Capitolo 27

1.2K 50 5
                                    

Mancavano tre minuti all'orario che Hermione aveva prestabilito e Draco ancora non si era presentato. Strinse le labbra mentre si avvicinava all'ampia finestra che la Stanza le aveva fornito. Essa regalava una splendida visuale sul lago. La luna nuova era passata da appena due giorni e la sua piccola luminosità si rifletteva sulle acque limpide sottostanti. Più in alto, il cielo stellato dava ad Hermione un senso di pace.
Sapeva che Draco sarebbe venuto, non avrebbe avuto alcun motivo per non farlo. O per lo meno, così sperava. Allungò la mano fino a sfiorare il mobile alla sua sinistra e afferrò la tazza di latte caldo che vi era comparsa sopra. Sorseggiò piano la bevanda senza staccare gli occhi dal panorama. Tuttavia, non riusciva a vedere bene fuori: la luce era troppo intensa. Si guardò intorno per cercare l'origine di tutta quella luminosità: passò in rassegna tutta la stanza, superò il divano e le due poltrone beige scuro in stile barocco e il tappeto blu scuro, il tavolino di legno tra le poltrone e il resto dell'arredamento fino a quando, poco lontano da lei, non individuò un candelabro più grande degli altri. Si avvicinò e soffiò sopra alla metà delle candele, riducendone notevolmente la luminosità. Si riavvicinò alla finestra con un sorriso soddisfatto sulle labbra e riprese a osservare il cielo notturno.
Rimase così per qualche minuto, fino a quando non sentì una porta chiudersi alle sue spalle. Hermione si voltò con calma mentre stringeva ancora la tazza fumante tra le mani. Draco si stava guardando attorno, curioso di vedere che cosa la stanza aveva proposto alla ragazza per parlare. Il ragazzo, notò Hermione, era vestito con una semplice camicia verde scuro e un paio di pantaloni neri.
-Sei venuto.- disse Hermione quasi in un sussurro.
-Ne dubitavi?- rispose Draco altrettanto piano avvicinandosi un pochino alla ragazza.
-No.- disse lei scuotendo la testa. Il ragazzo sorrise appena e si avvicinò alla finestra per guardare fuori.
-Questa volta ti sei superata, Herm... Granger.- disse correggendosi subito, memore dell'avvertimento che la giovane gli aveva dato alla Testa di Porco. Hermione strinse appena le mani intorno alla tazza e poi indicò le poltrone a Draco.
-Vuoi sederti?- chiese.
-E tu?- rispose lui. Hermione sbuffò appena.
-Preferisco stare qui a guardare fuori.-
-Allora guardiamo fuori.-
Non dissero più nulla e rimasero fermi a osservare il panorama per circa dieci minuti, cercando da una parte qualcosa da dire per rompere il silenzio, dall'altra un modo per scusarsi che non risultasse eccessivamente banale.
Fu Draco il primo a spezzare quel silenzio austero che si era creato fra loro.
-Io... mi dispiace davvero per quello che ho fatto.- Hermione non disse nulla e Draco, non sapendo come interpretare il silenzio della ragazza, continuò -Quando mio padre mi ha detto quelle cose... ho avuto paura. Paura che potesse farti qualcosa. Non volevo che se la prendesse con te e non ho avuto modo di pensare a nulla perché mi aveva dato tempo fino al primo dell'anno per allontanarmi. Sapevo che avrei potuto allontanarmi con calma, un po' alla volta, ma sapevo anche che te ne saresti accorta e mi avresti fatto domande a cui preferivo non rispondere, quindi ho cercato di non dare a vedere nulla. Ho passato con te ogni minuto che mi era stato lasciato, assaporando ogni singolo momento fino all'ultimo. Nonostante sapessi che sarebbe durato poco, sono stati i giorni più belli della mia vita. Forse è perché sapevo che dopo sarebbe stato tutto tremendamente difficile, non saprei. Ma sono felice di aver fatto quello che ho fatto, quella notte. Erano mesi che volevo farlo, ma non ho mai trovato il coraggio necessario. E poi, quando ho sentito te e Megan parlare... non pensavo si potesse essere felici e tristi allo stesso tempo. Avrei voluto venire da te e abbracciarti, ma ancora una volta non ci sono riuscito. In ogni caso, dopo averti accompagnata a casa dopo la festa sono tornato in dormitorio e non sono più uscito per quasi una settimana. Mi dispiaceva un po' per Dan, che ogni volta che rientrava diceva di essere preoccupato perché tu avevi iniziato a non credere più a quello che ti diceva. L'ultima volta che me lo ha detto ha aggiunto che non aveva mai visto la sua morte così vicina. È stato allora che sono andato da Astoria: le ho raccontato tutto nei minimi particolari, dal tuo attacco di panico a lezione di Pozioni la prima volta, poi quando sono venuto a parlarti, dei pomeriggi al lago, della festa e di mio padre. Le ho chiesto aiuto perché non sapevo cos'altro fare. E, quando lei mi ha chiesto cosa volevo fare, le ho risposto che l'unico modo per convincerti ad allontanarti da me era mentirti, ma mentirti in modo convincente. Sono stato un pessimo attore quella notte, ha fatto quasi tutto lei. Ma sono stato abbastanza convincente da convincerti che la amavo. È stato più doloroso di quanto sembri, lasciarti andare via in quel modo. Ho come sentito che non c'eri più, in tutti i sensi. Mi era sembrato di ritornare alle settimane dopo la fine della guerra.- concluse in un sussurrò. Hermione stava ancora guardando fuori dalla finestra.
-Lo capisco, o meglio lo immagino. Però perché non sei venuto da me, Draco? Avresti benissimo potuto dirmi la verità e io mi sarei fatta da parte con la consapevolezza di non essere stata solo un gioco per te in tutti quei mesi, ma di essere stata davvero importante. Che cosa ti ha fermato, dopo tutto quello che ci eravamo raccontati, dall'essere sincero con me?- gli chiese allora lei, con le lacrime agli occhi, a metà tra l'arrabbiato e l'addolorato.
Draco iniziò ad agitarsi. Si asciugò le mani sui pantaloni e guardò Hermione che si era voltata a guardarlo.
-Avevo paura che mi stesse controllando giorno e notte, Hermione. Non potevo rischiare che lui mi vedesse con te.-
-Non potevi rischiare o non volevi rischiare?- insistette lei, con tutta la rabbia provata in quei mesi che si faceva sentire nella sua pancia stringendole il ventre in una morsa dolorosa. Draco non si trattenne più: si passò una mano tra i capelli e poi esplose.
-Non potevo e non volevo rischiare, Hermione! Possibile che tu non lo capisca? Io non so come essere un amico, non ho mai sentito la necessità di saperlo fino a quando non ti ho conosciuta veramente! Nessuno in tutta la mia vita si era mai davvero interessato a me, nessuno oltre a mia madre mi aveva mai amato. Ero completamente nel panico quando mio padre mi ha detto tutte quelle cose. Ricordo come se fosse successo un attimo fa le tue suppliche e il dolore che provavi quando mia zia ti torturava, non potevo permettere che mio padre ti facesse qualcosa di peggiore!- disse alzando la voce, quasi urlando -Non potevo e non volevo rischiare di perdere l'unica persona che mi accettava per ciò che ero davvero, non potevo permettermi di perdere l'unica persona che avevo mai amato.- disse poi sussurrando e appoggiando la schiena contro la parete, dando le spalle alla finestra.
Hermione rimase lì ferma, impalata, con il latte ormai freddo tra le mani. Lacrime calde le stavano rigando il viso. E così, lui la amava. Anzi, non aveva mai amato nessuno oltre a lei. In quel preciso istante, Hermione seppe cosa doveva fare. Osservò il ragazzo: le gambe leggermente piegate erano appoggiate al muro mentre lui si sorreggeva con le mani appoggiate sulle ginocchia. Le spalle tremavano leggermente, come se si stesse trattenendo dal piangere. Hermione posò la tazza sul mobile dietro di lei e poi si avvicinò piano al ragazzo. In quella posizione erano alti uguali. Poi, cautamente, allungò le braccia verso di lui facendole passare sotto alle sue ascelle e poi giù fino all'addome. Lo strinse forte a sé respirando il suo profumo di vaniglia e lasciando che le lacrime scorressero silenziose sulle sue guance.
Draco si tirò in piedi prima di passare le sue mani sulle spalle e sul collo di lei fino a stringerla in un abbraccio. Erano quattro mesi che non avevano alcun tipo di contatto che non fosse stato un schiaffo in piena faccia. Draco aveva così tante volte sognato e bramato quel momento che quasi non gli sembrava vero. Hermione profumava di arancio e mandarino e i capelli bruni gli solleticavano la faccia sepolta nel collo di lei. Rimasero così per un tempo che parve loro interminabile, mentre tutti e due piangevano silenziosi lasciando finalmente andare il dolore provato in tutti quei mesi, come se l'unico modo per superarlo fosse quello di farlo stando così, l'uno tra le braccia dell'altra.
-Perdonami.- sussurrò Draco sul collo di Hermione.
-L'ho già fatto.- rispose lei senza lasciarlo andare.

———————
Buongiorno a tutti! Perdonate l'assenza, ma sono stata un sacco incasinata con la scuola e in più ho avuto un sacco di pensieri per la testa e la mia ispirazione per questo capitolo era letterlmente pari a zero. In ogni caso, spero mi perdonerete. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e, soprattutto, spero di riuscire a scrivere e pubblicare il prossimo in tempi brevi. Dubito che ci riuscirò prima di venerdì perché giovedì ho una verifica importante a scuola e quindi passerò i prossimi giorni a studiare e non avrò molto tempo. A presto!

Forgive me - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora