Le mie gambe sembravano macigni pesantissimi da trascinare fino all'ascensore e le lacrime minacciarono di uscire svariate volte prima che alzassi la testa all'insù per farle rientrare una volta e per tutte.
Mentre la cabina infernale raggiungeva il sesto piano la mia testa era concentrata su uno dei possibili motivi per il comportamento di Harry ma purtroppo non arrivai a nessuna soluzione decente.
Non appena misi piede fuori, notai che era un reparto più che tranquillo e non appena alzai lo sguardo verso le varie porte del personale, notai un ragazzo venirmi incontro con un sorriso sornione.
Non potevo nascondere la sua bella presenza, alto ed abbastanza muscoloso con una camminata sicura, i suoi capelli erano di un castano scuro e racchiusi in un ciuffo spettinato mentre i suoi occhi azzurri mi scrutavano dalla testa ai piedi, facendomi sentire abbastanza in imbarazzo.
Allungò una mano verso il mio corpo, tendendola.
"Piacere, sono il dottor Nolan ma chiamami pure Jack! Sono il caporeparto quindi per qualsiasi cosa, rivolgiti pure a me, una ragazza così bella poteva dirmi dall'inizio che voleva fare tirocinio in Ortopedia, avrei rimediato subito un posto." Mi sorrise e strinsi la sua mano con la mia per qualche secondo.
"Sono Jolie Makha, prima ero in Oncologia ma non so per quanto resterò qui." Gli sorrisi e scrollai le spalle.
"Si lo so, ma il dottor Styles mi ha appena detto che il tuo sogno era quello del reparto di Ortopedia e non Oncologia, quindi sei in buone mani."
C O S A ?
Se solo non fosse stato così disponibile il dottor Nolan sarei già volata giù ad uccidere Harry, nel vero senso della parola ma, per ora, il mio piano era solo rimandato.
"Oh, si figuri. Allora, da cosa iniziamo?" Cercai di mantenere quanta più calma possibile, non volendo fare brutte figure a causa del formicolio alle mani.
"Iniziamo da un caffè, poi ti spiegherò tutto ciò che andremo a fare in questi giorni." Appoggiò una mano dietro la mia schiena per indirizzarmi alle macchinette.
Dopo aver ritirato il caffè, ci fermammo a parlare nel suo ufficio ed oltre a lanciarmi qualche complimento, scoprii una piacevole compagnia in Jack.
Mi disse praticamente tutto di lui, viveva a Londra da sempre ed aveva ventisette anni, un appartamento tutto suo e due gatti, Kuka e Lola. In fatto di nomi magari era un po' strano, ma per il resto mi fece dimenticare di ammazzare Harry e migliorò visibilmente il mio umore.
Il resto del pomeriggio trascorse sereno, tra gessi, radiografie e pianti di un bambino caduto dalla bicicletta. Jack era molto paziente ed apprezzai tanto, infatti nascosi più di una volta un sorriso mentre cercava di calmare il bambino.
A fine turno mi diressi verso l'ascensore per recuperare i miei oggetti personali al quarto piano ma venni bloccata dal dottor Nolan.
"Jolie, non te ne farò andare finchè non mi darai il tuo numero!" Corse nella mia direzione ed accennò una risata, probabilmente per smorzare l'imbarazzo.
"È una specie di ricatto o sequestro di persona?" Chiesi ridendo ed afferrai il cellulare che mi stava porgendo per segnare il mio numero di cellulare.
"Potrei pensarci, ma non temere! A domani!" Mi sorprese salutandomi con un leggero bacio sulla guancia ed arretrai imbarazzata verso l'ascensore, alzando la mano in segno di saluto.
Non appena le porte si chiusero, mi girai verso lo specchio e notai le mie guance rosse. Maledetta me.
Arrivai al piano di oncologia e tutto taceva, andai a cambiarmi velocemente e passai per l'ufficio di Harry per parlarci. Ovviamente non doveva comportarsi così ma volevo proprio un chiarimento per il mio "reparto preferito". Che diavolo gli passava per la testa? Prima si comportava male, poi mi baciava, poi ritornava alla sua vita, mi chiedeva di uscire, mi ribaciava e dopo mi cacciava via. Dio, la nominata poi era delle donne.
La stanza era vuota, scossi la testa e me ne andai dal St.Mary's, la discussione era stata solo rimandata.
Arrivai a casa e mi fiondai direttamente sul divano, chiudendo gli occhi e ripercorrendo tutto ciò che era successo durante le ultime 48 ore. Mi sentivo sfinita e non solo fisicamente. Un brontolio allo stomaco mi ricordò che non mangiavo da ormai troppo tempo e così mi feci forza sulle gambe per prepararmi qualcosa di veloce e non troppo impegnativo, come al solito.
Optai per una cotoletta al forno e dell'insalata verde e per non rendere il mio pasto troppo light, dopo aver pulito tutto, portai in camera da letto l'ultimo barattolo di gelato. Dovevo appuntare mentalmente di comprarne altri cinque quintali, giusto per non farlo mancare mai. Recuperai il telefono e mi spaparanzai, nel vero senso della parola, sul letto.
Tra una cucchiaiata e l'altra, iniziai a scorrere le notifiche ed oltre i messaggi dei miei genitori, ne trovai uno da un numero sconosciuto.
"Da: +44 3920184932
Ti andrebbe di pranzare insieme domani?
Jack Nolan"
A quel ragazzo non mancava spirito d'iniziativa ma la sua compagnia era piacevole ed, infondo, pur stando a Londra da anni non conoscevo quasi nessuno.
"A: Jack Nolan
Sempre diretto.. certo!
x"
"Da: Jack Nolan
Ci vediamo all'una davanti l'ospedale, ti porterò in un posticino che adorerai, straniera! ;)"
Risi tra me e me, alzando leggermente gli occhi al cielo per il soprannome.
"A: Jack Nolan
Vedremo se saprai stupirmi abbastanza!
Notte. x"
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After you. ||h.s.||
Fanfiction[COMPLETA.] La terza legge della dinamica, o principio di azione e reazione, stabilisce che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.