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L'atrio girava, le persone giravano ma per me era tutto fermo, anche il viso della signora Lee davanti al mio. 

"Piccola mia, Harry ha raggiunto la sua famiglia." E riprese a piangere, accarezzandomi i capelli con fare materno. 

Harry non poteva essere morto, doveva ancora spiegarmi mille cose ed io avrei dovuto dirgliene quattro, doveva ancora sentire il mio dialogo da incazzata e quello da innamorata. 

Perché si, ne ero innamorata e quando lo vidi quel pomeriggio prima all'università il mio cuore me lo confermò. Non poteva essersene andato.

Non riuscivo più a sentir nessun rumore, nessun suono e nemmeno più il battito del mio cuore che andava a cento all'ora. 

Mi sentivo vuota ed inutile ma presi la forza di alzarmi per poter salire nella camera mortuaria. 

Trovai tutti i medici dei reparti davanti alla porta, tutti senza il coraggio di entrare o di parlare perchè Harry si faceva voler bene da tutti, perchè anche loro sapevano quanto speciale fosse. 

Mi feci coraggio ed entrai in punta di piedi e lui era lì, immobile ma sempre bellissimo e poco vicino c'era anche lei.

Mi avvicinai al suo corpo ancora tiepido e gli accarezzai con le punta delle dita il viso. 

"Diamine, svegliati." Sussurrai con la speranza di un miracolo ma si sa che questi ultimi non esistono. 

Non so bene quanto tempo restai accanto a lui, inerme, per poter memorizzare ogni piccolo particolare e stamparmelo bene in testa ma la polizia arrivò a chiamarmi per le deposizioni e descrivere la felicità del giorno prima con lo strazio del giorno dopo non fu una passeggiata ma l'agente Jones mi ascoltò ed aspettò pazientemente. 

Mi confessò che Harry aveva salvato la sua piccola affetta da leucemia e nemmeno lui riuscì a reprimere una lacrima, in ricordo della speranza trasmessa dal ragazzo che avevo perso per sempre. 

Passarono le ore, il sole tramontò ed il mio cuore con lui. Non mi resi conto del passare delle ore, la mia testa era ferma a stamattina, a quando lui era accanto a me senza percepirmi davvero. 

La testa pulsava, gli occhi erano talmente gonfi da farmi male e regnava un silenzio atroce, gli unici suoni che si sentivano erano nasi tirare su. 

La signora Lee mi portò un thè caldo che bevvi solo per cortesia e restò con me tutto il tempo ad accarezzarmi la schiena, cercando di dare un briciolo di forza ad entrambe. Mi raccontò che lei Anne la conosceva bene ed Harry si fidava ciecamente di lei, lei e la donna erano come migliori amiche e se ne prendeva cura come se fosse una sorella per lei. 

Ad un certo punto arrivò la cartella clinica di Harry e venimmo a sapere che settimane prima era stato operato per un problema di valvola aorta senza dire niente a nessuno e che purtroppo c'era stato un rigetto della valvola meccanica, lasciandolo senza vita nel sonno. 

Ecco perchè era sparito, ecco il perchè delle sue non risposte ed ecco le spiegazioni che dovevo sentire dalle sue labbra calde e rosee che erano state sostituite da labbra violacee e fredde. 

Non so per quanto piansi ancora, era l'unica cosa che riuscivo a fare e, ad un certo punto, presi a sonnecchiare, sfinita dalle emozioni, dalla paura e dalla perdita. Alla fine, quasi all'alba, dottor Gamba di legno, così come lo chiamava lui, mi accompagnò a casa per farmi dare una rinfrescata e farmi cambiare per il funerale di entrambi. Mi aspettò fuori casa pazientemente e nemmeno lui disse una parola. 

Ci dirigemmo al Kensal Green Cemetery e ci facemmo spazio in prima fila, accanto a tutti i medici in prima linea, per lui. Per loro. 

Il parroco iniziò la sua messa ma il mio sguardo era fisso sulla buca talmente grande da contenerci le due bare, una accanto all'altra e so che Harry era così premuroso da prendersi cura della madre anche all'aldilà, in paradiso. Persone come loro potevano essere solo lì, in prima fila anche loro. 

Ognuno dei colleghi, degli amici, pronunciò una parola dolce per entrambi ed alla fine toccò a me, forse l'ultima arrivata.

Avanzai lentamente verso il parroco che lasciava i discorsi agli altri e mi schiarii la flebile voce.

"Quando muoiono i nostri cari non è soltanto la loro presenza che ci viene a mancare, o i loro sentimenti, ma anche il modo in cui ci hanno permesso di conoscerli, e di conoscere noi stessi ed è per questo che devo tanto ad Harry, perchè mi ha permesso, inconsciamente, di conoscere emozioni ed aspetti di me e della vita che non avevo mai preso in considerazione prima. 

Ringrazio anche Anne che con il suo sorriso confortante e la sua forza ti trasmetteva speranza e serenità. 

C'è una ragione per ogni cosa, anche alla morte c'è una ragione ed anche all'amore perduto ma abbiamo la memoria che ci permette di ricordare ogni gesto ed ogni parola, attimo e minuto trascorsi con quella persona. Purtroppo alla vita c'è una fine ma all'amore che possiamo provare no, quello resterà sempre indelebile dentro di noi." 

Con il capo chino ritornai al mio posto e strinsi le mani tra di loro, inutile anche asciugare le lacrime. 

Ogni persona presente prese a lanciare debolmente un pugno di terreno per un ultimo saluto, prima di lasciare il grosso agli addetti. 

Jack mi strinse un braccio attorno alle spalle per consolarmi ed io strinsi la mano della signora Lee, che cercava di sorridermi per consolarmi, per consolarci tutti. 

Quando fu tutto coperto e le lapide splendevano sotto il sole, mi abbassai sul marmo per poterci lasciare un bacio con la mano ed anche una parte di me stessa. 

Piano piano, tutto il cimitero si svuotò e, purtroppo, anche io tornai a casa sempre accompagnata da Jack che mi lasciò sull'uscio della porta, dopo essersi assicurato che riuscissi almeno ad entrare in casa.

Quanto può cambiare la vita in un giorno? Un giorno sei felice e l'altro non ci sei più. Un giorno sei con la persona che ami e l'altro la saluti per l'ultima volta. 


After you. ||h.s.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora