Epilogo alternativo

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"Papà... sei sicuro? Non ti dà fastidio?" gli chiese Isotta, mentre sistemava il colletto dello spolverino nero che tanto le stava bene.

Giuseppe si voltò e la guardò complessivamente, sorprendendosi ogni volta di quanto sua figlia somigliasse incredibilmente alla defunta madre, a Sibilla, a sua moglie. Sarebbe sembrata il clone di lei se solo non fosse stato per gli occhi eterocromi – uno azzurro e l'altro nocciola scuro – e le profonde fossette che le solcavano le guance al minimo movimento.

Se fosse stata una qualsiasi altra persona si sarebbe sforzato di sorriderle in quel triste giorno, ma vedere sua figlia era sempre una tale gioia ed esplosione di amore e orgoglio che le labbra si distendevano automaticamente in un'espressione intenerita e bonaria. E di certo l'età non aiutava.

Dall'alto dei suoi settant'anni sentiva un tale ammorbidimento nel cuore e nello spirito che non facevano altro che ricordargli quanto tempo fosse passato, quanto fosse vecchio e inadeguato lui per una figlia ventenne.

Vent'anni spaccati, proprio quel giorno, il 25 aprile. E lui ci provava a dare del suo meglio per rimanere al passo di lei: tra Isotta e Sibilla, Giuseppe non aveva fatto altro che correre dietro a delle donne più giovani per buona parte della sua vita, ottenendo comunque discreti risultati – e rimanendo consequenzialmente e inevitabilmente più moderno e al passo con i tempi.

"Certo che non mi dà fastidio, Isotta. Non hai mai voluto festeggiare il tuo compleanno..."

"Rimango qui sotto, vado a prendere qualcosa da bere con Beatrice e Antonella: non-" si bloccò, pesando le parole esattamente come un tempo faceva Sibilla "Non voglio festeggiare. Ma ho bisogno di parlare un po'"

"Vai, al massimo al tuo ritorno sarò collassato per il sonno sul divano" rispose sorridendo, portando le braccia dietro la schiena. Guardò il tramonto primaverile perdersi dietro la cupola di San Pietro e i colli sullo sfondo, in un alone quasi violaceo; alcune stelle già brillavano e l'atmosfera era tiepida e insolita per quel mese.

"Allora... allora vado. Non farò tardi, per domani sarò in forma e sobria" sorrise timidamente, inclinando il capo di lato "Sei molto agitato?" gli chiese dolcemente, facendo qualche passo nella sua direzione e stringendo la tracolla della borsetta di cuoio di sua madre tra le mani.

"Se sono agitato di diventare Presidente della Repubblica?" respirò profondamente ed espirò in un'inflessione tremante "Sì, lo sono".

"Sarai un magnifico Presidente della Repubblica, papà. Te lo dico io, quindi sarà così".

Dolce come sua madre – quando voleva.

Isotta aveva ereditato il temperamento più piacevole e adorabile di Sibilla, tuttavia sapeva essere risoluta con una tale astuzia e circospezione che quasi sempre a Giuseppe gli sembrava di vedersi da giovane, quando si era fatto strada nel mondo giuridico e universitario.

Isotta aveva un grande senso pratico, strategico e lungimirante; il sogno di diventare magistrato le calzava a pennello e la fortissima inclinazione – e predisposizione – al dialogo e alla destrezza politica, conformava con grande obiettività quelle innate doti attoriali che le sarebbero tornate utili per una comunicazione efficace, calibrata e cosciente, modellando la forma migliore per tramandare il contenuto più schietto e puro nella sua essenza.

Isotta era una donna adorabile in tutti i sensi – sebbene praticamente irraggiungibile per via delle sue alte aspettative – ma professionalmente parlando sapeva rendersi un vero e proprio osso duro. Tuttavia, il suo cuore era buono e puro, di quello ne era certo e non faceva altro che averne conferma giorno dopo giorno.

Giuseppe si girò e le sorrise, sentendo il cuore scoppiargli nel petto per la felicità:

"Avere il tuo sostegno è tutto ciò di cui ho bisogno, Isotta... dalla vita non mi serve nient'altro, a parte..." si morse il labbro inferiore ed abbassò il capo, sentendo ancora la ferita sanguinare copiosamente, quindi si ricompose "Divertiti questa sera, te lo meriti".

In quei giorni felici arrivati con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora