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Accademia hunters

Izuku stava sdraiato sul letto, teneva una gamba poggiata contro la parete fresca e l'altra distesa sul lenzuolo. Osservava con gli occhi mezzi chiusi il soffitto bianco, del quale ormai conosceva ogni minima sfaccettatura, crepa o macchia di umidità che fosse. Il silenzio lo stava avvolgendo e facendo sprofondare, odiava rimanere solo in quelle strette quattro mura, aveva sempre la sensazione che si muovessero e che lo rinchiudessero in uno spazio sempre più angusto e invivibile. Sospirò e il labbro gli tremò, ogni singola volta, quando si sdraiava sul letto e cominciava a pensare, il nodo alla gola gli occludeva l'esofago e le lacrime cominciavano a spingere per uscire.

Si portò una mano sul viso e si coprì gli occhi, appena in tempo per sentire il palmo bagnarsi delle prime lacrime versate.

-non ce la faccio più- era un pensiero comune tra gli hunters. Odiavano la propria situazione, scelti per caso e obbligati a combattere dei loro simili. Non potevano tirarsi indietro perché, per coloro che tradivano, c'era la pena di morte.

Si girò su un fianco e con le ginocchia andò a sbattere alla parete di fianco al letto, non si curò della leggera fitta che gli percorse le cosce fino a giungere al bacino. Cominciò a singhiozzare, consapevole che nella stanza accanto anche Shoto probabilmente era nella sua stessa condizione. Si morse il labbro cercando di diminuirne il tremore, percepì il sapore pungente del sangue e allentò la stretta dei denti. Negli anni non aveva trovato nessun altro modo per attenuare quel suo incontrollato tremore, se non mordersi il labbro e attendere che il sangue gli rivestisse l'interno della bocca facendolo distrarre per un attimo.

Qualcuno lo fece sussultare bussando alla porta della sua stanza. Il verde si asciugò al volo le guance e si diresse alla porta. Quando aprì si ritrovò il senpai con lo sguardo preoccupato e il fiatone, come se avesse corso per arrivare fin lì.

"Togata, che succede?"

"allarme, la squadra che era uscita per la ricognizione ha mandato una richiesta di aiuto. Preparati, dobbiamo andare"

"Shoto e Denki?"

"già avvertiti"

Izuku corse dentro la stanza, prese la divisa per la caccia ai lupi che teneva buttata sullo schienale della sedia e la guardò con sguardo tra il disgustato e il seccato. Pantaloni neri aderenti, che gli fasciavano le gambe, maglietta a maniche corte nera e sopra felpa del medesimo colore con il cappuccio. Sul tessuto scuro della felpa, dietro la schiena, c'era una grande β argentata, che era un modo per distinguere le categorie di hunters.

Tra i ragazzi ancora in accademia si distinguevano tre categorie, i gamma, i beta e gli alfa. I gamma erano coloro che avevano sostenuto solo il primo esame, partecipavano solo a ricognizioni alla luce del sole, le meno pericolose. I beta erano coloro che avevano sostenuto due esami e avevano partecipato a varie missioni, tra cui svuotamenti di basi di lupi, attacchi notturni ed eliminazione di gruppi di almeno tre lupi. Gli alfa erano coloro che avevano sostenuto tre esami, partecipavano alle vere e proprie missioni, quelle con un rischio maggiore, dalle quali tornavano solo il 20% degli hunters.

Izuku si tirò su il cappuccio e la β andò a riflettere la luce artificiale della stanza, prese i pugnali e uscì dalla camera chiudendosi la porta dietro le spalle.

"Ehi Izuku, hanno chiamato anche te?" si girò ed incontrò gli occhi ambrati preoccupati dell'amico. Il verde annuì e si portò di fronte alla porta della stanza di Shoto, bussò un paio di volte e aspettò che l'amico uscisse.

"eccomi" disse il bicolore chiudendosi la porta della propria camera alle spalle e posando i propri occhi spaiati in quelli verde smeraldo di Izuku. Le ciocche ribelli del verde fuoriuscivano da sotto il cappuccio e coprivano la fronte, ma per sua fortuna non davano fastidio agli occhi, che avevano la visuale libera da qualsiasi ostacolo.

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