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Jolie's pov

Finalmente arrivò il fine settimana e ciò significava niente tirocinio e niente impegni di nessun tipo.

Cercai di non pensare a quelle spunte blu sul mio telefono e mi dedicai prima alla pulizia completa della casa, sudando circa otto camicie e poi, dopo essermi lavata e resa presentabile al mondo intero, uscii per raggiungere un delizioso localino su Piccadilly Circus che in quel periodo era gremita di turisti pronti a scattare migliaia di foto per incontrarmi con le ragazze del mio stesso reparto per prendere il famoso caffè, trasformatosi poi in pranzo, che ci eravamo ripromesse fin dal primo giorno.

La loro compagnia era piacevole e serena ed era sempre bello instaurare nuove amicizie, soprattutto se incontrate sul posto di lavoro, infatti ridemmo delle piccole sventure di ognuna alle prese con le piccole sventure quotidiane nelle quattro mura disinfettate che ci accompagnavano giorno dopo giorno.

Il pranzo si prolungò in un pomeriggio in giro tra i vari negozietti e ne approfittai della loro compagnia per avere un parere su un nuovo vestito in occasione della premiazione all'università.

In tutte le ore passate con loro evitai di prendere il telefono ma, una volta arrivata a casa e sistemato il delizioso abito, mi concessi di dare un'occhiata alle notifiche dove, purtroppo, non c'era traccia di Harry.

Forse voleva solo del sesso e niente più? Bastava essere chiaro, forse mi ero fatta prendere troppo dalla situazione o forse avevo detto qualcosa di sbagliato e quindi, ancora una notte, mi addormentai con le mille paranoie presenti nella mia testolina.

Una nuova settimana cominciò e dire che avevo il morale sotto le suole delle scarpe era dir poco, come ogni mattina mi alzai tardi, forse troppo e quindi cominciò la mia corsa verso il St.Mary's.

Come di prassi, salutai la signora Lee di sfuggita e mi recai nel mio reparto, pronta per iniziare una nuova giornata tra somministrazione di chemioterapie e lettura di analisi del sangue.

Durante la mia pausa, dato il turno lungo, ne approfittai per sgattaiolare nell'ufficio del dott. Styles ed appropriami delle chiavi per la stanza della madre.

Non appena entrai dentro, Anne mi rivolse uno dei suoi sorrisi più belli e notai le sue occhiaie più profonde e la bombola dell'ossigeno impostata quasi ai livelli più alti, segno che i suoi polmoni non rispondevano quasi per nulla alle chemioterapie ed ai vari farmaci.

Mi venne una stretta al cuore ma non lo diedi a vedere, volendole portare solo un po' di serenità e qualche chiacchiera tra donne.

"Ciao Anne, mi sei mancata in questi giorni super impegnati." Mi avvicinai con un timido sorriso sulle labbra ed andai a sedermi sulla solita poltroncina accanto al letto.

"Tesoro, che piacere rivederti! Harry mi aveva accennato qualcosa e non hai proprio un aspetto raggiante come al solito, che cosa succede?" Non so se fossi io ad avere la faccia trasparente o se fosse lei a saper leggere dentro le persone.

Non mi sentii di dirle proprio tutto, era comunque il figlio e perciò le raccontai a grandi linee dell'appuntamento, omettendo il post, e della sparizione di Harry da più giorni. Restai un attimo interdetta quando mi disse che Harry era a casa con del forte raffreddore e, se il riccio nascondeva qualcosa, sicuramente la mamma ne era all'oscuro.

Restammo a chiacchierare del più e del meno e cercò di tirarmi su il morale raccontandomi delle sue avventure da giovane ragazze e, purtroppo, il tempo passò troppo in fretta e mi ritrovai a doverla salutare per finire le ultime cose in reparto e poi andare a casa. 

After you. ||h.s.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora