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Un ragazzo afferrò il polso del lupo e glielo strinse tanto da farlo piegare sulle ginocchia. Il dolore intorno a radio e ulna era stato tale da fargli partire una scossa lungo tutto l'avambraccio fino al gomito. Quando alzò il viso incontrò due occhi color dell'oceano fulminarlo. Quella luce assassina che distingueva chiunque si trovasse in quello scontro e avesse motivo di uccidere qualcuno. Sapeva benissimo chi fosse, quel ragazzo era un hunter loro alleato. Da quando si era unito a loro, aveva fatto in modo di aiutarli a proteggere più lupi possibili senza incorrere a scontri e morti inutili sia da parte dei lupi che degli hunter. Lo aveva visto farsi in quattro per riuscire a diminuire ogni genere di morte e in qualche modo si era guadagnato il loro rispetto, nonostante fosse stato un hunter in passato.

"tu non toccherai quel giovane hunter" il ragazzo usò il suo tono gelido per impedire anche al secondo lupo di fare qualsiasi avventatezza. Quella voce così decisa penetrò nelle ossa dei due lupi facendoli rabbrividire appena, nonostante fossero suoi alleati e sapessero che non li avrebbe uccisi. Lasciò andare il polso del lupo e si avvicinò a Shoto, quando si ritrovò a mezzo metro da lui si chinò in avanti e portò il proprio viso a poca distanza da quello del bicolore.

Si ricordava benissimo di quel ragazzo, i suoi capelli rossi che si mischiavano ai bianchi, le iridi spaiate luminose che ricordavano il grigio delle nuvole di un temporale e l'azzurro del mare e quell'espressione da duro, che in realtà celava un'enorme sofferenza.

Non avrebbe mai permesso a nessuno, hunters o lupi, di avvicinarsi a quel ragazzo. Lui teneva tanto a Shoto e l'unica cosa che potesse fare era proteggerlo in quelle battaglie in cui entrambi erano presenti. Aveva sempre tenuto un occhio su quel ragazzo, aveva sempre fatto in modo che in qualsiasi situazione pericolosa non si fosse ritrovato da solo.

"Shoto, non rinunciare così facilmente alla tua vita" disse con tono piatto, sembrava quasi un rimprovero e il giovane hunter finalmente mise via quella sua espressione da duro per sostituirla con una perplessa. In fin dei conti erano anni che non incontrava quel ragazzo dagli occhi chiari. Aveva cambiato qualcosa nel proprio aspetto, i capelli che prima ricordavano la neve erano stati tinti di nero pece e sulle braccia riportava evidenti segni di ferite inferte da artigli e morsi, segni che aveva subito quando aveva dovuto convincere i lupi di essere un loro alleato.

Quel ragazzo, un hunter traditore, si era allontanato dalla propria famiglia dopo aver incontrato un gruppo di lupi che avevano lasciato in vita un giovane essere umano, anche se era stato proprio quello ad attaccar briga con loro. Si era posto talmente tante domande sul genere umano e sui lupi che aveva perso ogni certezza che lo guidava negli scontri. A dargli l'ultima spinta per unirsi ai lupi era stato il padre, famoso hunter dal cuore di pietra, che lo aveva maltrattato per tutta la vita. Lo aveva sentito dire che avrebbe trasformato il piccolo Shoto in un hunter perfetto e quello non poteva accettarlo in alcun modo.

Quel ragazzo non aveva intenzione di vedere il suo fratellino patire la sua stessa sofferenza, così si era andato ad unire ai lupi nella speranza di riuscire a concludere gli scontri e a porre una tregua prima che Shoto potesse essere abbastanza grande per diventare un hunter. Per sua sfortuna non ci era riuscito e così si era ritrovato a dover fare di nascosto da guardia del corpo del fratellino.

"tu chi sei?" chiese il bicolore avvicinando il proprio viso al traditore. Non lo aveva proprio riconosciuto, ma sentiva dentro di sé come un senso di appartenenza a quella figura. Non aveva paura di quel ragazzo, anzi al contrario, vicino a lui si sentiva più al sicuro che mai.

"colui che porta vergogna nella famiglia Todoroki"

"l'unico che porta vergogna nella mia famiglia è mio padre"

"ah, vedo che sei cresciuto meglio di quanto potessi sperare"

Shoto inclinò la testa non comprendendo quelle parole, ma gli bastò uno sguardo più attento in quegli occhi simili a frammenti di cielo, per fargli capire chi si trovasse di fronte a lui. Infondo quegli occhi lo avevano osservato sin dal suo primo respiro in quel mondo sbagliato.

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