La settimana passò in modo lento e noioso e più venerdì sera si avvicinava e più l'ansia cresceva a dismisura, mi ritrovai a svolgere la solita routine, a prendere un caffè semplicemente da amici con Jack ed a fare altre chiacchiere con Anne cercando di non pensare ad Harry ed al fatto che non lo sentissi ormai da troppo ed in ospedale nessuno osava dire una parola su di lui ma il giorno della premiazione arrivò e mi catapultai a prima mattina fuori dal letto, ripassando circa mille volte il discorso da tenere alla consegna delle pergamene.
Ad ora di pranzo il mio cervello andava a fuoco e così decisi di concedermi un lungo bagno caldo, pentendomi subito dopo per le effettive temperature che c'erano all'esterno.
Alle sei iniziò la mia preparazione e dopo uno scrub al viso ed una maschera ai capelli, cominciai ad acconciare questi ultimi in morbide onde lunghe. Dedicai più di mezz'ora poi al trucco, volendo restare sul semplice ma con una buona base di fondotinta, due linee di eye-liner che mi vennero perfette anche grazie all'aiuto dello scotch e tanto mascara.
Indossai, finalmente, l'abito che avevo acquistato la settimana prima con le ragazze ed era ancora più bello di come lo ricordavo.
Era un semplice abito di raso verde petrolio con delle spalline sottili che scendeva morbido sulla mia figura, con una scollatura ampia sulla schiena e minima sul seno.
Abbinai un paio di sandali gioiello con il tacco ed un punto luce regalatomi dai miei genitori e, infine, afferrai la borsetta con dentro tutto il necessario che ci stava a malapena.
Una volta uscita da casa, chiamai un taxi perché anche se la strada era poca, avevo pur sempre dodici centimetri di tacchi ai piedi ed infatti impiegai non più di cinque minuti per arrivare a destinazione.
Ringraziai mentalmente il cielo per quell'aria freschetta e per aver abbassato il grado di umidità nell'aria così da garantirmi ancora dei capelli in ordine ed al loro posto.
Entrai sorridente nell'ateneo e, dopo aver consegnato la copia dei miei documenti e ritirato la toga che dovevamo indossare per l'occasione, mi diressi nel teatro sotterraneo dove si svolgevano le varie premiazioni. Presi posto accanto ad una compagna di corso che, gentilmente, me ne aveva conservato uno e dopo averci scambiato due chiacchiere sull'ansia del nostro discorso, puntammo lo sguardo sul palco dove il tutto stava per iniziare.
Makha era a metà elenco e ciò non mi aiutava affatto, infatti mi torturai le mani per tutto il tempo, sorridendo e congratulandomi comunque con i miei colleghi che avevano percorso questi anni insieme a me.
Al mio turno mi alzai tremolante e cominciai a salire lentamente le scale, per paura di cadere, raggiungendo infine il mio professore per la consegna della pergamena.
"Signorina Makha Jolie, con il potere conferitomi dal magnifico rettore la dichiaro Dottoressa in Medicina e Chirurgia con lode, augurandole un futuro radioso e splendente." Il professore pronunciò quelle parole con enfasi ed il mio corpo venne pervaso da una serie di brividi, tutto il mio impegno e tutti i miei sacrifici erano racchiusi in quelle semplici parole. Non appena il docente mi lasciò il posto al microfono, i miei occhi diventarono lucidi e dopo un breve colpetto di tosse, proseguii con le parole ripetute a casa fino allo sfinimento.
"Buonasera, in primis, un ringraziamento speciale al mio professore qui presente per la sua immensa pazienza, per i suoi indispensabili consigli, per le conoscenze trasmesse durante tutto il percorso di studi. Ringrazio i miei genitori che hanno sempre creduto in me ed hanno appoggiato ogni mia scelta, soprattutto quella di studiare così lontano da casa." Pronunciai il discorso guardando tutti i miei compagni ed i vari conoscenti e genitori seduti davanti a me, dispiacendomi che i miei non fossero presenti. Dopo la mia piccola pausa, puntai lo sguardo verso la porta principale che si aprì con un leggero tonfo, attirando l'attenzione delle persone ed il mio cuore perse un battito o forse cento.
Da quella porta entrò Harry in tutta la sua bellezza, con un pantalone blu dal taglio elegante ed una camicia azzurra con le maniche arrotolate. Alzò le mani in segno di scuse e portò i suoi occhi su di me, regalandomi uno di quei sorrisi che avevo desiderato vedere nei giorni passati.
Una parte di me doveva essere arrabbiata maledettamente con lui ma il mio cuore, il mio cervello e le farfalle nel mio stomaco, non ne volevano proprio sapere ed in quel momento le mie gambe erano pura gelatina.
Ripresi il mio discorso, restando con gli occhi impuntati nei suoi, come se fossimo da soli in quella stanza enorme.
"Infine, ringrazio tutti i miei compagni di studio ed il personale medico che ho incontrato nel mio tirocinio presso il St.Mary's." Sorrisi, distogliendo lo sguardo dal moro che mi stava letteralmente fissando e consegnai la parola al professore, scendendo dal palco con la mia pergamena.
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After you. ||h.s.||
Fanfiction[COMPLETA.] La terza legge della dinamica, o principio di azione e reazione, stabilisce che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.