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Passarono minuti affannati ed infiniti, dove le nostre mani toccavano rispettivamente il corpo dell'altro, cercandosi e testando la pelle calda al di sotto dei vestiti.

Nel momento in cui l'aria in macchina si fece pesante, tanto da appannare i finestrini e lasciarci senza fiato, dividemmo le nostre labbra e poggiai la mia fronte sulla sua mentre le sue mani continuavano a tenermi i fianchi al di sotto della camicia.

Il contatto con le sue mani sembrava ferro bollente ed il mio corpo ne stava risentendo, soprattutto la zona del basso ventre dove, ormai, avevo perso ogni autocontrollo.

Il suono dei nostri respiri si affievoliva man mano e finalmente ebbi il coraggio di guardare Harry negli occhi, notando con la coda dell'occhio la sua lingua inumidire le labbra.

"Io..forse, dovrei andare." Dissi con tono di voce basso ed imbarazzato.

"Aspetta Jolie, dimentica tutto d'accordo? Noi non ci siamo mai baciati e siamo solo colleghi." Disse con tono duro e mi aiutò a scavalcare il sedile per ritornare su quello del passeggero.

Annuii senza dire nulla e, afferrata la borsa, scesi dalla macchina e mi affrettai ad entrare in casa.

Ma perché sbagliavo sempre tutto? Era stata una serata piacevole, spensierata, ero stata dannatamente bene ma qui la fregatura è sempre dietro l'angolo.

Mi spogliai velocemente, lanciai i vestiti nel cesto della biancheria sporca ed entrai in doccia, posizionando al massimo l'acqua calda. Lasciai che i muscoli si rilassassero sotto il getto ed immaginai ancora una volta le sue mani sul mio corpo, pensando a dove sarebbero potute arrivare ma sapevo che non l'avrei mai scoperto.

Infondo, eravamo solo colleghi.

Colleghi poi, ero solo una stupida tirocinante ma non dovevo perdere di vista l'obiettivo. Dopo Peter non potevo permettermi di stare male anche per uno come Harry, era stato fin troppo chiaro quella sera e dovevo rispettare la cosa.

Dopo un tempo infinito sotto la doccia, mi asciugai frettolosamente e caddi in un sonno profondo, lasciando il pensiero in quella macchina nera.

La domenica più triste e noiosa la passai io tra libri, cellulare spento per non distrarmi e casa da pulire. Fortunatamente mi era stata concessa libera dal reparto e ne approfittai per farmi mangiare dall'ansia per il giorno successivo. Andai a letto presto e mi rigirai nel letto milioni di volte, prima di addormentarmi per qualche ora.

La sveglia suonò inutilmente, tanto ero già sveglia, lavata e vestita.

Ne approfittai per ripetere nuovamente tutto ed alla fine decisi di accendere il cellulare come gesto scaramantico per ogni esame.

C'erano due chiamate da parte di mia mamma, probabilmente per augurarmi buona fortuna ed un messaggio da colui che ormai avevo memorizzato.

Da: Harry

Buongiorno tirocinante Makha, lo staff del reparto di Oncologia del St.Mary's Hospital le augura in bocca al lupo per il suo ultimo esame. Le ricordo che il suo turno inizierà alle 14.

Era uno scherzo o cosa?
Certo che a farmi girare i coglioni ci riusciva benissimo ma voleva la professionalità? Gliel'avrei servita su un piatto d'argento.

A: Harry

Ringrazio tutto lo staff, lieta del promemoria sul mio ultimo esame.
Sarò puntuale come sempre.

E vaffanculo pure a te.

Sbuffai ormai già esaurita ed uscii fuori casa, dirigendomi a passo svelta verso l'università.

Fortunatamente non faceva caldissimo e quindi mi beai del venticello tra i capelli che me li scompigliava leggermente.

Non appena arrivai all'ateneo, corsi in aula e firmai per la presenza all'esame, aspettando ansiosamente il mio turno.

Il mio stomaco ormai aveva intrapreso una danza giamaicana ed il tempo sembrava non passare mai.

Dopo due orette, finalmente, il mio cognome venne chiamato dal professore ed avanzai verso la cattedra. Cercai di far scivolare via le incertezze e cominciai ad esporre la mia relazione, rispondendo a qualche curiosità del docente che si presentava di tanto in tanto. Alla fine, aprì la camicia ancora cartacea e segnò il voto massimo accanto al mio nominativo. Dire che avevo un sorriso a 32 denti era poco, finalmente tutti i sacrifici fatti erano stati ripagati e, una volta ringraziato e preso le mie cose, lasciai l'aula con la felicità a mille ed il battito cardiaco accelerato. 




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Non mi convince tantissimo il capitolo ma cercherò di rimediare con i prossimi. x

After you. ||h.s.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora