Capitolo 26

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"No, no... stai pur lì, tranquillo" disse Sibilla, sfiorando il polso di Giuseppe; se ne stava ad occhi chiusi seduto sulla poltrona, con la tazzina di caffè posata sul tavolino accanto "Io mi metto qui sul tavolo, non ci sei nell'inquadratura. C'è solo parte della libreria".

Sibilla sistemò il portatile e si mise a sedere comoda, raccogliendo i capelli e fermandoli con una semplice matita a portata di mano. Preparò il taccuino per eventuali punti imprescindibili da ricordare e aprì il software per incontrarsi con i produttori da Los Angeles e Joanne da New York, ferma da mesi negli Stati Uniti e miracolosamente sana.

La videochiamata iniziò e dopo i vari saluti di circostanza con quei personaggi e quei nomi altisonanti di Hollywood, iniziarono ad andare al punto del discorso.

"Allora Sibilla, veniamo a noi" disse Chris Robinson, il produttore, muovendo la penna sotto le sue dita "Come hai potuto sentire stiamo parlando di un progetto ambizioso. La sceneggiatura, già scritta, tratta di questa fotomodella ossessionata dal suo lavoro, risucchiata nei vortici mondani della vacuità, instabile mentalmente e affettivamente, che si ammalerà pur di rimanere ai vertici nel suo mestiere, fino alla morte. Importantissima sarà la malattia mentale... e l'anoressia"

"Anoressia" constatò lei, vedendo, con la coda dell'occhio, Giuseppe muoversi sulla poltrona e aprire gli occhi.

"Sì..." strascicò il produttore, mordendosi il labbro inferiore "Sibilla, io posso garantirti il terzo premio Oscar, lo sai vero?"

"Non recito per i premi" rispose convinta, sebbene chiunque - in fondo - bramasse un qualsiasi tipo di riconoscimento prestigioso, compresa Sibilla.

"Lo so, ma questo... questo, credimi, sarà qualcosa che farà ammattire la critica. Sibilla, vorrei te e nessun'altra. Quando abbiamo pensato alla sceneggiatura io e Copperfield l'abbiamo immaginata cucita addosso a te"

"Cosa dovrei fare?"

"Preparazione mentale, chiaramente... lì avrai i tuoi metodi e ti lasciamo piena libertà" spiegò la regista, Anne Flores.

"E la preparazione fisica?" chiese e per un istante rimasero tutti zitti, quindi Anne si fece avanti:

"Sarò schietta fin dall'inizio, ho dato un'occhiata ai tuoi dati, le tue ultime foto uscite e ho analizzato il tutto con degli esperti. Per quello che chiediamo in questo film, ad occhio e croce, dovresti perdere quasi venti chili"

"Quasi venti chili?!" ebbe un sussulto, ma era certa di aver capito benissimo ciò che le avevano appena detto.

"Sì, quasi venti... ma sarai seguita da un'equipe formidabile composta da un nutrizionista, un medico personale a stretto contatto con te ogni giorno e uno psicologo esperto... tutti per te. Non sarai lasciata sola un attimo".

Sibilla si sfregò il volto con una mano, vedendo da lontano Giuseppe dritto e attento nella poltrona che la guardava con gli occhi sbarrati. Lì per lì non seppe esattamente cosa pensare, le vorticava in testa solo la cifra del numero di chili da perdere e si chiedeva come fosse possibile una cosa del genere, se fosse umanamente e fisicamente affrontabile. In fondo però sentiva qualcosa, una curiosità pruriginosa di conoscere i propri limiti.

"Sappiamo che ti stiamo chiedendo tanto-"

"Lo state facendo per davvero" li interruppe, senza alcuna traccia di rancore o durezza, ma semplicemente sottolineando l'ingerenza della loro legittima richiesta "È settembre e solo ora non ho più i sintomi del virus che mi ha devastata a marzo, io..."

"È per questo che sarai seguita ogni giorno da degli esperti, non verrai lasciata sola; Inoltre abbiamo già parlato con Joanne che ci ha detto che fino a metà ottobre sarai a terminare la trilogia con Heyman. Potremmo girare le scene con il tuo attuale stato fisico nell'immediato e pensare già alla post-produzione di quel girato mentre tu inizierai la dieta: man mano che dimagrirai gireremo le scene necessarie e, se saremo una buona squadra, entro gennaio avremo finito le riprese"

In quei giorni felici arrivati con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora