Capitolo 21

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I giorni passavano, e ben presto si trasformarono in settimane e poi in mesi. Erano passati tre mesi dal fatidico giorno in cui Hermione si era sentita usata e poi buttata come carta usa-e-getta. Ed erano passati tre mesi da quando Draco aveva detto per sempre addio al suo amore nei confronti della giovane, tutto per salvarle la vita e poterle regalare un po' felicità, una volta superato il dolore.
Draco aveva passato gli ultimi mesi a sentirsi peggio che mai. Blaise e Daniel cercavano continuamente a tirargli su l'umore, talvolta aiutati da Astoria, con scarsi risultati. Draco aveva smesso di fare qualsiasi cosa con interesse, ormai si limitava solo a studiare. Forse perché sapeva che lo studio era utile per la sua carriera da medimago, o forse solo perché in questo modo si sentiva un po' più vicino ad Hermione.
Dal canto suo, Hermione passava le sue giornate tra le aule, la biblioteca, le aule studio e il dormitorio. La sua era diventata una routine semplice e noiosa: sveglia presto, colazione, lezioni (o studio se era arrivato il weekend), pranzo, lezioni, studio, cena, doccia, letto. Ormai aveva esaurito quasi tutti i libri della biblioteca a forza di portarsi avanti. Perfino Seamus, che non era il migliore degli osservatori, si era accorto che c'era qualche cosa che non andava nella ragazza. Hermione era sempre così triste, distaccata dal mondo reale... aveva perso la classica voglia di vivere che da sempre l'aveva contraddistinta. E ciò non faceva che aumentare la preoccupazione delle sue amiche nei suoi confronti. Avevano provato a convincerla ad andare un paio d'ore ad Hogsmeade ma aveva rifiutato. Neanche la proposta di vedere Harry sembrava convincerla.
Una sera, mentre Hermione era andata a dormire esausta, le gemelle, Megan e Ginny si erano riunite in sala comune per parlare un po'.
-Secondo voi per quanto andrà avanti?- chiese ad una certa Megan. Ginny scosse la testa.
-Non so lo Meg, davvero... mi fa male vederla così, ma non saprei che cosa fare per aiutarla.- disse.
-Ha il cuore spezzato, è normale che ci stia male.- disse Agnes mentre cercava una posizione comoda per usare sua sorella come cuscino.
-Ma sono passati tre mesi, ormai dovrebbe averla superata.- disse Agatha guardandola
-Ma per favore Aga, lei lo ama ancora. Si rifiuta di accettare quello che ha visto. Dice di non provare più nulla ma si vede lontano un milione di chilometri che tutto quello che vorrebbe ora è un suo bacio. Non penso le passerà tanto in fretta.-
Rimasero tutte in silenzio per un po' a guardare il fuoco scoppiettare. La neve si era ormai sciolta quasi del tutto nonostante il poco sole delle ultime giornate. La luna piena si rifletteva sulla superficie del lago. Alcune nuvole erano dolcemente illuminate dalla sua luce e in lontananza si potevano scorgere le punte dei pini e degli alberi della Foresta Proibita.
Ginny si stava chiedendo come aiutare la sua amica. Neanche lei aveva ancora capito cosa fosse davvero successo o meglio, come era stato possibile. Era stata testimone del modo in cui Draco osservava la ragazza ogni volta che poteva e avrebbe sicuramente affermato che l'amore del giovane nei confronti di Hermione fosse sincero.
Anche Agnes lo credeva, anche se non lo aveva ancora condiviso con nessuno. Ed era piuttosto sicura che sotto sotto ci fosse qualcos'altro. Aveva osservato Draco quando pensava di non essere osservato, lo aveva studiato e aveva cercato di capirci qualche cosa, anche se con scarsi risultati. Nonostante ciò che Hermione aveva raccontato loro dopo essere entrata in dormitorio col volto in lacrime, Agnes avrebbe giurato che tra Draco Malfoy e Astoria Greengrass non ci fosse quella chimica né quell'intimità che ci dovrebbe essere tra due persone che si amano. Aveva notato che la giovane promessa del ragazzo fingeva di essergli vicino durante la giornata o quando erano in pubblico, ma non li aveva mai visti baciarsi, né tenersi per mano. Agnes non sapeva cosa pensare, ma di una cosa era sicura: Draco non si era allontanato da Hermione per via di un'altra ragazza.

***

La signora Malfoy stava camminando in fretta e furia verso la piccola casa di campagna che spiccava davanti a lei. Se solo suo marito avesse saputo dove si trovava in quel momento... grazie al cielo nelle ultime settimane era stato via per lavoro e non aveva avuto quindi modo di controllare la corrispondenza della moglie. Quando aveva ricevuto la lettera, Narcissa era rimasta sorpresa. Quanto era che non si scambiavano una lettera? Venti, venticinque anni? Accelerò il passo mente con il bavero del cappotto alzato cercava di ripararsi dalla pioggia insistente. Quando arrivò davanti alla porta con il vetro satinato che dava sull'ingresso bussò un paio di volte, aspettando di vedere o sentire qualcuno muoversi dall'interno. Non dovette aspettare molto che una donna di circa quarantasette anni venne ad aprirle. Aveva i lunghi capelli marroni raccolti in una crocchia disordinata e indossava un vestito verde con sopra un grembiule da cucina.
-Narcissa, sei venuta.- disse, quasi sorpresa di vederla davanti a sé.
-Immagino tu avessi qualche dubbio, Andromeda, lo comprendo.- disse guardando il volto della sorella.
-Coraggio, entra o ti prenderai qualche cosa con 'sto tempo. Ted si è appena svegliato, mi dispiace.- disse mentre l'accompagnava in un grazioso salotto con un divano blu scuro e un caminetto con sopra diverse fotografie.
-Non ti preoccupare, mi fa piacere. Sono così tanti anni che in casa non ci sono più bambini...- disse Narcissa, riferendosi palesemente al suo Draco, mentre si toglieva il soprabito e lo appoggiava ad una sedia. Andromeda sorrise.
-Ti va una tazza di tè? Magari alla Vaniglia?- chiese la bruna. L'altra annuì. Amava il tè alla vaniglia sin da quando era una bambina, e non aveva mai smesso di berlo. Puntualmente, ogni giorno alle 17.00 si sedeva sul divano di Villa Malfoy e sorseggiava la sua tazza di tè.
-Come te la passi con Lucius?- le chiese Andromeda mentre le passava una tazza di tè e si sedeva al suo fianco con la sua. Per terra, sul tappeto, un bimbo con i capelli azzurri stava giocando tranquillamente con delle grosse costruzioni di gomma.
-Oh, più o meno... da dopo la guerra soprattutto è andato tutto a rotoli. Non so più che cosa fare con Draco. Lucius ha firmato un contratto pre-matrimoniali con il signor Greengrass e a poco sono servite le mie motivazioni e il rifiuto del ragazzo. E ora lo ha costretto a ignorare la ragazza che ama.- disse sospirando mentre prendeva un sorso della bevanda e osservava il piccolo Ted giocare.
-Non c'è modo di annullarlo? E chi è la ragazza?- chiese Andromeda sinceramente preoccupata, non avrebbe mai voluto che a nessuno venisse imposto un matrimonio infelice come avevano cercato di fare con lei prima che venisse diseredata per essersi sposata con un Nato Babbano.
-Hermione Jean Granger, anche se Draco non lo ammetterebbe mai... per annullarlo temo di no, non con Lucius così irrimediabilmente fisso sulle sue dannate idee. Ma forse, se macchiassi il buon nome di mio figlio, potrei salvarlo dal matrimonio...- disse con un'alzata di spalle. Andromeda annuì e fece aprire la bocca, interrotta da un piccolo urletto di Ted che, guardando per la prima volta la sconosciuta seduta accanto a sua nonna, si alzò in piedi muovendo qualche passettino incerto verso la bionda. Improvvisamente, nella stanza calò un pesante silenzio carico di emozioni e aspettativa. Entrambe stavano osservando il bambino rimanere in piedi, fermo. Poi, ad un tratto, mossi i primi passetti, si lanciò in una camminata veloce verso il divano. Andromeda, con un rapido movimento, incantò la sua tazza di tè facendola levitare in aria mentre si portava entrambe le mani alla bocca.
-Per le mutande di Morgana e Merlino.- sussurrò mentre il suo volto si apriva in un sorriso che riusciva a mostrare solo parte della gioia che il quel momento le stava esplodendo nel petto.
-Cosa c'è, Andromeda?- chiese Narcissa mentre incantava a sua volta la tazza e guardava il piccolo bambino porgerle qualcosa di terribilmente simile ad una caramella mou fatta in casa.
-Cammina! Cammina da solo!- disse mentre appellava in fretta e furia una macchina fotografica per immortalare per sempre quel momento. Narcissa sorrise porgendo la mano al bambino, che vi depositò sopra il dolciume.
-Appa!- disse indicando la zia.
-Cosa?-
-Appa!- ripeté il bimbo. Andromeda rise mentre riponeva la fotocamera.
-Dice pappa, vuole che la mangi.- le disse con un sorriso. Narcissa annuì portandosi quella leccornia alla bocca e assaporandone il sapore intenso. Improvvisamente, guardando il sorriso compiaciuto del bimbo, le tornò in mente il suo Draco quando aveva mosso i primi passi. Era appena tornata da una noiosa riunione a casa dei Nott e Lucius aveva insistito per non portare il bambino e lasciarlo a casa con Rodolphus e Bellatrix, che avevano di buon grado accettato. Quando erano rincasati, l'uomo stava giusto portando via il piccolo Malfoy ma era stato costretto a metterlo giù visto quanto si divincolava. Poi, si era alzato in piedi ed aveva zoppicato verso la donna, accompagnandosi solo dalla ripetizione di -Mamma, mamma!-. Probabilmente nessuno, neanche suo marito, avrebbe mai potuto capire la gioia che aveva provato in quel momento.
Poi, un altro particolare, risalente a moltissimi anni prima della nascita di Draco, le tornò alla mente. Guardò la sorella, e vide che la stava osservando con lo sguardo carico di aspettativa e malizia.
-È la ricetta della nonna vero, 'Dromeda?- chiese con un sorriso, assaporando a pieno il retrogusto di arancia. La bruna ghignò con il tipico ghigno dei Black.
-Felice che tu l'abbia riconosciuta, Cissy. Sono sempre stata la preferita della nonna, lo si sa, così poco prima che se ne andasse mi ha regalato, in gran segreto ovviamente, il suo libro di ricette.- disse, ricordando come, da bambine, le tre sorelle Black (e talvolta i due cugini, Sirius e Regulus) erano solite passare giornate intere in cucina con la nonna a cucinare dolciumi, soprattutto nel periodo Natalizio. Ogni qual volta la vecchia donna decidesse di mettersi a fare qualche biscotto o qualche caramella, la cucina si riempiva di piccoli mostriciattoli che correvano a rubare un po' di impasto o di biscotti appena sfornati.
-Ti ricordi quando, all'inizio, non ci lasciava neanche avvicinare alla sua sacra dispensa?- chiese Andromeda ridendo, coinvolgendo l'altra.
-Eccome, ci siamo beccate più sgridate da lei che da mamma e papà all'inizio, ed è tutto dire... per non parlare di quando mi sono proposta la prima volta di versare io l'essenza di arancia nell'impasto delle caramelle mou...- disse Narcissa, continuando a ridere. Era stato tremendo, soprattutto perché nella ricetta normale l'arancio non andava messo. La vecchia Irma Black non avrebbe mai permesso alle mani inesperte di una bambina di cinque anni di rovinare quell'importante passaggio della preparazione delle caramelle. Era necessario saperlo fare al meglio, così lo aveva fatto fare alla maggiore delle tre sorelle, Bellatrix. Narcissa non le aveva rivolto la parola per giorni.
Risero entrambe mentre Ted le guardava allungando le manine verso la zia. La bionda gli sorrise e lo prese in braccio facendolo accomodare sulle sua ginocchia. Poi, insieme, continuarono a ripercorrere la loro infanzia e i loro momenti più felici fino all'ora di cena, quando Narcissa si rese conto che era ora di rincasare e uscì, promettendo che avrebbe scritto presto.

Forgive me - DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora