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Tamaki era luminoso in volto, quell'idea, folle che fosse, aveva ridato speranza sia a lui che a Mirio che però era dovuto tornare all'accademia ore prima e che in quel momento probabilmente dormiva beato tra le lenzuola nella sua stretta stanza.

Entrò nel vecchio bar, quello chiamato da tutti covo, e cercò con lo sguardo un ragazzo in particolare, l'unico di cui poteva fidarsi in quel momento.

Passò in rassegna tutti i tavoli di legno duro finché il barista, che si trovava oltre il bancone e asciugava i bicchieri, non richiamò la sua attenzione con un fischio. Il corvino si avvicinò al vecchio che continuava a poggiare i bicchieri appena lavati sulla mensola alle spalle e attese che questo gli dicesse perché l'avesse chiamato.

"chi stai cercando?" chiese con il proprio tono leggermente burbero. Da tutti era conosciuto come l'uomo delle birre, ma in pochi sapevano che sotto sotto nascondeva un animo gentile. Il corvino storse la bocca indeciso se chiedere aiuto o meno.

"avanti Tamaki, ancora con quelle smorfie?"

Il ragazzo roteò gli occhi e si poggiò con i palmi sul bancone, rimanendoci leggermente appiccicato per i litri di alcol che vi erano caduti durante la serata. Guardò di sfuggita il resto dei lupi lì presenti, come se stesse per spifferare il proprio più grande segreto, e poi tornò con l'attenzione sul vecchio di fronte a lui, che nel frattempo aveva poggiato lo strofinaccio sulla spalla e si era sporto in avanti, evitando però di poggiare le mani sul bancone consapevole che vi avrebbe lasciato la pelle per quanto appiccicava.

"hai visto Kirishima?" chiese il corvino allargando gli occhi e attendendo una risposta.

"sì, era qui fino a circa un'ora fa, poi è uscito dicendo che doveva incontrarsi con Shinso"

Annuì e ringraziò il barista per averlo aiutato e uscì dal covo leggermente deluso per non aver incontrato il rosso. Guardò il bosco di fronte a sé e storse di nuovo la bocca, doveva parlare con quel giovane lupo il prima possibile e doveva farlo in modo discreto, altrimenti avrebbe rischiato la vita.

"stai tramando qualcosa, dico bene?" quella voce lo fece sobbalzare sul posto. Si girò piano e incontrò gli occhi scuri di Aizawa che lo scrutavano nel buio della notte. A lui non poteva nascondere nulla, l'aveva cresciuto come un figlio e riusciva a interpretare ogni suo gesto o sguardo. Si voltò cercando di nascondere le gote che piano si stavano colorando, ma il maggiore fu veloce e gli si posizionò di nuovo di fronte.

"allora Tamaki, parlami" lo stava invitando ad essere sincero, ma lui aveva paura a rivelargli i suoi piani, non perché Aizawa potesse arrabbiarsi e tradirlo, ma perché non voleva porre sulle spalle di quel lupo altre preoccupazioni.

"allora?" il tono di Aizawa si fece più duro e Tamaki si ritrovò a sbuffare, consapevole che di lì a poco avrebbe dovuto svuotare il sacco.

"Aizawa, non voglio metterti in mezzo ai miei problemi" disse serio il giovane. Era la verità, lui non voleva creare problemi di nessun tipo a quell'uomo, gli era grato per ciò che aveva fatto per lui durante tutti quegli anni e soprattutto gli era debitore, l'ultima cosa che doveva fare era complicargli la vita per un suo sogno.

"i tuoi problemi? Da quando ho deciso di prendermi cura di te non esistono miei o tuoi problemi, siamo una famiglia, si condivide tutto, bello o brutto che sia"

Era per questo che Tamaki voleva bene a quell'uomo, era da lui che aveva imparato il rispetto incondizionato nei confronti di chiunque altro ed era stato sempre da lui che aveva imparato a vivere nel giusto. Socchiuse gli occhi e sospirò piano.

"un sogno irrealizzabile rimane comunque un sogno per cui combattere?" chiese sottovoce. Questa domanda continuava a presentarsi crudele nella sua mente e ciò di cui aveva più paura era la risposta.

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