Tutto ciò che vidi mi destabilizzò tanto da non farmi muovere mezzo passo. Certo, Pet era impegnato con la testa tra le gambe di Wendy, la receptionist all'ingresso e non sulle scartoffie che credevo.
Dopo un tempo che mi parve infinito si accorsero della mia ombra e ciò mi fece scattare in avanti.
"Sei un pezzo di merda, lurido, schifoso e figlio di puttana!" dissi con tutta la rabbia che avevo in corpo, facendo dietro front per raggiungere l'uscita.
Sentii dei passi seguirmi di fretta, immaginando di chi fossero.
"Posso spiegarti, non è come sembra! È solo che, lo stress e tu impegnata!" disse Peter correndomi dietro ed afferrandomi per un pelo il polso destro."Lasciami e torna dalla tua cara sgualdrina, con me hai chiuso. Via." Mi staccai dalla sua presa e corsi fuori, ritrovandomi nuovamente nell'afosità umida di Londra.
Mi sentivo vuota, stupida ed imbecille. Come aveva potuto? Dio. Ed io che ci avevo perso anni della mia vita, io che mi preoccupavo delle troppe ore che passava a lavorare quando magari faceva tutt'altro.
Le lacrime cominciarono ad uscire involontariamente e presi la via di casa, scoraggiata e delusa.
Il telefono vibrava ininterrottamente con il nome del pezzo di merda, così lo afferrai e lo bloccai ovunque così che non potesse più contattarmi. Restasse con la sua cara Wendy nell'isola della stronza che c'era. Eccome se c'era.
Non appena entrai in casa andai in bagno a darmi una ripulita dal trucco sciolto e dagli occhi gonfi e rossi, cercando di calmarmi con respiri profondi. Ero completamente da sola adesso ma ero forte, diamine se lo ero, e non avrei permesso a Peter di rovinare le mie ambizioni e di abbattermi.
Venne subito sera e mi ritrovai sul divano a fare zapping con i vari programmi alla TV quando mi ricordai dell'e-mail che aspettavo di leggere.
Non nascondo che tremavo a prendere il cellulare, ma alla fine peggio di così proprio non poteva andare la giornata.
Da: stmarys
" Gent.ssa signorina Makha, a seguito della sua richiesta per il tirocinio presso la nostra struttura e, dati i risultati forniti dalla sua Università, siamo lieti di comunicarle che la attendiamo Martedì 13 giugno c.a., ore 14:00, nel reparto di Medicina Oncologica. Il suo responsabile di tirocinio sarà il dott.Styles, quindi dovrà chiedere di lui non appena arriva.
Le porgiamo i migliori saluti ed in bocca al lupo per questa nuova avventura.
Tesla Mccoen.
Responsabile di servizio St.Mary's Hospital."
Cosa, cosa, cosa?
Sbarrai gli occhi e consumai le parole dell'email, imparandola quasi a memoria. Forse la serata poteva essere ancora salvata. Un sorriso finalmente comparì sul mio volto e corsi in camera a scegliere i miei vestiti per l'indomani.
Non avrei avuto lezioni per la mattina successiva e quindi me la sarei presa con calma.
Dopo aver trascorso il resto della serata a comunicare il mio nuovo tirocinio con i miei genitori e Kosta al telefono, crollai sul letto nelle braccia di Morfeo.
Un raggio di sole mi colpì in pieno viso, l'unico raggio di sole. Ma ero troppo felice per prendermela con le tapparelle mezze sgangherate e così mi alzai di corsa, dirigendomi in cucina per la mia solita spremuta d'arancia.
Mentre mi godevo la fresca colazione, suonarono al campanello ed andai ad aprire dubbiosa, infondo non aspettavo nessuno.
"Buongiorno, il signor Gulliver Peter le manda questi." Disse un ragazzo abbastanza giovane con un mazzo di rose rosse infinite.
Odio le rose, odio Peter.
"Dica al signor Gulliver che può ficcarsele su per il naso, grazie." E con un sorriso chiusi la porta. Non volevo essere scortese con il ragazzo, infondo stava facendo solo il suo lavoro ma proprio non ce la facevo a sopportare le scuse di Peter dopo che mi aveva mentita, tradita e chissà cos'altro.
La mattinata proseguì tranquilla e dopo una doccia rinvigorente ed un pranzo veloce, mi vestii con una semplice camicetta bianca e dei jeans chiari, indossai infine delle snakers bianche ed afferrai la borsa che conteneva i miei oggetti personali.
La passeggiata fino al St.Mary's fu piacevole, forse perché nulla quel giorno poteva turbarmi. Immaginavo il dott. Styles come un simpatico signore con i capelli bianchi e brizzolati, magari gentile e disponibile per avere a che fare con i tirocinanti.
Non appena varcai la soglia, mi diressi al 4° piano e fermai la prima ragazza che incrociai fuori l'ascensore.
"Buongiorno, sono la nuova tirocinante, Makha, può indicarmi dove posso trovare il dott.Styles?" dissi, con un sorriso a 32 denti.
"Ultima stanza in fondo." Mi rispose la ragazza senza nessuna emozione, forse era qualcuna di passaggio o forse un'infermiera dai turni infiniti, date le sue occhiaie.
Mi diressi a grandi passi verso l'ultima stanza e vidi un ragazzo appoggiato allo stipite della porta.
Aveva un abbigliamento semplice, jeans scuri e maglietta nera a mezze maniche con dei capelli ricci che gli ricadevano appena sotto le spalle. I lineamenti del viso erano ben definiti, con un naso dritto e delle labbra rosee.Aveva lo sguardo rivolto verso il suo cellulare, mi sembrò in attesa di qualcuno o qualcosa, così mi schiarii la voce.
"Ciao, sono Jolie Makha, la nuova tirocinante! Anche tu in attesa del dott.Styles? Non vedo l'ora di iniziare" Dissi tutto d'un fiato con l'entusiasmo a mille.
Il ragazzo alzò lo sguardo per qualche secondo su di me, con i suoi occhi verdi e sbuffò prima di aprire la porta ed entrare dentro lo studio.
"Dio, perché tutte a me le tirocinanti!" disse sottovoce, direi quasi infastidito, prima di urlarmi un "Entra!".
"Guardi, a me hanno detto di chiedere del dott.Styles, lei è il suo assistente personale? O qualcosa di simile?" Dissi con voce più calma, seguendolo dentro lo studio che appariva un po' spoglio ma ben pulito ed ordinato.
"Sono io il dott. Styles." Alzò nuovamente lo sguardo su di me mentre prendeva posto dietro la scrivania, notando un camice bianco appeso alla sedia di pelle dove sedeva.
Merda, che figura. Cominciamo bene.
STAI LEGGENDO
After you. ||h.s.||
Fanfiction[COMPLETA.] La terza legge della dinamica, o principio di azione e reazione, stabilisce che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.