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"voi che ci fate qui?" ai due lupi, intrufolatosi nell'accademia, gli si gelò il sangue nelle vene. Si bloccarono e con estrema lentezza si girarono a guardare chiunque avesse parlato.

Quando Kirishima finalmente incontrò lo sguardo accusatorio e leggermente furioso di chi aveva parlato, sentì le spalle rilassarsi, per soli due secondi perché quel ragazzo subito dopo sfoderò in un lampo un pugnale e glielo puntò alla gola senza troppe cerimonie.

"tu sei il lupo di quella volta"

"e tu l'hunter"

"e io sono un idiota che si è fatto convincere a venire qui a rischiare la vita" si intromise Shinso che non vedeva tutto quel pericolo nella posizione assunta dal giovane hunter. Poteva vedere esitazione nei suoi movimenti, ma soprattutto poca convinzione negli occhi, quegli occhi di due colori diversi che avevano un'incredibile capacità di incantare chiunque.

"Shoto, metti giù quel pugnale, lui non è un nemico" arrivò un quarto ragazzo alle spalle del bicolore e nel sentire quella voce il rosso quasi svenne.

"bene, ma lui non lo sappiamo se è un pericolo" Shoto spostò la lama dalla gola di Kirishima a quella del lupo dalle sfumature viola. C'era qualcosa in quel lupo che lo turbava, forse era la sua spavalderia o il fatto che non si sentisse minimamente minacciato da lui, nonostante si trovasse in un luogo non indifferente.

"D-Denki, st-stai bene?" Kirishima provò ad avvicinarsi al biondo appena arrivato, ma lo sguardo gelido di Shoto lo convinse a mantenere la distanza. Effettivamente non poteva pretendere di piacere a quell'hunter conosciuto in quella situazione a dir poco tragica. Aveva sperato che, nel vederlo salvare la vita a Denki, il bicolore potesse iniziare a considerarlo un suo amico e non più un nemico, ma forse ambiva a qualcosa di eccessivamente irraggiungibile.

Kaminari sorrise dolcemente, non aveva dimenticato come quel lupo lo aveva sorretto e aiutato quando era stato ferito nell'ultimo scontro. Ricordava come gli avesse asciugato le lacrime e l'avesse rassicurato dicendogli che non lo avrebbe lasciato morire. Aveva pensato a quel ragazzo ogni singola notte da quando si era risvegliato dal coma e dovette ammettere che forse quel sentimento di amicizia stava evolvendo in qualcosa di più complicato.

Si avvicinò lui al rosso, aveva chiaramente visto l'avvertimento silenzioso di Shoto in direzione del lupo. Era riuscito addirittura a sentire la voce dell'amico nella testa dire "non ti avvicinare a Denki o ti ammazzo con la forza del pensiero" sì, sicuramente questo aveva pensato Shoto quando aveva lanciato quello sguardo di avvertimento al rosso.

Kaminari arrivò alla distanza di pochi centimetri da Kirishima e gli posò una mano sulla guancia che aveva iniziato ad accogliere delle lacrime sfuggite al controllo del lupo. Perché stesse piangendo non lo poteva sapere Denki, ma poteva immaginarlo. Lo aveva lasciato morente e non aveva più avuto sue notizie, vederlo lì, in piedi e vivo, probabilmente aveva tolto quel macigno di una pesantezza assurda dal cuore del rosso, facendolo sfogare con delle leggere lacrime.

Il biondo mosse delicatamente il pollice sullo zigomo arrossato del lupo e catturò una nuova goccia salata che si stava facendo strada. La sentì fresca sul polpastrello e fu grato per quella lieve sensazione che gli ricordava di essere ancora vivo.

"sto bene, sono vivo e sono qui di fronte a te" disse con tono dolce. Riusciva a sentire gli occhi bicolori del suo amico fissarlo da dietro le spalle, ma a lui non importava, lui aveva scoperto da poco di essersi innamorato di un lupo e non aveva intenzione che degli stupidi pregiudizi potessero porre un freno a quei suoi sentimenti.

"n-non so che dire" il labbro del rosso tremava e quel movimento incontrollato faceva uscire le parole con difficoltà.

"baciami" Denki era consapevole che in quel modo si stava buttando a capofitto in qualcosa di complicato e forse nemmeno del tutto corrisposto, infondo lui non aveva mai avuto modo di constatare se quei sentimenti fossero condivisi o meno dal rosso. Lui però era fatto così, si lanciava nelle nuove esperienze e cercava di comportarsi come quando si ha paura di fare un tuffo da uno scoglio eccessivamente alto, si conoscono i rischi a cui si va incontro, ma l'adrenalina che viene causata da quel salto è qualcosa di inestimabile, allora chiudi gli occhi e fai quel salto nel vuoto sperando che non succeda nulla di esageratamente traumatico.

Natural enemiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora