Capitolo 29

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I giorni che seguirono furono piuttosto tormentati per Draco. Dalla conversazione avuta con Astoria aveva capito che la giovane Greengrass aveva senza dubbio ragione e che Hermione doveva essere messa al corrente di ogni singola cosa. Ma lui non riusciva a trovare il coraggio per chiederle un favore del genere, e allo stesso tempo si rifiutava di far intervenire Astoria nuovamente. No, questa volta doveva essere lui e lui soltanto. Nessun aiuto da nessun amico: ora che aveva recuperato il suo rapporto con Hermione, spettava a lui coltivarlo.
Ci mise più o meno una settimana a raggiungere questa conclusione, ma una volta trovata, seppe cosa doveva fare. Durante una lezione di Storia della Magia aprì un quaderno a caso e strappò un angolo; poi, con la piuma, scrisse semplicemente "21.30, questa sera?". Lo ripiegò  lo incantò facendolo comparire su un banco della prima fila, dove l'unica persona che stava seriamente prestando attenzione prendeva appunti frettolosamente.
Hermione aveva appena finito la quinta pagina di appunti di Storia della Magia quando, proprio davanti alla boccetta dell'inchiostro, vide comparire un piccolo pezzo di carta spiegazzato. Con la fronte corrugata lo prese tra le mani e lo aprì velocemente, ormai completamente disinteressata alla lezione. Non appena lesse il contenuto del messaggio, un sorriso spontaneo le nacque sulle labbra. Si portò la mano davanti alla bocca per non dare troppo nell'occhio. Prese un altro pezzo di carta per la sua risposta. Non sapeva perché, ma voleva tenere quell'invito per sé, custodirlo come prova che non era stata lei a cercarlo per prima, ma lui. Prese la sua piuma e scrisse due semplici parole: Non mancherò; poi, con lo stesso incantesimo utilizzato prima da Draco, il messaggio scomparve per riapparire sul banco del biondo.

***

L'arredamento proposto dalla stanza quella sera era alquanto singolare. Quando Draco era entrato domandando un posto in cui trascorrere una piacevole serata e in cui parlare di qualche cosa di serio, non si era figurato niente del genere. Era una stanza piccola, appena sufficiente ad ospitare due persone. Le pareti erano completamente ricoperte da delle librerie di legno scuro piene zeppe di libri di ogni colore e forma. Sul pavimento di legno, più chiaro rispetto a quello della libreria, vi era un tappeto rosso con sopra appoggiati un divanetto e una poltroncina vintage blu. Di fronte a queste, nell'unico, piccolo spazio in cui non vi erano dei libri, un grazioso camino accesso scaldava l'ambiente. Draco si tolse il soprabito e lo appese all'attaccapanni che era spuntato accanto alla porta mentre pensava di aver appena creato il Paradiso personale di Hermione Jean Granger.
E infatti, non appena la giovane varcò la soglia e si trovò di fronte un esemplare di Draco Lucius Malfoy intento a leggere le prima pagine di Il giro di vite*, un romanzo del babbano Henry James, si convinse di essere in qualche modo morta senza rendersene conto. Doveva avere una faccia piuttosto sconvolta, perché quando Draco alzò la testa chiuse lentamente il libro e le si avvicinò piano, come temendo che potesse in qualche modo saltare in aria.
-Va tutto bene?- chiese con la voce tesa.
Hermione annuì.
-Tu hai fatto... tutto questo?- chiese con un filo di voce a sua volta. Draco ridacchiò un poco.
-In realtà no, ho solo chiesto un luogo accogliente in cui parlarti. Sono rimasto stranito anche io all'inizio, comunque. Spero che ti piaccia, in ogni caso.- rispose lui prendendole il soprabito e appendendolo affianco al suo.
-Eccome se mi piace. Vorrei averne uno così, nella mia ipotetica casa futura, sarebbe senza dubbio il mio rifugio sicuro nelle giornate uggiose. Magari con una tazza di latte, o di cioccolata calda.- disse Hermione, -Di che cosa volevi parlarmi?- chiese poi sorridendo mentre si accomodava sul divano. Draco le si accomodò accanto sedendosi con una gamba dietro alla schiena di lei e abbandonando l'altra a terra, mentre appoggiava la schiena al bracciolo alto.
-Io... avrei voluto aspettare un po' per parlartene, ma giustamente Astoria vuole mettere fine a questa storia. E visto che non voglio che te ne parli lei, cosa che ha minacciato di fare, ho deciso di parlartene oggi.- le disse guardandola.
-Beh, allora parla. Cominci a spaventarmi.- Draco scosse la testa sorridendo un poco, come a farle intendere che non aveva motivo di spaventarsi.
-Stai tranquilla, Hermione, davvero. Mia madre, negli ultimi mesi, ha trovato un modo per annullare il contratto matrimoniale. O meglio, per fare sì che i Greengrass lo annullino.- fece un'altra pausa, ma Hermione lo incitò a continuare.
-Quale? Era ora che qualcosa andasse bene.-
-Lei è convinta, e anche mio padre lo è, che se i signori Greengrass venissero a sapere della nostra amicizia non mi permetterebbero più  di sposare la loro figlia più piccola e che strapperebbero il contratto.- sussurrò Draco abbassando lo sguardo. Un lungo silenzio cadde tra i due ragazzi, fino a quando Hermione non lo ruppe.
-E, di preciso, perché nessuno lo ha ancora detto ai genitori di Astoria?-
Draco risollevò immediatamente il capo, osservando gli occhi castani della ragazza che lo osservavano senza capire.
-Cioè, tu... a te va bene?- chiese senza parole. Lei lo guardò con la fronte corrugata e un sorriso divertito sulle labbra.
-Perché mai non dovrebbe? Non so se l'hai notato, ma questo matrimonio da sui nervi anche a me, Malfoy.- rispose ridacchiando, -Avevi paura che ti dicessi che non volevo essere usata per annullare il contratto?- chiese. Draco annuì.
-Beh, ti sbagliavi. Avreste dovuto farlo secoli fa, senza il mio consenso.-
-Avevo bisogno del tuo consenso, soprattutto dopo quello che avevo fatto.- sussurrò Draco in risposta. Hermione scosse la testa mettendosi seriamente a ridere e si avvicinò di più al Serpeverde dandogli la schiena e appoggiandosi al suo petto, lasciando che le braccia muscolose di lui la avvolgessero in un tenero abbraccio. Un forte odore di vaniglia arrivò alle sue narici.
-Sinceramente, credo che tu ti sia fatto parecchi e inutili problemi durante questi mesi, Draco. Sapevi che volevo che questo matrimonio venisse annullato, non tanto quanto te, ma abbastanza. Avresti dovuto agire subito, e visto che non lo avete fatto non dovreste tardare un minuto di più.- sussurrò abbandonando il capo nell'incavo del collo di Draco.
-Mi faccio sempre problemi inutili se ci sei tu di mezzo.- le rispose Draco, per poi aggiungere -Era per questo che, quando sei entrata nella camera della Testa di Porco insieme ad Astoria, io ho detto che nessuno aveva richiesto la tua presenza.-
Hermione sorrise un pochino.
-Sinceramente, ero così arrabbiata che non ricordo di averti sentito dire niente del genere.-
Ridacchiarono entrambi, sempre rimanendo abbracciati.
-Mi farete sapere la risposta dei signori, vero? Sarebbe divertente da leggere.- chiese Hermione.
-Tutto quello che vorrai.- rispose Draco.
Spero che tu abbia ragione e che sarà davvero divertente, pensò poi. Sarebbe sicuramente stata più divertente di quella che avrebbero ricevuto da Lucius Malfoy.

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*Nel caso in cui a qualcuno di voi interessasse, il titolo originale di questo libro è The turn of the Screw, è un romanzo che appartiene alla letteratura gotica scritto nella seconda metà dell'Ottocento.

Perdonate per il capitolo più corto del solito, ma avevo bisogno di un capitolo di passaggio per cominciare la narrazione della risoluzione del matrimonio e di tutti i casini, spero mi perdoniate 🤍

Forgive me - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora