Natural enemies

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Anno 2020 – campo di addestramento hunters

"credi che ci lasceranno tornare a casa dopo l'esame?" un ragazzo dai capelli mossi del colore del prato stava seduto a terra con le gambe stese avanti e si piegava cercando di raggiungere con le mani i piedi, per tirare i muscoli affaticati dall'allenamento.

"il comandante non ha detto nulla a riguardo" rispose un suo coetaneo con un'alzata di spalle. Aveva i capelli di due colori diversi, bianchi e rossi, gli occhi spaiati guardavano con disinteresse l'amico e le dita affusolate giocavano con il laccio della scarpa da ginnastica.

"Shoto, non dovresti saltare lo stretching" il verde alzò la testa e guardò male il ragazzo che stava seduto a gambe incrociate. Era sua abitudine evitare ciò che lo annoiava e di questo il verde ne era ben consapevole.

"lo farò una volta in stanza, magari dopo una bella doccia rilassante"

"Uh non vedo l'ora di farmi la doccia e poter sdraiarmi sul letto un po'" stese le braccia verso il cielo e chiuse gli occhi mentre scioglieva le spalle tese.

I due ragazzi si erano conosciuti lì, in quell'accademia, all'età di undici anni. Inizialmente non si parlavano, qualcuno credeva addirittura ci fosse dell'astio tra i due, ma in realtà semplicemente non si erano mai rivolti la parola. Fu un caso la prima volta che si parlarono, Shoto aveva tardato con lo stretching, una di quelle rare volte in cui l'aveva praticato, e così si era ritrovato ancora in palestra quando il verde era entrato di corsa per riprendere la felpa dimenticata lì ore prima.

Strinsero amicizia e divennero inseparabili, passarono anni e non si stufarono del loro rapporto. L'addestramento li aveva messi a dura prova molte volte, sia fisicamente che psicologicamente, in fin dei conti loro erano lì per imparare ad uccidere, non importava che fossero lupi mannari, loro dovevano comunque togliere la vita a qualcuno e questo fatto aveva turbato entrambi.

L'addestramento per la caccia ai lupi si basava su tecniche di corpo a corpo e uso dei pugnali, le armi più pericolose per quella specie all'uomo ancora fin troppo sconosciuta.

Izuku Midoriya aveva scoperto cinque anni prima quanto odiasse l'essere un hunter, ma non poteva tirarsi indietro, a nessuno era permesso, e così aveva ucciso, decine di lupi, ma così erano stati uccisi suoi compagni, decine di ragazzi. Aveva scoperto sulla propria pelle cosa significasse perdere qualcuno, vedere gli occhi spegnersi e il cuore fermarsi. Così nel tempo aveva trovato giusto ciò che faceva, uccidere.

Shoto Todoroki era rimasto sempre in silenzio di fronte a quella crudeltà, lui uccideva e vedeva amici venir uccisi, ma non mostrava alcun tipo di emozione, no che non soffrisse, ma lo nascondeva.

Così all'età di sedici anni erano diventati dei perfetti assassini di lupi, ragazzi dalle incredibili doti dicevano gli istruttori, hunters con talento da vendere. I due giovani venivano seguiti da ogni genere di complimento, no che questo si potesse considerare un vanto, ma, nel mondo degli hunters, esser conosciuti non era poi così male.

I due giovani sapevano benissimo che solo dopo l'esame che dovevano sostenere, li avrebbero aspettati i combattimenti quelli veri, quelli in cui si mette a rischio ben più della vita, si mette a rischio l'intera umanità.

Si alzarono dal pavimento liscio della palestra e si girarono verso un altro ragazzo, capelli di un biondo acceso con una saetta nera che risaltava e si muoveva a ritmo delle ciocche. Lui si tirò su con un salto e li raggiunse, mettendo le braccia sulle spalle di entrambi e lasciando cadere un po' del proprio peso su di loro.

"qualcuno parlava di doccia?" chiese allegramente. Quel ragazzo era il più sorridente del gruppo, aveva sempre la battuta pronta e lo sguardo furbo. Gli occhi di quel color ambrato, che ricordava il miele, si muovevano rapidi e osservavano le espressioni dei due amici.