Capitolo 5

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 "Quindi, ricapitolando..." disse Joanne, guardando tutti i fogli sul tavolo e cercando di non complicarsi le cose "Sì, è tutto organizzato. Allora, Sibilla, dal 6 all'11 aprile sarai a Cinecittà per quella comparsa nel film di Germano, okay?"

"Sì" rispose lei, guardandola nei grandi occhi scuri, ma con la mente ancora ferma alla parola «Cinecittà».

"Ti ho già prenotato tutto, anche l'albergo in pieno centro a Roma come mi hai detto tu. Poi mi spiegherai perché te ne devi stare così decentrata rispetto agli studio" la rimproverò bonariamente, togliendosi gli occhiali.

"Te l'ho detto, preferisco stare in centro e non in periferia per l'ambiente, la luce, i colori, i rumori..." le rispose semplicemente, e in larga parte le stava dicendo la pura verità; per Sibilla trovarsi in un posto che la mettesse a proprio agio era come assicurarsi un buon sessanta percento di probabilità di ottimo umore durante la giornata. L'ambiente per lei era fondamentale.

E poi in centro a Roma c'era lo studio legale del professor Conte, come se quello valesse di per sé a farli incontrare casualmente per strada, come in un film.

"D'accordo, però ti dovrai alzare almeno mezzora prima ogni mattina"

"Non c'è alcun problema, Joanne, davvero" le sorrise gentilmente, mettendole una mano sulla spalla "Grazie mille, sei sempre fantastica"

"È il mio lavoro" appuntò ridendo, poi si concentrò nuovamente sui fogli, sempre col sorriso stampato in volto, ma con un tono di serietà nella voce "Domani mattina alle 8 andremo a firmare i contratti finali, alle 11 avremo l'aereo per Milano Malpensa, poi Roma Fiumicino. Sicuramente non arriveremo in albergo prima di mezzanotte"

"D'accordo. Però ora voglio che ti rilassi un momento e che tu venga con me a salutare la troupe... si sono affezionati a te"

"Non mi sembra il caso di interferi-"

"Ah no! Tu ora vieni con me a festeggiare e basta. Hai lavorato come una dannata nell'ultimo mese. Ora..." si avvicinò a lei e la spinse amichevolmente verso la porta "Lascia questi benedetti fogli e vieni con me, per piacere".

Sibilla la prese a braccetto e Joanne iniziò a ridere, quindi uscirono dalla porta della suite dell'albergo.

*

Finalmente un segnale. Forte, chiaro e non più fumoso ed evasivo.

Sibilla batté le mani una sola volta, poi le alzò al cielo saltando giù dal soffice letto dell'albergo, iniziando quindi a girare su se stessa per la stanza in un bailamme di gioia e dolcezza. Era completamente e perdutamente trasecolata dall'ultima e-mail ricevuta dal professor Conte.

"Sì!" esultò, cingendo le mani sopra il petto "Sì! Grazie al cielo! Sì! Finalmente!!".

Gambettò in fretta verso il letto, ci saltò sopra e rilesse le righe che l'avevano infiammata a tal punto.

[...] questi mesi di conversazione con lei mi hanno portato a nutrire un sincero interesse nei confronti del mondo musicale che poco conoscevo, a tal punto da partecipare attivamente, e con la curiosità di un bambino, alle proposte offerte qui in città. A tal proposito, in linea con i suoi recenti soggiorni e con la speranza di non risultarle inopportuno, le esprimo con sincerità l'immenso piacere che mi farebbe se acconsentisse a venire con me alla prima del «Tristano e Isotta» di Richard Wagner all'Opera di Roma. Lei più di me sa di quale livello sto parlando siccome, ad eseguirlo, ci saranno Michail Regensburger, Emily Stuart e i Berliner Philharmoniker diretti dal Maestro Hofmann.
Si terrebbe domenica alle 17.

In attesa di una sua risposta (senza impegno alcuno), la saluto cordialmente.

Giuseppe

In quei giorni felici arrivati con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora