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Passò un'altra settimana e si rincontrarono nello stesso luogo. Erano aumentati, su questo non c'era dubbio, ma la confusione, purtroppo, anche quella era aumentata.

Nel gruppo dei lupi c'erano visi nuovi come quelli di tetsutetsu, un lupo dai capelli chiari simili all'argento, Yosetsu Awase, un ragazzo dai capelli color carbone tenuti indietro da una bandana bianca a righe azzurre, Hiryu Rin, che portava i capelli legati dietro e Kosei Tsuburaba, che mostrava un sorriso di sfida nei confronti di chiunque lo guardasse.

Per quanto riguardava gli hunters, quelli nuovi erano Iida, un ragazzo preciso che non si piegava alla crudeltà di quei tempi, Sen Kaibara, un ragazzo dall'espressione sempre impassibile, Nirengeki Shoda, un hunter paffutello dai capelli azzurro chiari, molto intelligente e pratico nell'escogitare piani, e Neito Monoma, un ragazzo biondo che non riusciva a stare zitto un istante.

Si studiarono, soprattutto i nuovi arrivati, e, dopo qualche minuto, Mirio si fece avanti e spiegò a tutti la situazione.

Erano venuti a sapere che entrambe le fazioni, lupi e hunters, stavano organizzando uno scontro nei pressi dei palazzi abbandonati, una zona della città disabitata che non vedeva anima viva ormai da diversi anni. Decisero che quello sarebbe stato il luogo giusto per esporsi e porre fine a tutti gli scontri ingiusti che continuavano a portare via vite innocenti.

Dopo aver buttato giù una bozza di un possibile piano da seguire, Tamaki si pose al centro del gruppo e studiò le espressioni leggermente preoccupate di tutti i ragazzi che si trovavano lì.

"ho trovato il nome per questo nascente gruppo..." sentì dei versi curiosi e continuò con lo svelare che nome avesse deciso di dare a quel suo movimento "...ci chiameremo Orsa Minore" disse con un mezzo sorriso e poi spostò l'attenzione sul suo ragazzo, sapendo che lui era l'unico già a conoscenza di quel nome perché era stato presente nel momento in cui Tamaki l'aveva scelto.

Quattro giorni prima sotto le silenziose stelle

Tamaki continuava a ripensare a ciò che gli aveva detto Aizawa qualche sera prima. Era a conoscenza dei suoi piani, dei suoi incontri segreti, in pratica di tutto ciò che lo riguardasse, ma, nonostante ciò, Tamaki non voleva coinvolgerlo perché temeva potesse succedergli qualcosa. Scosse la testa e tornò a fissare le stelle lontane. Erano sempre bellissime, impassibili nelle loro posizioni stabili. Avrebbe voluto sfiorarle, nonostante fosse consapevole della pericolosità di una stella. Avrebbe voluto raggiungere quel cielo stellato potervi danzare all'interno, celato al mondo dall'oscurità della notte, ma accompagnato dal bagliore delle stelle.

Sentì qualcuno sedersi vicino a lui e non dovette girarsi per capire che fosse il suo ragazzo.

"sussurri alle stelle?" gli chiese con il tono gentile che usava praticamente sempre.

"no, oggi le accarezzo con la mente" risposta insensata per chiunque tranne che per quel biondo accanto a lui. Forse anche per quel motivo lo amava, Mirio riusciva a comprendere ogni sua frase, che fosse di senso compiuto o meno.

Il biondo si perdeva nel guardare quel suo ragazzo contemplare il cielo stellato, amava come la bocca si piegava in un mezzo sorriso, il naso si arricciava, le sopracciglia si inarcavano e le iridi rispecchiassero quelle puntine luminose, come se rapissero le costellazioni e le rendessero proprie.

Portò la mano dietro la nuca del lupo e accarezzò quei capelli corvini di una morbidezza inaudita. Si divertiva a far girare le ciocche intorno alle dita e aspettare che quelle, mosse dalla loro inesorabile liscezza, tornassero libere nella loro posizione. I capelli di Tamaki, a differenza dei suoi, non si facevano modellare tanto facilmente.

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