Capitolo 20

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Dopo aver salutato l'infermiera, Hermione era uscita in fretta e furia dalla stanza per dirigersi verso i sotterranei, sicura che da qualche parte avrebbe trovato Anderson. Scese diverse scalinate, furente, fino a quando non intravide colui che stava cercando mentre parlottava tranquillamente con una Serpeverde del sesto anno.
-Fuori dai piedi.- disse Hermione alla ragazza parandosi davanti a Daniel. La giovane Serpeverde dai lunghi capelli neri raccolti e dagli occhi azzurri la guardò male. Anderson stava per controbattere, ma dopo aver visto lo sguardo della ragazza decise di assecondarla.
-Sybil, ti dispiacerebbe aspettarmi in sala comune? Ci metto un paio di minuti, davvero.- chiese in modo gentile alla ragazza, che acconsentì guardando male Hermione.
-Qual buon vento di porta da me, Granger?- chiese poi rivolgendosi alla ragazza che aveva di fronte.
-Perché Draco non si va vedere?- chiese secca cercando di controllare la rabbia che le impediva di tenere gli arti fermi. Daniel la guardò, provando una morsa all'altezza dello stomaco.
-Che cosa intendi dire? Come ti ho già detto, è malato.- disse semplicemente cercando di nascondere la paura.
-Ah davvero? Beh, a quanto pare a Madame Pomfrey questo particolare era sfuggito. Sai, sono appena stata da lei e mi ha detto che per quando ne sa Malfoy è sano come un pesce. Quindi mi viene naturale chiedermi perché non si faccia vedere in giro. Che dici, hai bisogno di andare a chiedergli cosa riferirmi?- disse Hermione in malo modo. -Quindi, Anderson?- insisté Hermione.
-Io... Granger... ecco... Draco sta male.- disse di nuovo, probabilmente giusto per dire qualche cosa. Lo sguardo della ragazza era duro e, prima che potesse fare o dire qualunque cosa, Daniel aveva già girato i tacchi e cominciato a correre verso i sotterranei. La sentiva correre dietro di sé fino a quando, spintonando un ragazzo del suo anno, riuscì a farla inciampare e a farle perdere le sue tracce. Entrò trafelato nella sala comune, dove intravide Sybil mentre parlava con Astoria. Corse senza fermarsi fino in dormitorio dove entrò in modo molto poco delicato facendo prendere un colpo ai suoi coinquilini.
-Che diamine hai?- chiese Blaise guardandolo come se avesse appena visto la Madonna.
-Io... la Granger sa che non sei malato, Draco. Ha detto di essere andata in infermeria e la vecchia le ha detto che per quanto ne sapeva eri sano come un pesce. Giuro che non ho mai temuto tanto per la mia vita come un attimo fa.- disse Daniel con il fiatone.
Draco sospirò rumorosamente prendendosi il volto tra le mani.
-Posso sapere perché vuole a tutti i costi parlarti?- chiese Daniel, che della serata di capodanno era completamente all'oscuro.
-Poco prima della mezzanotte io l'ho baciata. Credo voglia parlarmi di questo.- disse sconsolato.
-Certo che vuole parlarti di questo, idiota.- disse Blaise scuotendo la testa e cercando di alleggerire almeno in parte la tensione di Draco.
-Apprezzo lo sforzo, ma non ci stai riuscendo.- disse Draco girandosi verso l'amico.
-Cosa hai intenzione di fare? Sa che sono venuto qui, mi è corsa dietro.- disse Daniel. Draco non rispose, troppo concentrato a pensare a cosa fare. Aveva un'idea, ma era del tutto folle.
Ma non hai alternative valide al momento, si disse.
-Devo parlare con una persona adesso, e se tutto va bene entro questa sera sistemerò tutto.- disse alzandosi dal divanetto e dirigendosi in sala comune fino a raggiungere la poltrona su cui era seduta Astoria. Sybil se ne era già andata, probabilmente a cercare Daniel.
-Ciao Draco, ti senti bene? Hai una cera orribile...- disse guardando il ragazzo.
-Ciao Astoria, ho bisogno di un favore.- disse, poi si sedette di fronte a lei e iniziò a raccontare.

***

Hermione non sapeva come sentirsi né cosa aspettarsi. Dopo circa un'ora che era tornata in dormitorio e si era sfogata con le sue compagne le era apparso un biglietto sul letto. Esso recitava poche semplici parole.

22.00 nel nostro corridoio.
Non mancare.
DLM

Hermione non aveva neanche avuto bisogno di leggere le iniziali con cui si concludeva il biglietto, aveva immediatamente riconosciuto la scrittura del ragazzo. E così, dopo essersi vestita con il mantello invernale e dopo aver preso la sua bacchetta, si diresse verso il corridoio dell'aula di Trasfigurazione, quella che dava sul giardino interno. Il loro corridoio. Avevano passato intere giornata in quel piccolo giardino e seduti sulle grandi finestre. Si diresse verso il luogo stabilito a passo spedito e, quando fu quasi arrivata, le sembrò di vedere una scia azzurra muoversi lungo le finestre.
Me lo sarò immaginato, si disse Hermione quando non vide nient'altro. Appena prima di svoltare l'angolo, però, sentì due voci che conversavano piano.
-Perché le hai chiesto di venire qui, eh Draco?- stava chiedendo la voce di una ragazza che Hermione subito non riconobbe.
-Lo so che non ti piace Astoria, ma ci metterò poco, te lo prometto. E poi tornerò dritto filato da te.- rispose il ragazzo. Hermione si sporse appena per vedere cosa stesse succedendo. I due Serpeverde erano ad una decina di centimetri l'uno dall'altra, con le mani che si intrecciavano. Poi, la ragazza si girò e gli mise le braccia intorno al collo, facendolo voltare abbastanza da allontanare il volto di Hermione dal suo campo visivo.
-Mi prometti che poi torni da me? Mi manchi già solo quando vai in bagno, per non parlare di tutto il tempo che hai passato con la Granger... devi ancora farti perdonare per capodanno, speravo in qualcosa di speciale solo io e te, come al mio compleanno. Voglio che la smetti di giocare con lei e che ti dedichi soltanto a me.- disse mielosa mentre buttava la testa all'indietro e gli accarezzava il volto.
-Lo so Astoria, e ti prometto che mi farò perdonare. Da stasera e per sempre, per me esisti solo tu.- le sussurrò dolcemente Draco facendola sorridere.
-Ti amo.- disse lei.
-Ti amo anche io.- rispose lui, chinandosi un po' e aspettando che Astoria colmasse la distanza che c'era tra loro.
In quel momento, guardando il ragazzo che amava mentre baciava la Greengrass, Hermione sentì qualche cosa dentro di lei spezzarsi. Le lacrime cominciarono a rigarle le guance e lei, silenziosa, si allontanò. Si allontanò da tutte le menzogne che erano state dette, si allontanò dall'unica persona che credeva l'amasse indipendentemente da quello che era, dal suo passato e da tutto il resto. Corse via, scappando dal dolore della perdita e dalla consapevolezza che lei, per Draco Malfoy, non era stata che uno stupido gioco.

Poco dopo che Hermione era scappata, Draco si staccò da Astoria.
-Se n'è andata.- disse in un sussurro rivolto all'amica.
-Come lo sai? Io l'ho solo sentita arrivare.- disse titubante guardandosi intorno.
-Anche io, ma so che è andata via. Non so come spiegartelo.- disse piano mentre cadeva per terra appoggiando la testa contro un pilone. Non avrebbe saputo dire come aveva capito che Hermione non c'era più, semplicemente aveva sentito un improvviso freddo in tutto il corpo, come se da un momento all'altro gli avessero dato una dose letale di Distillato della Morte Vivente. Un vuoto che non aveva mai sentito prima si impossessò di lui, e Draco seppe che non se ne sarebbe liberato. E in parte, neanche voleva: quel vuoto e quel dolore era tutto ciò che gli rimaneva della ragazza che amava. Calde lacrime gli solcarono il volto mentre piano piano si sentiva ricadere nell'abisso da cui Hermione lo aveva tratto in salvo.
Astoria lo guardò triste e si abbassò fino a sedersi vicino a lui. Gli passò un braccio intorno alle spalle e lo strinse nel suo esile abbraccio mentre la sua divisa si bagnava delle calde lacrime di quello che era diventato suo amico.
-Lo hai fatto per lei Draco, ed è stata la cosa più coraggiosa che potessi fare.- gli sussurrò lei, sapendo tuttavia che le sue parole non erano che una mera e inutile consolazione per il cuore infranto del ragazzo.

Forgive me - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora