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Come tutte le mattine Jungkook era a casa ad accudire la sua piccola Yumi, una bambina molto vivace e dalla risata contagiosa. Ogni giorno imparava nuove cose di quella bambina, che cosa la faceva più ridere, in che posizione fosse meglio adagiarla per farla addormentare e, soprattutto, quanto amasse guardarsi intorno con i suoi grandi occhioni scuri.

Nonostante la grande stanchezza, data dalle notte passate in bianco e il lavoro a cui non poteva sottrarsi la mattina, stava amando ogni piccolo momento, custodendolo in delle piccole fotografie che conservava gelosamente in un album dedicate a Yumi, desideroso un giorno di riguardarle insieme a lei e condividere la gioia dietro a quegli scatti.

Anche Taehyung, oberato di lavoro, quando tornava a casa sembrava dimenticare tutta la stanchezza accumulata durante il resto della mattinata in ufficio. Veniva sempre accolto dal compagno e dalla figlia, la quale si sporgeva verso il padre, desiderosa di sentire il suo profumo, capace di farla addormentare in pochi minuti.

Entrambi i ragazzi si sentivano al settimo cielo, convinti che niente e nessuno potesse distruggere quella perfetta armonia che erano riusciti a costruire con così tanta fatica. Era sempre bello ritrovarsi la sera, l'uno tra le braccia dell'altro, per raccontarsi le avventure della giornata, tra varie coccole e piccoli scherzetti, rafforzando sempre di più la connessione che li univa.

Nonostante ciò, Jungkook però aveva sempre un chiodo fisso che continuava a pulsare nella sua mente, un qualcosa che lo rendeva nervoso al solo pensiero, e quel pensiero era dato dalla presenza del segretario del marito, Jiho. Da quando era stato assunto, le possibilità di poter contattare il marito durante le sue ore libere erano nettamente ridotte, in quanto il primo a rispondere era sempre lui. Era contentissimo che Taehyung stesse avendo così tanto successo con la sua impresa, era sempre stato orgoglioso dei suoi lavori, commuovendosi sempre nel vedere lo sguardo fiero del compagno nel momento in cui le sue opere prendevano forma su dei manichini, ma quella fama improvvisa lo stava rendendo sempre meno disponibile, sempre meno avvicinabile quando questo si trovava nel suo ufficio, e gli dispiaceva proprio perché sapeva che quei momenti potessero essere utili per il compagno per avere dei momenti di pausa da quelle continue e snervanti chiamate, ma sapere che dall'altra parte a rispondere fosse sempre il suo segretario lo faceva sentire sempre di troppo, anche se a casa lo rassicurava, promettendogli che avrebbe risposto l'indomani alla sua chiamata, cosa che, però, non accadeva mai.

Per questo, quella mattina,  Jungkook aveva deciso di fare una sorpresa al marito. Aveva preparato un pranzetto con i fiocchi per entrambi, sapendo le brutte abitudini che era solito seguire Taehyung a lavoro, riducendosi sempre ad un solito panino o a del semplicissimo riso in bianco consumato da solo nel suo ufficio. Aveva sistemato tutto in una borsa termica, prendendo tutto il necessario per la piccola, aveva caricato tutto in macchina e si era diretto verso l'impresa del compagno, a ritmo di allegre melodie che erano state colte con piacere dalla figlia.
Una volta arrivato, si era caricato tutto addosso, sistemando la bambina dentro il passeggino, ed era entrato venendo subito accolto da Jisoo, una ragazza dolcissima ed educatissima che aveva lavorato al fianco del marito da sempre.

Lei era addetta all'accoglienza, oltre che a gestire le comunicazioni con altri brand o case di moda. Era sempre stata efficiente nel suo lavoro, garantendo i migliori accordi e successi per l'impresa, per questo lei era considerata una dei pilastri fondamentali dell'impresa. Si erano conosciuti parecchi anni prima, quando ancora quel luogo era ancora un lontano sogno di Taehyung, e si era dimostrata un'ottima amica, fornendo a Jungkook tutti i consigli e chicche per far colpo sull'altro, oltre che aiutarlo nei momenti difficili.

<Jungkook, che bello rivederti qui. Come stai?>appena lo vide Jisoo gli andò incontro, stringendolo in un caloroso abbraccio, prima di aiutarlo con quella grande borsa che si portava addosso dall'aspetto pesante.
<Anche per me è un grande piacere Jisoo. Tutto bene, tu invece che mi racconti? Come sta andando il lavoro?>le chiese lui, felice di rivedere una vecchia amica ed estremamente curioso di sapere come se la stesse passando in quelle mura.
<Oh, come al solito Kook, lavoro, lavoro e tanto altro lavoro. E questa piccola qui? È la famosa figlia del capo? Ma guarda te quanto è bella. Ciao meraviglia, io sono la zia Jisoo>appena gli occhi della ragazza si posarono sulla bambina, questi si illuminarono, sentendo che la tenerezza di quelle guanciotte paffutelle l'avrebbero stesa molto presto.

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