Capitolo 18

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Quando, la mattina dopo, Draco vide che l'orologio segnava le 8:52 del 1 gennaio 1999 desiderò con tutto sé stesso una giratempo da poter usare per tornare indietro nel tempo. Aveva riferito la conversazione con suo padre soltanto a Blaise, che ora dormiva beato parlottando di pinguini con il tutù azzurro e verde. La notte prima, aveva finalmente assaporato quelle labbra che aveva desiderato per tanto tempo. Come avrebbe fatto a starle lontano? Ma soprattutto, come poteva ignorarla e basta dopo tutto quello che avevano condiviso fino a qualche ora prima?
-Potresti iniziare mangiando colazione qui e evitandola. Lo fai per lei Draco.- disse una voce molto familiare.
-Fino a poco fa sognavi pinguini con il tutù.- rispose il biondo.
-Si, ho un vago ricordo... il tutù era più bello verde.- disse Blaise mentre si tirava a sedere
-Immaginavo. Mi porteresti qualcosa da mangiare se sali?-
-Il realtà pensavo di farti compagnia e farmi prendere qualche cosa, anche se, se vogliamo aspettare che Daniel si svegli, ci conviene digiunare.-
Rimasero in silenzio per un po'.
-Credo che chiederò a Curunil.- disse Draco.
Blaise lo guardò stranito.
-A chi?-
-L'elfo domestico che mi accudiva da bambino... quello che ha portato lo specchio. Ci scommetto la testa che in questo momento mio padre sta controllando cosa sto facendo.- disse ridendo amaramente.
Blaise guardò triste l'amico, profondamente dispiaciuto per lui. Il bruno aveva avuto la fortuna di nascere in una famiglia purosangue in cui si teneva conto della sua felicità. Purtroppo per Draco, la sua non faceva altrettanto.
In quel momento, con un sonoro Pop, un piccolo elfo si materializzò davanti a loro. Come di consueto era vestito con un vecchio straccio. Dalle grandi orecchie uscivano un paio di ciuffi di peli bianchi e si vedeva che si muoveva a fatica a causa di una caviglia bendata.
-Chi sei?- chiese Blaise.
-Io sono Curunil signore. Curunil l'elfo domestico. Il signorino Draco ha chiamato.- rispose il piccolo essere.
-Grazie di essere venuto subito. Sai dove si trova mio padre?- chiese Draco.
-Sì, è uscito pochi minuti prima che mi chiamaste, signore.-
-Ottimo. Gradirei che tu non lo informassi di questa visita. Potresti portarci qualche cosa veloce da mangiare? Qualsiasi?- chiese gentilmente, come solo Hermione riusciva a farlo diventare.
-Certo padrone. Curunil arriva subito signore.- disse annuendo in fretta e scomparendo dalla stanza per tornare un attimo dopo con un vassoio pieno di torta alla melassa, tè e caffè.
-Curunil ha preso tutto quello che ha trovato che piace al signorino. Curunil spera che all'amico del signorino faccia piacere.- disse ancora. Blaise gli sorrise.
-Mi piacerà di sicuro, adoro il caffè.- disse semplicemente mentre andava a sedersi sul letto di Draco, dove l'eco aveva appoggiato il plateau.
Passarono la mattinata in camera, senza mettere il becco fuori dalla porta della Sala Comune neanche una volta. Per Draco, stare lontano da Hermione fu più difficile del previsto. Era costantemente ossessionato dal suo viso, ogni cosa che faceva gli ricordava almeno in parte la ragazza. Non sapeva cosa stesse facendo in quel momento, ma era sicuro che lo stesse cercando. Magari pensava che stesse ancora dormendo visto l'ora tarda a cui erano andati a dormire, o forse Hermione stessa non si era ancora svegliata. Draco se lo augurò, sperando che potesse rimandare quella spiacevole sorpresa e godersi la loro ultima notte insieme il più a lungo possibile.

***

Quando Hermione si svegliò, il la stanza era completamente illuminata. Quell'anno iniziava con un caldo sole, come a dire che dopo gli avvenimenti terribili del 1998 quello sarebbe stato molto meglio. Ginny le aveva scritto un paio di giorni prima per dirle che ormai il pancione di quattro mesi di Fleur era più che evidente e che sarebbe tornata subito dopo il primo dell'anno. Così, dopo pochi secondi che la giovane Grifondoro aveva aperto gli occhi, una furia dai capelli rossi entrò nella stanza svegliando le poverette che ancora speravano di poter oziare nel mondo dei sogni.
-Ragazze sono tornata!- urlò Ginny mentre sistemava il suo baule al suo posto e si sfilava il mantello. Megan mugolò un paio di volte voltandosi dalla parte opposta. Agatha si tirò su chiudendo le tende del suo letto a baldacchino. Della sorella non vi era traccia.
-Buongiorno Ginny, grazie del dolce risveglio.- sbadigliò Hermione portandosi una mano davanti alla bocca.
-Che ci facevate ancora tutte addormentate? Voi non dormite mai, è quasi mezzogiorno?- disse Ginny guardandole stranita.
-Non potrò iniziare l'anno nuovo con la mia torta alla melassa? Sarà un anno catastrofico!- disse Megan improvvisamente sveglissima.
-Speriamo meno catastrofico dell'anno scorso, altrimenti siamo tutte morte e sepolte.- disse Agatha riaprendo le tende e rinunciando a dormire vista la squillante voce di Ginny.
-E comunque ieri c'è stata una festa nella Stanza delle Necessità, credo di aver bevuto troppo a giudicare da quanto ho rimesso stanotte e dal male alla testa che ho.- continuò Agatha prendendosi la testa tra le mani e sdraiandosi a letto.
-A pranzo prova con del caffè, di solito aiuta.- le suggerì Ginny mentre si buttava sul suo baldacchino iniziando a parlare di qualcosa non ben definito con Megan.
Hermione era troppo occupata per prestarvi attenzione. Nella sua mente, vi era un solo pensiero: il volto di un giovane furetto platinato. Ripensò alla notte prima e non poté fare a meno di sorridere mentre sentiva il petto riempirsi di un calore improvviso e le gambe diventarle molli.
-Come mai così felice 'Mione?- chiese Agatha notando il sorriso da pesce lesso sulle labbra della ragazza.
-Mi ha baciata.- sussurrò lei piano, beandosi nel ricordo.
-COSA?!- urlò Ginny che, nonostante il tono basso di Hermione, aveva sentito ogni singola parola. Ginny saltò su mentre Megan si girava a guardarla con gli occhi a cuore e Agatha la guardava sconvolta.
-Dove, come, quando e perché? Voglio ogni minimo e miserabile dettaglio di questo attesissimo avvenimento!- urlò la rossa saltellando su e giù. Hermione rise: nulla avrebbe potuto rovinare la felicità che provava quel giorno, neanche quello scatafasciato di Ronald.
Hermione fece un respiro profondo prima di raccontare per filo e per segno quello che era successo la sera prima. Raccontò del Whisky e dell'Acqua Viola e poi raccontò loro di come avessero ballato sulle note di Phil Collins, della loro conversazione fuori in corridoio e del bacio. Quando terminò il racconto, la scena che le si parò davanti era da cartolina:
Ginny aveva il volto dello stesso colore dei suoi capelli mentre emetteva uno strano e acuto strillo, Megan sembrava aver appena ricevuto una proposta di matrimonio dal principe ereditario di qualche corona e Agatha la guardava contenta mentre si teneva la mano premuta sulla fronte nella vana speranza di farsi passare il dolore.
-O.Mio.Dio- disse semplicemente Megan mentre Ginny continuava imperterrita con il suo gridolino di felicità.
-Oh, sono così felice per te!- urlò poi la rossa gettandosi addosso all'amica e abbracciandola. Hermione ricambiò l'abbraccio, felice come non era mai stata, neanche con Ron.

Forgive me - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora