Capitolo 11

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Buongiorno a tutti! E ora, dulcis in fundo, Megan Doyle.



Quando Hermione tornò in dormitorio, non c'era nessuno. Lacrime di rabbia continuavano a rigarle il volto. Prese tra le mani la collana che le aveva regalato sua madre per il compleanno e la strinse, nella speranza che l'aiutasse a calmarsi. Si sedette sul bordo del suo letto facendo dei respiri profondi mentre si asciugava le lacrime. Poi, in un impeto di rabbia, scaraventò a terra tutto quello che c'era sul suo comodino che, visto che studiava solo nella vita, consisteva in una pila di libri e in due foto, una con i suoi genitori e una con Harry e Ginny. Grazie a Dio non ne aveva fatte con Ronald, o in quel momento ci avrebbe dato fuoco. Decise che la cosa più saggia da fare era calmarsi e che il modo migliore per farlo era andare a farsi un giro per il castello. Senza togliersi il cappotto prese la bacchetta e uscì. Magari sarebbe potuta andare nella Stanza delle Necessità e chiede una camera in cui sbollire tutte le emozioni che provava. Sì, sarebbe stata una buona idea. Scese le scale e uscì dal buco del ritratto. Si guardò intorno e fu felice di constatare che in giro non c'era nessuno che avrebbe potuto vederla in quello stato. Ovviamente, si sbagliava.
Arrivata al settimo piano stava camminando la terza volta davanti al muro in attesa di una porta che le desse una valvola di sfogo, quando si sentì chiamare.
-Granger!-
Hermione chiuse gli occhi. Non voleva che qualcuno la vedesse in quello stato, soprattutto lui.
-Malfoy.- disse senza girarsi, sperando invano che gli occhi gonfi e rossi stessero migliorando. Draco si fermò qualche passo dietro di lei.
-Come stai?- chiese.
-Bene.- rispose Hermione.
-E come stai davvero?- chiese di nuovo Draco.
La ragazza non rispose ma girò un po' la testa di lato, abbastanza per vederlo con la coda dell'occhio ma non abbastanza per farsi vedere in faccia.
-Puoi voltarti Granger, so che hai pianto.- disse pazientemente. Hermione si irrigidì appena, ma si disse che, se davvero voleva essere sua amica, doveva esserlo fino in fondo e non solo quando voleva e le faceva comodo. Si voltò, tenendo gli occhi bassi. Dopo qualche secondo li alzò per guardare quelli grigi del ragazzo.
-Come lo sai?- chiese Hermione.
-Mi sei venuta contro mentre correvi verso il castello, ad Hogsmeade. Ti ho chiamata ma non mi hai sentito. Ti ho seguita ma, seriamente, dovresti rallentare. Sei molto più veloce di quanto mi aspettassi! Ti ho persa di vista al terzo piano e ti ho ribeccata ora.- disse.
Hermione lo guardò a bocca aperta.
-Io ti sono...? Per Merlino, mi sono accorta di aver urtato qualcuno, ma non mi sono fermata. Scusami Malfoy, mi dispiace. Perché mi hai seguita?- chiese, sinceramente curiosa, mentre spostava il peso da un piede all'altro.
-Beh, abbiamo detto che siamo amici. Cerco di comportarmi da amico. Non sono molto sicuro di come si fa, ma la Weasley ti seguirebbe.- rispose alzando le spalle imbarazzato. Hermione sorrise.
-Sì, Ginny lo farebbe.- disse Hermione, grata.
-Perché sorridi?- chiese Draco.
Hermione scosse la testa.
-Per tanti motivi: mi hai seguito fino a qui per vedere se stessi bene, è una cosa che fa piacere. Nonostante dici di non sapere come essere un buon amico, il fatto che pensi a quello che farebbe Ginny, che è la mia migliore amica, significa che ci tieni a diventarlo. E poi, io ti ho detto che volevo essere tua amica, ma tu non avevi detto di voler diventare mio amico.- disse abbassando lo sguardo imbarazzata. Draco annuì, non sapendo bene cosa dire.
Poi, indicò la porta dietro la ragazza.
-Che cosa hai chiesto alla Stanza?- chiese.
Hermione si girò a guardare la piccola porta in legno.
-Una stanza dove sbollire la rabbia.-
Draco la guardò sorpreso.
-Vuoi rompere degli oggetti?! Non me lo sarei mai aspettato da una ragazza pacata come te, Granger.- disse.
Hermione ridacchiò.
-Non te lo saresti mai aspettato perché dentro quella stanza non c'è nulla da rompere. Ho bisogno di calmarmi. E c'è solo una cosa che mi calma in fretta, sin da quando sono bambina.- disse Hermione.
-Che cosa?- chiese ancora Draco. Hermione gli sorrise e gli fece segno di seguirla. Entrò nella stanza e la trovò arredata esattamente come l'aveva chiesta. Era uguale identica alla sua camera da letto babbana. Le pareti, una lilla e tre bianche, erano decorate con delle fotografie e diverse mensole piene di libri. Il letto era abbastanza grande e bianco, con un copriletto bianco a fiori viola. Sulla sinistra c'era una bella e moderna scrivania bianca e sulla sinistra un armadio in legno, bianco anch'esso.
-Aspetta.- disse Hermione, facendo fermare Draco. Chiuse gli occhi, e un secondo dopo la stanza le diete ciò che aveva richiesto. Il letto scomparve e al suo posto spuntarono due poltrone e un divanetto, con al centro un tavolino con una tazza fumante*. Draco si avvicinò e guardò dentro.
-Questo è...?- chiese guardando la ragazza.
-Latte caldo. Esatto.- rispose Hermione, facendogli segno di sedersi. La temperatura della stanza era gradevole, e entrambi i ragazzi si tolsero i soprabiti.
-Ne vuoi un po'? O qualcos'altro?- chiese Hermione mentre prendeva la tazza di latte.
-Un po' di tè sarebbe perfetto. Classico.- disse, e immediatamente davanti a lui comparve ciò che era stato richiesto.
Rimasero in silenzio qualche minuto.
-Perché piangevi?- chiese ad un certo punto Draco.
-Perché ero molto arrabbiata con Ronald.- disse Hermione.
-Lenticchia ti ha lasciato?- chiese Draco, cercando di immaginare il motivo per cui la ragazza dovesse essersi arrabbiata tanto da piangere.
-Oh, no. L'ho lasciato io.- disse semplicemente mentre sorseggiava un po' di latte.
-Cosa? E perché?- chiese Draco -Se posso chiedere.-
-Certo che puoi chiedere, non farti problemi. Tra amici si parla no? Comunque era arrabbiato perché ti parlavo. Mi ha elencato ogni volta che ci siamo trovati insieme per più di un minuto dicendo che mi teneva d'occhio da... lascia perdere, riusciva a sapere sempre dove mi trovavo.-
Draco rimase fermo con la tazza di tè a metà strada tra il piattino e le labbra.
-Stai scherzando? E tu lo hai lasciato perché io non gli andavo a genio? So che ha sbagliato, ma se il problema sono io mi faccio da parte.- disse posando la tazza sul tavolino e alzandosi. Hermione per poco non sputò il latte.
-Cosa? Ma sei pazzo? Risiediti immediatamente! Non voglio che tu ti faccia da parte. Diventare tua amica è stato una mia scelta, e non permetterò a nessuno di dirmi cosa posso o non posso fare. Soprattutto non da un uomo. Non tollero certi comportamenti da nessuno, soprattutto da qualcuno molto vicino a me. Avrebbe dovuto appoggiarmi e non controllare le mie mosse in giro per la scuola.- disse. Draco si risiedette.
-Però ora che lo hai lasciato stai male.- disse.
-Beh sì, è normale. Però so di aver fatto la scelta giusto. Nessuno dovrebbe mai mettere una persona davanti ad una scelta della serie "o me o la tua libertà di fare quello che ti pare nella vita".- disse.
Rimasero in silenzio per un po'.
-Grazie. Per avermi dato una possibilità di essere migliore, intendo.- disse ad una certa Draco.
Hermione gli sorrise.
-Devo ammetterlo, se me lo avessero detto qualche settimana fa probabilmente mi sarei messa a ridere e avrei detto che non sarebbe mai successo ma... mi stai simpatico, Malfoy. Davvero.- disse Hermione. Draco rise, mentre chiedeva alla stanza altro tè.
-Anche tu mi stai simpatica Granger.-

Forgive me - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora