Capitolo 14

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La vita con Giuseppe era bella.

Era bella in tutte le sfumature, anche con quei bisticci che si risolvevano nel giro di poche ore, sempre con delle riflessioni razionali e costruttive.

Stare accanto ad un uomo del genere era motivo di orgoglio oltre l'immaginabile; il suo buon cuore, la gentilezza e la generosità erano onnipresenti, senza contare quello spirito femminista così naturale di cui Sibilla aveva la fortuna – rispetto a tante altre donne – di poter beneficiare giorno dopo giorno.

Sibilla, nelle settimane successive la consegna dell'onorificenza, aveva ficcanasato tra gli annunci di case in vendita e dopo molti sopralluoghi aveva trovato due appartamenti davvero interessanti in centro, vicino al Lungotevere di Tor Nona, all'ultimo piano.

Dopo essersi confrontata con Giuseppe, avevano scelto l'appartamento e Sibilla aveva avuto l'impressione che per tutto il tempo Giuseppe cercasse di cogliere in lei quale veramente le piacesse di più, a discapito dei suoi personalissimi gusti.

Alla fine avevano scelto l'appartamento di un palazzo veramente splendido che dava su una piazzetta pittoresca con molto verde, tra edera rampicante e aiuole. Il bugnato esterno era color arancio cadmio, così simile ai colori della sua cara Bologna che le fu chiaro fin da subito che Giuseppe avesse optato per quella opzione per farla sentire più a casa. Quasi si emozionava in un fiume di lacrime se pensava a quei piccoli e impercettibili gesti, sempre taciuti e mai sciorinati per ricevere un qualche tipo di lode o ringraziamento. La genuina e spontanea bontà di Giuseppe faceva commuovere

Era un locale bello ampio, in larga parte openspace con un terrazzo magnifico che Sibilla era risoluta a sistemare uguale a casa sua, con un angolo piscina. Per evitare pettegolezzi e indiscrezioni dal mondo politico, avevano concordato insieme che la casa sarebbe stata intestata a lei e, viste le rendite annuali di cui disponeva, l'aveva pagata praticamente subito, anche i lavori di restauro. Giuseppe si era sentito in colpa per quello, ma con i dovuti ragionamenti, Sibilla era riuscita a scendere a quei patti pur di proteggerli da qualsiasi tipo di malelingue.

Per Sibilla era stato divertente dedicarsi interamente al trasloco e al nuovo arredamento, non aveva avuto molto altro da fare, ad esclusione del doppiaggio di un personaggio di un cartone della Pixar e delle due mattine fisse ogni settimana in un reparto di pediatria per strappare sorrisi ai bambini malati con le sue scenette e qualche canzoncina all'ukulele. Sobbarcandosi lei i lavori brigosi del trasferimento di alcuni mobili, dell'acquisto di altri e della successiva disposizione nella nuova casa, avrebbe sollevato Giuseppe da quelle preoccupazioni che sommate a quelle al Governo lo avrebbero sovraccaricato psicologicamente all'inverosimile. Comunque, in più occasioni, si erano divertiti molto a perdere la pazienza con viti e scaffali vari.

Nel giro di due mesi avevano una nuova casa tutta per loro e la bella stagione si preannunciava piacevole, radiosa e così traboccante di amore che Sibilla non poteva chiedere di più dalla vita. Per il momento, vista la quasi totale mancanza di lavoro da parte di Sibilla – ad esclusione di qualche intervista – riuscivano a passare molto tempo insieme quando Giuseppe staccava dal lavoro e si scoprivano giorno dopo giorno, crescendo, comprendendosi e migliorandosi insieme.
Gradualmente li andarono a trovare i vari amici e, l'incontro più piacevole fu di certo quello con i genitori di Giuseppe.

La madre, Lillina, sembrava venerare Sibilla e quando era possibile le ribadiva quanto fosse certa che Giuseppe fosse molto più felice e sereno da quando stava con lei, che aveva un effetto benefico sul suo carattere. Il padre, Nicola, non era un signore di molte parole, ma l'alone di rispetto col quale si approcciava a lei lo rendeva un uomo del tutto apprezzabile e piacevole. Alcuni loro modus operandi erano ben estranei da quelli di Sibilla, ma di certo non così insidiosi e urtanti da poter smuovere alcuna polemica – e in tal caso, Sibilla godeva di quel carattere incredibilmente resiliente da incassare ogni colpo per tenere le cose col giusto equilibrio.

In quei giorni felici arrivati con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora