Ci sono mali che arrivarono prima o poi, alcuni come un fiume in piena, altri come delicati fiocchi di neve che cadendo ricoprono completamente il terreno. Altri ancora sono inaspettati, alcuni addirittura cercati. Altri sono prevedibili, tristemente attesi. Ma sicuramente, Draco non aveva previsto nulla di quello che sarebbe presto successo. Quando quella sera suo padre fece ritorno a casa, trovò la moglie e il figlio seduti in sala da pranzo ad attenderlo. Mangiarono in silenzio, senza proferire parola o guardarsi.
Dopo aver terminato, Lucius fece un brusco cenno agli elfi domestici che iniziarono a sparecchiare.
-Vieni con me, Draco.- disse in tono perentorio mentre si alzava dal tavolo e cominciava a camminare fuori dalla stanza. Draco si alzò guardando con occhi spaventati la madre. Narcissa, seppur spaventata, gli annuì. In quel momento suo marito era calmo, era meglio conversare con lui quando era ben disposto e lei lo sapeva bene. Draco trasse un profondo respiro e poi seguì il padre nel salotto.
-Siediti.- gli ordinò Lucius. Fece come gli era stato detto. Rimasero in silenzio per un po', fino a quando un elfo domestico, era forse Curunil, l'elfo che si era preso cura di Draco da bambino?, entrò con uno strano specchietto tra le piccole manine.
-Grazie, elfo. Ora sparisci. E dì a mia moglie di non venire a cercare Draco, lo troverà tra dieci minuti in camera.- disse sgarbatamente.
-Sì padrone.- disse Curunil uscendo dalla stanza.
-Sai cos'è questo, Draco?- chiese Lucius mostrandogli quella specie di specchietto. Era grande quando un libro, finemente decorato con delle rune antiche che Draco aveva in precedenza visto e analizzato a lezione. Al suo interno sembrava come esserci dell'acqua ma, quando il ragazzo allungò la mano, non riuscì a toccarla.
-No, padre.- rispose dopo averlo osservato.
-Questo è uno dei più antichi cimeli della nostra famiglia. Si tratta di uno Specchio d'Acqua. Ci permette di vedere ogni cosa che vogliamo, basta chiederla.- rispose Lucius iniziando a camminare lentamente intorno alla poltrona su cui sedeva il ragazzo. Draco non disse nulla.
-Tornerai ad Hogwarts questa sera. Immagino tu abbia sentito parlare del detto che fa "anno nuovo, vita nuova", vero Draco?- continuò l'uomo cambiando apparentemente discorso. Draco si sentì sollevato, avrebbe rivisto i suoi amici, avrebbe rivisto Hermione.
-Sì padre, lo conosco.-
-Ottimo. Pertanto, per te alcune cose cambieranno con l'anno nuovo.- Draco aveva un pessimo presentimento. Cosa sarebbe successo nel nuovo anno? Astoria aveva due anni in meno di lui, avrebbero dovuto aspettare almeno un altro anno per il matrimonio.
-Che intendi dire padre?- chiese temendo il peggio.
-Ti ho osservato con lo Specchio d'Acqua in questi mesi Draco. Dal nuovo anno, starai lontano dalla sanguemarcio che ha sporcato con il suo disgustoso sangue i nostri nobili pavimenti. Fallo e lei continuerà a vivere la sua vita tranquilla. Oppure puoi continuare a frequentarla, ma ricordati che sarà tua la colpa quando quella stupida cicatrice e le torture di tua zia non saranno che un bel ricordo in confronto a quello che le farò patire.-***
-Zitta, tu ci vieni e basta. Non ho nessuna intenzione di sentire delle repliche!- disse un'infuriatissima Agnes Walsh mentre guardava Hermione e veniva incitata da Megan e dalla gemella.
-Oh, siete davvero delle rompi scatole! Va bene, vengo.- disse Hermione sospirando. Erano ormai due giorni che non facevano altro che torturarla con questa dannata festa.
-Oh grazie a Merlino, Morgana e alle loro dannate mutande! Ti farò risplendere come una stella, sarà il capodanno più bello della nostra vita, credetemi.- disse Megan alzandosi. -E tu, vedi di iniziare a metterti qualcosa di figo per uscire. Hai un culo che farebbe invidia a Daphne Greengrass, e se non lo avete mai guardato non sapete che diamine vi siete perse, e lo nascondi sotto delle gonne larghe e delle maglie lunghe. Per la colazione di domani, stai pur certa che ti rifilerò uno dei miei, di pantaloni. Iniziamo a farti splendere prima della festa.- finì.
Hermione scosse la testa. Era una causa persa a tutti gli effetti. Discutere con Megan era persino peggio che discutere con Ginny. In pratica, una vera e propria mission impossible.
Mentre continuavano a chiacchierare di balli e vestiti, Hermione guardò l'ora. Il coprifuoco sarebbe scattato solo un'ora più tardi.
-Ragazze, io vado a fare una passeggiata, voi volete venire?- chiese, più per gentilezza che per altro. Le gemelle rifiutarono cordialmente, mentre Megan si disse "in vena di fare una scarpinata al chiaro di luna nei corridoi di Hogwarts".
E fu così che le due ragazze si ritrovarono a camminare per tutti i piani della scuola mentre parlavano di ragazzi.
-No ma dico, lo hai visto Jeremiah Johnson? L'altro giorno mentre passavo davanti al bagno dei prefetti l'ho visto a torso nudo... non mi sono mai rifatta tanto gli occhi.-
Hermione rise.
-Potresti provarci, Jeremiah è il caposcuola di Tassorosso giusto?- chiese.
-Proprio lui. Alto, muscoloso, occhi verde bosco, capelli biondo cenere... il mio tipo a tutti gli effetti.-
Risero entrambe mentre scendevano la scalinata principale.
-Beh, credo che dovremmo parlare di cose più serie.- disse improvvisamente Megan fermandosi e guardando l'amica.
-Che cosa?- chiese Hermione senza capire.
-Credi davvero che io avessi ragione su Draco Malfoy?-
Hermione la guardò sospirando. La passeggiata sarebbe andata ben oltre il coprifuoco.***
Appena suo padre era uscito dalla stanza, Draco si era catapultato in camera sua, dove aveva trovato sua madre ad aspettarlo. Non aveva detto neanche una parola nonostante le incessanti domande della donna e aveva preparato tutto il necessario per Hogwarts, poi si era smaterializzato. Ora si trovava nell'ingresso, diretto verso i suoi dormitori. In giro non c'era neanche un'anima. Stava per prendere la strada dei sotterranei quando sentì una voce familiare provenire dalla scalinata principale.
-Beh, credo che dovremmo parlare di cose più serie.- disse la voce di quella che sembrava essere la Doyle, l'amica della Granger. Draco si fermò, intenzionato a scoprire con chi stava parlando.
-Che cosa?- disse l'inconfondibile voce di Hermione. Il cuore di Draco perse un battito.
-Credi davvero che io avessi ragione su Draco Malfoy?- chiese la Doyle. Sentì Hermione sbuffare. Sapeva che non avrebbe dovuto, che era poco educato e soprattutto che stava invadendo la privacy della giovane, ma rimase comunque fermo, in ascolto.
-Ancora Megan?! Pensavo avessimo chiarito cosa penso di Malfoy.- rispose sbrigativa Hermione.
-Ho passato settimane a ripeterlo, questa mattina ti manda un regalo e tu mi dai ragione! Hermione, tu non mi dai mai ragione. Quando lo hai capito?- chiese. Draco corrugò le sopracciglia. Quando aveva capito cosa?
-Beh, in realtà è da quando è tornato a casa che stavo pensando a questa possibilità... e poi ho visto la foto che mi ha mandato Harry, quella con Ginny che tiene in braccio Teddy, hai presente? E poi ho visto Harry dietro, che...- disse ma si interruppe, e Draco immaginò che lei stesse facendo qualche gesto strambo con le mani.
-Ho capito... cosa pensi di fare?- chiese dolcemente Megan.
-Non lo so Meg...- disse sconsolata Hermione -Vorrei sapere cosa ne pensa lui, ma non posso sicuramente spuntare fuori e dirgli tutto così, come se stessimo parlando del tempo.- continuò Hermione.
-No, decisamente non puoi... sono felice per te 'Mione, ma sta attenta. Non è lui il problema in questa storia.- disse piano Megan, e Draco si chiese più che mai di che diamine stessero parlando. Che problema? Quale storia? Sentì Hermione sedersi su un gradino e emettere un sospiro a metà tra la tristezza e la disperazione.
-Certo che non è lui il problema Meg! Lui è così sensibile, così vulnerabile... non credo che neanche lui si renda conto di chi è davvero a volte... lui merita davvero di essere felice, poco importa con chi o come. Dopo tutto quello che ha passato, che ha visto... voglio solo che sia felice, e non riesco a spiegarmi perché di punto in bianco io abbia iniziato a voler essere sua amica.- disse.
Megan abbassò la voce, tanto che Draco dovette fare un incantesimo alle sue orecchie per poter udire la risposta.
-Ti sei interessata di punto in bianco a lui perché lo hai visto in un modo diverso a come si è sempre dimostrato. Quando ti ha chiesto scusa, a inizio anno, per un momento ha messo da parte l'orgoglio e tu hai capito quanto era cambiato e quando sarebbe potuto cambiare.-
Hermione la interruppe.
-Ma io non voglio che lui cambi. A me lui va bene così com'è. Trovo ingiusto che una persona cambi solo per piacere agli altri, e io non gli chiederei mai una cosa simile.-
-Lo so. Ma ammettilo, è un po' un caso umano. E a te i casi umani piacciono. Prima Ronald, ora lui. Pure di aspetto è figo, alto, muscoloso, quegli occhi da capogiro... è normale e plausibile che tu ti sia innamorata di lui.-
Draco interruppe immediatamente l'incanto. Il suo cuore stava battendo alla velocità della luce, tanto che se in quel momento gli avessero fatto un ECG probabilmente avrebbe fatto esplodere tutto. Non sapeva come si doveva sentire, sapeva solo di essere spaventato, felice e terribilmente triste. Spaventato perché non sapeva cosa significasse quello che lei aveva appena affermato, non lo aveva mai provato con nessuno. Felice perché sapeva di aver iniziato a provare qualcosa per lei sin dalle prime volte che erano rimasti insieme a parlare. Triste perché sapeva che non avrebbe mai potuto funzionare tra di loro, perché sapeva che nel giro di cinque giorni avrebbe dovuto cancellarla dalla sua vita per salvarla. In quel momento capì a che problema si riferisse Hermione, sapeva che sarebbe stato un amore impossibile, quello tra un Malfoy e una nata babbana. E soprattutto, sapevano entrambi che l'ostacolo più gravoso sulla loro felicità era lui, Lucius Malfoy.
Cosa fare? Andare subito da lei, sentire il suo profumo di arancio e mandarino una volta ancora prima di andare a dormire, o semplicemente andarsene?
In lontananza la sentì singhiozzare. Pensare che la causa di quel pianto sofferente fosse lui, o meglio l'impossibilità di potergli stare accanto, gli spezzò il cuore come niente prima di allora aveva mai fatto. Fu in quel preciso istante che capì che sua madre aveva ragione a dire che chiunque lo avesse fatto sorridere in quel modo doveva essere quella giusta. Una lacrima solitaria gli scese a rigargli la guancia, e Draco seppe che quello non era né il luogo né il momento per andare da Hermione.——————
ECG, per chi non lo sapesse, significa Elettro Cardio Gramma
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Forgive me - Dramione
FanfictionDopo la guerra e il ritrovamento dei suoi genitori, Hermione Jean Granger torna ad Hogwarts. Ma, diversamente dagli altri anni, ha paura. Paura di quello che troverà una volta tornata in mezzo al mondo della magia lei, ora da tutta conosciuta come u...