e risi di gusto, scuotendo leggermente la testa. "Potevi dirlo tranquillamente Jack, magari potevamo organizzarci anche in base ai tuoi impegni!"
"Non ti preoccupare, non mancherà occasione, anzi.." Disse, continuando con fare incerto. "Sbirciando i tuoi turni ho visto che sei libera domani sera, ti andrebbe di uscire?"
Annuii sorridendo. "Si, va bene anche se non dovresti approfittare della tua posizione per sbirciarmi i turni." Dissi ridendo. "Adesso devo correre sopra, ci aggiorniamo Jack e grazie per il pranzo."
Mi affrettai a lasciargli un bacio sulla guancia e, dopo il suo saluto, entrai all'interno dell'ospedale per poter iniziare il mio turno.
Non appena entrai in ascensore, andai dritta a premere il numero 4 perchè Harry aveva una ramanzina in sospeso.
Entrai nel corridoio e salutai velocemente le ragazze che intravidi qualche volta, prima di dirigermi verso il famoso ufficio.
Bussai due volte, forse con troppa enfasi e dopo aver udito un "Avanti!", entrai decisa ed a passo spedito.
"Già finito il pranzo con il dottor Belloccio?" Mi chiese con tono apatico e ritornò con lo sguardo sui fogli posizionati sulla scrivania.
"Ma come ti sei permesso di dire bugie sul mio conto?" Avanzai decisa verso la sua figura. "Il mio reparto preferito? Pur di non avermi tra i piedi inventi le bugie?" Mi fermai al suo fianco, aspettando che porgesse l'attenzione su di me e lui lo fece, alzando gli occhi su tutta la figura.
"Dovresti ringraziarmi, ti ho fatto anche da cupido." E ritornò con lo sguardo su ciò che stava facendo prima.
Dio, che nervi.
"Harry!" Alzai leggermente la voce, sentendo la rabbia crescere in me.
Lui di tutta risposta roteò gli occhi e mi indicò la porta con un dito, senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.
"Non me ne vado finché non mi dai una spiegazione." Incrociai le braccia al petto, restando ferma dov'ero.
"Sai che qui vengono i tirocinanti che aspirano a diventare medici e non pali della luce?" Sempre con tono piatto, mi guardò con la coda dell'occhio.
"Harry. Smettila." Repressi un sorriso per la sua battuta e continuai a restare impalata, davvero come un palo della luce.
Finalmente lui si alzò in piedi, sovrastandomi con la sua altezza e si avvicinò al mio corpo, spostando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio destro.
"Cosa vuoi che ti dica? Forse che ti ho mandata via per non fare questo?" Sussurrò poggiando le labbra appena sotto il mio orecchio, cominciando a lasciare una scia di piccoli baci mentre un brivido percosse tutta la mia schiena.
Sussultai appena quando afferrò un lembo della mia pelle tra i denti e lo lasciò andare quasi subito.
"Harry.." Riuscii a pronunciare solo quello mentre mi spinse con il fondoschiena sulla scrivania, afferrandomi per i fianchi.
"Ora ti è più chiaro, Jolie?" Sussurrò ancora una volta, continuando a lasciarmi una serie di baci infiniti.
Chiusi gli occhi beandomi di quel momento, prima che lui si staccasse da me per lasciare posto al nulla.
"Non puoi comportarti così, Harry. Perché diavolo ti comporti così? Mi baci e poi sembra che di me non te ne freghi nulla." Probabilmente era l'adrenalina che parlava al posto mio.
"Perché è vero, non me ne frega nulla. Torna dal tuo dottorino." Pronunciò quelle parole con una tale freddezza che mi lasciò senza parole.
Scossi leggermente la testa e scesi dalla scrivania, senza rivolgergli più uno sguardo per non dargli la soddisfazione di vedermi in quelle condizioni dove ormai era impossibile ritrarre le lacrime già trattenute a lungo.

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After you. ||h.s.||
Fanfiction[COMPLETA.] La terza legge della dinamica, o principio di azione e reazione, stabilisce che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.