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La villa, un grande edificio fatiscente che visto da fuori ci si sarebbe aspettato che crollasse da un momento all'altro. I muri in pietra però erano solidi e non cedevano al minimo movimento. Quella villa, che un tempo era stata abitata da una qualche famiglia di importanza rilevante, sarebbe diventata la casa e la sede principale dei membri dell'Orsa Minore.

Una volta giunti tutti nello stesso luogo, entrarono con fare sospetto in quell'edificio abbandonato e cominciarono a studiarlo attentamente. Le stanze presenti erano ampie e presentavano già dei letti, mal ridotti, ma almeno per i primi giorni non avrebbero dovuto dormire sul freddo pavimento in pietra.

Izuku si guardò intorno affascinato, cominciò ad entrare in ogni singola stanza, finché non giunse alla cucina. Allargò gli occhi nel vedere tutte le pentole in rame che erano ancora attaccate alle pareti, sul davanzale c'erano dei mestoli di legno ammuffiti e qualche piatto crepato. Passò i polpastrelli su ogni stoviglia lasciando delle scie pulite negli strati di polvere. Per lui quello era un posto meraviglioso in cui vivere, ma a differenza sua c'era qualcuno che non la pensava affatto in quel modo.

"UN RAGNO, UNO SCHIFOSISSIMO RAGNOOOOO" il verde si girò appena in tempo per vedere un Denki terrorizzato correre sventolando le braccia in aria. Sorrise nel vedere quella scena, conosceva bene quel suo amico ed era a conoscenza del suo terrore per gli insetti. No, lui non si sarebbe mai trovato d'accordo con il pensiero di Izuku che quella villa fosse il posto perfetto per vivere.

Si ritrovarono nella stanza più grande dell'edificio, nonché il salone. C'erano dei vecchi divani con la struttura in legno mangiata dai tarli e la parte in stoffa logora e impolverata. Un tavolino centrale, anch'esso in legno, si reggeva per miracolo e proprio lì sopra vi era stata poggiata una cartina che rappresentava la città.

Izuku si avvicinò e dopo poco sentì la mano di qualcuno sfiorargli la spalla. Si girò e incontrò due occhi rosso fuoco che lo guardavano intensamente.

"Izuku, dopo vieni con me" gli disse Bakugou sussurrandogli all'orecchio per poi distanziarsi e rimettersi ad ascoltare ciò che Tamaki stava dicendo all'intero gruppo.

Parlarono dello scontro imminente e di come si sarebbero comportati a riguardo. Decisero che il piano migliore fosse presentarsi allo scontro e rifiutarsi di combattere, mostrare anche al resto dei lupi e degli hunters che era possibile vivere in armonia.

Dopo aver concluso la breve riunione, il verde si guardò intorno e vide il lupo biondo sparire oltre la porta d'ingresso. Uscì di corsa dalla villa e raggiunse Bakugou. Lo prese per un braccio e lo girò verso di sé. Voleva vedere quegli occhi bellissimi, pieni di emozioni e passione. Quelle iridi che ricordavano le fiamme ardenti, quelle che lui stesso sentiva dentro quando baciava quel lupo.

"seguimi" disse piano il biondo prendendogli la mano e intrecciando le dita. Poteva percepirne il lieve tremore, ma Izuku non fece domande e decise di seguirlo in silenzio. Venne portato sul retro del giardino che circondava la villa e a quel punto il biondo arrestò il passo e si voltò nuovamente verso di lui. Gli poggiò una mano sulla guancia e finalmente lasciò scendere una lacrima che dal cremisi delle iridi andò a bagnare le guance leggermente impolverate per esser stato troppo tempo in quell'edificio abbandonato.

"perché piangi, Bakugou?" Izuku cercò di mantenere la voce bassa, temeva che se avesse alzato anche di poco i toni, il lupo si sarebbe chiuso in se stesso, imbarazzato da ciò che stava facendo. Il verde allungò la mano e, con un movimento delicato del pollice, seguì la curva dello zigomo di Bkaugou e lo asciugò.

"ti ho quasi perso per sempre"

"ma non è successo"

"per un soffio"

Natural enemiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora