Capitolo 32

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Minerva McGranitt aveva iniziato ad amare profondamente le giornate spese seduta sul suo studio con un bel libro tra le mani e con il ritratto del professor Silente a farle compagnia. Il fuoco scoppiettava nel camino accesso e la donna era totalmente presa dal romanzo che stava leggendo.
Trovava affascinante leggere i libri di scrittori e scrittrici babbane. Essendo lei cresciuta con un padre babbano, immergersi in quelle letture, in quei paesaggi, in quelle storie non facevano che riportarla indietro di anni, a quando non era che una giovane strega affascinata dai racconti sulla scuola di Hogwarts che passeggiava con il padre per le stradine di campagna. Le mancava molto quel periodo della sua vita, i suoi due fratelli minori non si facevano sentire da secoli e ormai tutto ciò che le rimaneva era quella scuola e coloro che la abitavano.
Aveva sempre dato anima e corpo agli studenti di Hogwarts affinché riuscissero a realizzarsi e ad imparare i veri valori della vita. A distoglierla dai suoi pensieri furono delle fiamme verdi che uscirono dal camino portando con sé un uomo.
Minerva McGranitt alzò il volto verso il suo inatteso ospite e lo squadrò attraverso gli occhiali tondi che portava sul naso.
-Posso fare qualche cosa per lei, signor Malfoy?- chiese con un tono di voce piatto.
-Dovrei parlare urgentemente con mio figlio.- rispose secco l'uomo.
-Beh, temo che dovrà aspettare la fine delle lezioni. Non ho intenzione di privare uno studente dell'ultimo anno di una lezione a così poco tempo dai M.A.G.O. Suppongo lei comprenda.- disse tornando a leggere il libro davanti a sé.
-Forse non ha capito: la mia non era una richiesta, professoressa McGranitt. Voglio parlare con mio figlio ora.-
La donna posò il libro e si tolse gli occhiali posandoli sulla scrivania e osservando Lucius Malfoy.
-Forse è lei a non aver capito: Draco Malfoy non lascerà l'aula fino all'ora di pranzo. Se desidera parlare con suo figlio aspetterà fino ad allora, altrimenti per quanto mi riguarda può anche andarsene.- gli rispose severamente
-Lei non può proibirmi di parlare a mio figlio. Io sono uno dei consiglieri di questa...-
-Oh oh oh,- ridacchiò appena l'insegnante interrompendolo, -temo che lei non abbia preso in considerazione gli ultimi avvenimenti, Lucius. Lei era uno dei consiglieri di questa scuola, ma non lo è più. Non vogliamo certo mischiare il presente al passato, spero.-
-Certo che no.- rispose Lucius Malfoy con astio.
-Bene. E per quanto riguarda suo figlio, io non gli sto vietando proprio niente: le sto solo dicendo che se vuole parlare con lui, dovrà attendere l'ora di pranzo. Non mi sembra nulla di complicato da comprendere.- disse guardandolo.
-Bene. Aspetterò.- rispose. L'insegnante fece apparire una sedia, ma il signor Malfoy decise di rimanere in piede. Senza degnarlo di un'occhiata, Minerva McGranitt riprese a leggere il suo libro.

***

Draco stava camminando tranquillamente verso la Sala Grande. Aveva appena terminato la sua lezione di Erbologia, quando vide, appostata vicino allo stipite della porta, Minerva McGranitt che lo guardava. Scambiò con Daniel un'occhiata fugace e poi si avvicinò alla donna.
-Buongiorno, preside.- disse cordiale.
-Buongiorno signor Malfoy. Mi segua un secondo per cortesia.- disse e insieme si diressero vicino ad una statua, fuori dalla corrente di studenti.
-Questa mattina suo padre è venuto nel mio ufficio desiderando parlare con lei, signor Malfoy. La sta aspettando.- disse. Draco sbiancò.
-Mi darebbe due minuti, professoressa? Devo avvertire due persone.- chiese con voce tremante. La donna annuì e Draco si fiondò dentro alla Sala Grande. Astoria era seduta al tavolo di Serpeverde mentre Hermione era ancora in piedi in fondo al suo tavolo.
-Daniel!- disse Draco richiamando l'attenzione dell'amico.
-Dimmi. È tutto okay con la McGranitt?- chiese preoccupato dal pallore dell'altro.
-Chiamami Astoria, ti prego. Mio padre è qui.- disse angosciato e Daniel annuì allontanandosi. Draco nel frattempo si avvicinò un po' al tavolo di Grifondoro.
-Granger?- chiamò piano. Lei si girò, piacevolmente stupita dal fatto che lui fosse andato fin lì, ma il sorriso le morì non appena vide la sua faccia.
-Cosa succede, Draco?- chiese avvicinandosi.
-Draco?- disse Astoria arrivando in quel momento. Le due ragazze si guardarono angosciate.
-Mio padre è nell'ufficio della McGranitt, vuole parlare con me.- disse. Sia Hermione che Astoria spalancarono gli occhi.
-Veniamo con te.- disse Hermione, e l'altra annuì. Draco prese le mani della Grifondoro.
-No, Hermione. Se anche potessi portare qualcuno, non porterei mai te. Non dopo quello che ha minacciato di fare. Ci vediamo dopo, spero.- disse, poi uscì e, con la preside, si diresse verso il suo ufficio.

***

Nonostante le richieste del signor Malfoy, la preside si rifiutò categoricamente di uscire e lasciarli soli. Rimase lì tutto il tempo, con la bacchetta stretta in una mano, pronta ad intervenire se si fosse reso necessario. Mentre salivano le scale Draco le era sembrato terribilmente preoccupato e, poco prima di entrare, il ragazzo stesso le aveva domandato di restare.
-Ieri siamo andati a cena dai Greengrass. Albert era furibondo, come dargli torto.- cominciò il signor Malfoy una volta rinunciato a cacciare la professoressa. Draco non disse nulla.
-Riesci ad immaginare il motivo, Draco?- chiese, e dalla voce iniziò a trasparire la rabbia che provava. Di nuovo, il ragazzo non disse nulla limitandosi ad abbassare il capo.
-Abbiamo dovuto annullare ogni cosa, Draco, a causa del tuo comportamento sconveniente.- sibilò, avvicinandosi un po' di più al figlio, -Astoria ha scritto a casa che te ne vai in giro con una sanguemarcio, e la cosa non è andata molto a genio ai suoi genitori.-
La McGranitt si schiarì la voce mentre alzava gli occhi dal libro che stava fingendo di leggere.
-Gradirei che certi termini non venissero pronunciati nel mio ufficio né in qualsiasi altro luogo della scuola. Detto ciò, continuate pure.- disse riprendendo poi a fissare a vuoto la pagina.
-Mi dispiace.- disse Draco con tono inespressivo.
-Non so se questo sia vero o no, ma ti pentirai di avermi disobbedito. Ciò che ho detto non era tanto per dire, e ora sarai punito.-
Draco, per la prima volta da quando suo padre aveva cominciato a parlare, alzò gli occhi verso di lui.
-Davvero? Beh, io ho fatto quello che hai voluto tu, le sono stato lontano e ho troncato ogni rapporto dalla mezzanotte di capodanno. Non le farai nulla, perché lei non centra niente.- gli disse senza un'inflessione particolare.
-Non me ne importa niente, Draco. Tu hai deciso di intrattenerti con lei, e ora tu ne pagherai le conseguenze. Astoria e tutta la sua famiglia sono rimasti sconvolti da questo tuo comportamento, e non posso dar loro torto! Hai infangato il nome di questa famiglia.- lo accusò suo padre.
Draco continuava a fissarlo inespressivo. Sapeva di dover difendere Hermione e Astoria e sapeva bene come la giovane nata babbana avrebbe voluto che lui si comportasse. Avrebbe voluto vederlo mentre non si faceva mettere sotto da suo padre, al contrario, mentre si faceva valere e gli sbatteva in faccia la verità nuda e cruda.
-Ti sbagli.- disse, dando per la prima vera volta torto a suo padre.
-Che cosa hai detto?- disse Lucius Malfoy furioso.
-Ho detto che ti sbagli. Non sono io ad aver infangato il nome della nostra famiglia, ma tu. Con tutte le cose illegali che hai fatto, l'esserti unito a Voldemort e tutto il resto: sei stato tu ad aver reso la nostra famiglia quello che è ora. E il rapporto di amicizia che ho instaurato con Hermione non fa altro che rendermi onore, dimostrando che nonostante si possa ricevere la peggiore educazione da un uomo come te, è sempre possibile riscattarsi.- disse. Poi si voltò e si incamminò verso la porta, ma ad un tratto si fermò. Perché non sganciare anche l'ultima bomba, ormai? Tanto i Greengrass non avrebbero comunque accettato l'amicizia con Hermione.
-E per quanto valga, dubito che Astoria ne sia così sconvolta: la lettera è stata una sua idea. Lo ha sempre saputo.- disse, poi si girò e, con un sorriso stampato sulle labbra, uscì.
Si sarebbe ricordato per sempre l'espressione arrabbiata e sconvolta del padre, e ciò che più lo fece gioire fu la consapevolezza che fosse tutto merito suo.


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Eeeeeeeee eccolo,
finalmente sono riuscita a scriverlo e a pubblicarvelo. Spero che l'attesa sia valsa la pena e che il capitolo sia di vostro gradimento. Se avete voglia, fatemelo sapere!
Scusate per i tempi biblici 😬

Forgive me - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora