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"Oh, io.. mi scusi, forse non avevo letto il 3 e lo 0." Farfugliai la scusa più stupida del mondo mentre il suo respiro caldo era ancora sul mio collo.

"Signorina Makha, non ho tutto il giorno per starle dietro, vada a fare quello per cui è qui." Disse in modo serio e si allontanò da me, procedendo presso la famosa sala 2.

Mi affrettai a seguirlo e mi venne una stretta al cuore quando vidi su una delle poltrone una bambina di dieci anni, con il capo calvo ed un sorriso che ti scaldava il cuore.

Forse il reparto di Oncologia non era quello dei più felici ma si poteva avvertire quanta voglia di vita ci fosse in tutte quelle persone, a prescindere dall'età e ciò mi portava ad amare ed impegnarmi nel lavoro e negli studi, cercando di dare sempre il meglio di me stessa per aiutare gli altri.

Potevo notare in Harry la scrupolosità e la gentilezza nel fare tutto ciò che prevedeva la preparazione per le chemioterapie e, anche se con me non era stato il massimo, lo ammiravo per come rincuorava i pazienti con un semplice sorriso. Restai a guardarlo per qualche secondo prima di aiutarlo a leggere i risultati delle analisi per verificare gli ultimi responsi delle piastrine, globuli bianchi e rossi.

Dopo aver avviato le chemio, andai a prendere una boccata fuori dalla stanza e notai il reparto silenzioso ed ordinato dato che non erano previste visite esterne in quel momento.

Notai le due ragazze degli spogliatoi venirmi incontro, così alzai una mano e regalai loro un sorriso.

"Hey tirocinante, non ci siamo nemmeno presentate!" Disse la bionda. "Io sono Brooke e lei è Amanda, siamo state assunte l'anno scorso grazie al tirocinio e speriamo che succeda anche a te perché hai una faccia simpatica"

"Piacere mio, ragazze io sono Jolie e fidatevi, lo spero tanto anch'io. Il sogno di una vita!" dissi entusiasta.

"Canadese, stasera farai il turno notturno in pronto soccorso." Harry sbucò dal corridoio, indicandomi con l'indice. Come sapeva che ero canadese? Turno notturno? Non sarei sopravvissuta a domani.

"No fantastico, sei canadese?" Disse Amanda e potevo giurare di vedere dei cuoricini nei suoi occhi.

"Ehm, si ma sono qui a Londra per studiare e lavorare" scrollai le spalle come se fosse una cosa del tutto normale trasferirsi a km di distanza.

"Allora immagino che il nostro caffè sia saltato anche se, ti consiglio di prenderne una cinquantina per affrontare il turno notturno in pronto soccorso" esclamò Brooke con un'espressione solidale.

"Lo prenderemo sicuramente un'altra volta. Adesso vi saluto prima che dott. Scorbutico mi sgridi ancora." Alzai gli occhi al cielo e mi avviai dove Harry mi stava aspettando.

"Guarda che ti ho sentito, miss. Canadese so tutto io" Disse il riccio alzando gli occhi al cielo e cominciò a camminare.

"Non so-" Provai a rispondere fino a che non afferrò il telefono e se lo portò all'orecchio. Adesso, non che la mia intenzione era quella di impicciarmi dei suoi affari, ma così vicino era impossibile non origliare.

"No, stasera salta, ti verrò a trovare domani sera ma tu, intanto, riscalda il letto per me." Mormorò con voce bassa e roca e riattaccò, infilandosi il telefono nella tasca del camice bianco.

"Sei sposato?" uscì la domanda dalla mia bocca prima che potessi fermarla. Dalla serie, io e la mia curiosità.

Harry mi guardò con uno sguardo torvo, prima di continuare ancora a compiere qualche passo.

Improvvisamente si fermò di fronte la mia figura e per poco non andai a sbattere su di lui, arrestandomi con qualche centimetro di distanza.

"Punto primo, adesso mi dai del tu? Punto secondo, non sono affari tuoi se sono impegnato o meno. Punto terzo, non lo sono e quindi, se vuoi, puoi tranquillamente provarci." Disse seriamente, prima di sorridere maliziosamente sull'ultima parte. Restò fermo lì, in attesa di una mia risposta.

"Scusa Har.. Mi scusi, dott.Styles, non succederà più e no, non ho bisogno di un altro bastardo nella mia vita, la ringrazio." Dissi fiera, prima di svignarmela dalla sua vista e proseguire verso l'ascensore.

"Sai che mi stai giudicando ancor prima di conoscermi? Solo perché mi piace divertirmi con donne diverse, non significhi che io sia un bastardo." Disse, raggiungendomi in fretta e premendo il bottone per il piano terra.

"Non sto giudicando nessuno, lei è libero di fare e stare con chi vuole, ma non dovremmo fare quello per cui siamo qui, ovvero, lavorare?" Lo guardai con aria di sfida, pensando a poco prima.

Il suono dell'ascensore ci comunicò che eravamo arrivati al piano desiderato ed uscii fuori, aspettando indicazioni dal riccio.

"Touchè Jolie, touchè." Alzò le mani con fare teatrale e sorrise divertito. Notai delle piccole fossette ai lati delle sue labbra e la voglia di infilarci un dito dentro si fece subito viva in me. Ma ovviamente non era né il luogo né la persona adatta per togliermi un piccolo sfizio.

Mi venne da ridere per il suo modo buffo e quasi simpatico, così scossi la testa e mi apprestai a seguirlo verso i vari posti letto divisi da tende verdi e doppie. Sarebbe stata una lunga, lunghissima notte.

Il pronto soccorso era un casino, gente che urlava, piangeva ed andava avanti e dietro insieme agli infermieri più schizzati dei pazienti. Ringraziai mentalmente la mia stella divina che mi assegnò il reparto di Oncologia, un po' come il cappello parlante di Harry Potter.

Le prime due ore passarono in modo abbastanza veloce, tra un'ingessatura ed un paio di punti a dei ragazzi, osservai scrupolosamente il modo di agire e muoversi di Harry, cercando di essere più utile possibile. Alle quattro di notte, il pronto soccorso sembrò calmarsi e ne approfittai per dirigermi ai distributori automatici. Avevo fame e sete, non mangiavo da mezzogiorno ed il mio corpo rischiava di cedere. Inserii delle monetine che avevo nel camice e selezionai un caffè macchiato ed un pacco di biscotti al cioccolato fondente. Amavo immensamente il cioccolato fondente, in tutti i modi e su tutti, o quasi, gli alimenti.

Sgranocchiai il cibo con gusto e bevvi il mio caffè con calma quando notai Harry avvicinarsi a me.

"Abbiamo finito per stasera, puoi ritornare a casa e ti conviene uscire dal lato B per il parcheggio." Disse con calma, passandosi una mano nei capelli lunghi e ricci. Avevo l'impressione che fossero super morbidi ma non penso che l'avrei mai scoperto realmente.

"Grazie ma abito a pochi passi da qui e non ho una macchina. Aspetto l'e-mail per i turni, buona nottata dott. Styles" Lo salutai con calma, sorridendo non appena notai le sue occhiaie. Probabilmente anch'io ero messa nelle stesse condizioni, se non peggio.

Salii nuovamente nel piano di Medicina Oncologica per potermi cambiare e dopo una decina di minuti, scesi nuovamente al piano terra per dirigermi a casa. Sfortunatamente l'aria era come al solito umida e, quella sera, anche freschetta. Non avevo portato nessun maglioncino e così incrociai le braccia tra di loro, avanzando il passo verso casa.

Londra dormiva ed io, stranamente, mi sentivo osservata. Forse perché non ero il massimo del coraggio o forse era solo la stanchezza ma sobbalzai letteralmente quando sentii un clacson alle mie spalle. Mi girai e notai una Range Rover nera che avanzava lentamente verso di me.

"Sali, ti do un passaggio." Spuntò Harry dal finestrino oscurato e mi tranquillizzai.

"Non si preoccupi dottore, le conviene non fare tardi a riscaldare il letto!" Dissi ridendo e mordendomi la lingua per la mia ultima battuta, magari avrei potuto evitarla ma ero fatta così, erano poche le volte in cui pensavo prima cosa dire.

"Jolie, sali e no, stasera ci sarà solo il mio letto a meno che tu non voglia invitarmi nel tuo appartamento." Roteò gli occhi, alzandoli al cielo e si allungò sul lato del passeggero per aprirmi la portiera dall'interno.

Esitai un attimo prima di passare davanti la macchina ed entrare nell'abitacolo.

"Grazie, Harry ma preferisco dormire nel letto freddo, da sola. Ti indico la strada!" Dissi, appoggiandomi con la schiena al sedile comodo e mi girai verso di lui, notando ancora una volta il suo profilo e le sue braccia tatuate, nascoste prima d'ora dal camice.

Ne aveva tantissimi di tatuaggi, chissà se significavano qualcosa in particolare o meno.

"Non ricordo di averti permesso di darmi del tu." Mi rimproverò, alzando ancora una volta gli occhi al cielo.

"Mi scusi, ma se continua ad alzare gli occhi al cielo così spesso, presto le si staccheranno!" Esclamai sorridendo leggermente e gli indicai la strada da percorrere per arrivare a casa.

After you. ||h.s.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora