Go to sleep, my love.

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Karen era nascosta nelle coperte e faceva finta che il suo cuscino fosse lei stessa.. lo accarezzava e gli parlava rassicurandolo.. le parole che stava sussurrando erano  proprio quelle che Maja  usava per consolarla,  sia se si trattava del gufo o della rossa.

In quel momento aveva bisogno di qualcuno che le dicesse《andrà tutto bene, ti scorderai di lei.. ti ha fatto del male, non devi essere debole.》

Ma nessuno lo avrebbe fatto perché lei al mondo era sola e l' unica persona in grado di farla star bene, adesso la stava facendo piangere.

Era notte fonda e se continuava di questo passo, la testa le sarebbe scoppiata.. si alzò in punta dei piedi e prese dalla sua valigia una piccola trousse che in realtà non conteneva trucchi.. la aprì e prese in mano una pillola. Un sonnifero.

Era dalla morte di suo fratello Mike che non ne ingoiava una e adesso aveva estremo bisogno di dormire.. aprì il palmo e poi lo strinse 'coraggio.. domani sarà tutto finito' si portò la pillola in bocca e con l' aiuto di un bicchiere d' acqua la ingoiò giù velocemente.. prese un'altra sorso e poi posò il bicchiere sulla scrivania. 'Notte' si sussurrò prima che il farmaco avesse fatto effetto.

Maja trovò altri metodi per riuscire a dormire.. chiuse a chiave la porta e andò ad aprire il sul armadio dove infondo, coperto da vestiti, c'era una bottiglia di alcol puro. 'Sono riuscita a farmi odiare.. di nuovo.. wow maja record mondiale' si mise seduta a terra con la schiena appoggiata al muro e con la bottiglia attaccata alle labbra.

Farfugliò parole tra cui scuse, il nome della bionda, il nome di Josh e quello delle loro rispettive camere..

Sentì la vista annebiarsi, gli arti farsi pesanti, la bottiglia che lentamente scivolava dalle mani, il respiro caldo e l' alito forte di alcol.. l' ultima cosa che riuscì a vedere fu la bottiglia rotolare lungo il pavimento fino ad andare a sbattere alla porta. Si sentì un piccolo tonfo e Maja chiuse gli occhi.
Silenzio.

Il mattino dopo i raggi del sole accecarono il viso della nera e il vento che proveniva da uno spiraglio della finestra, le fece rabbrividire le spalle.

'Che cazzo.. che è successo? Karen..Karen? Dove sei? Ah..giusto' si massaggiò le meningi e poi reggendosi alla parete si fece forza sulle gambe e stiracchiandosi si affacciò alla finestra.. vide i suoi compagni con i libri stretti tra le braccia e quindi capì che era tardi.. molto tardi.

Si fece una doccia calda e poi si preparò, indossò un corpetto nero, scollo a cuore, lacci dietro,  leggins di pelle e stivali neri.. si fece la piastra quel giorno, molto spesso non sopportava i suoi boccoli.

Uscì dalla stanza e si girò subito sulla porta numero 203.. a passi lenti si avvicinò alla maniglia, la strinse e poi sfiorò le imperfezioni del legno.. una piccola scheggia le si infilò nell' indice e senza dargli peso avvicinò l' orecchio.
Silenzio.

'Devo vederti, Karen. Ne ho bisogno' sussurrò e poi a malincuore abbandonò il dormitorio per dirigersi al corso di musica.

Si mise seduta al suo banco e mentre Miss Sinfonia angosciante (come la chiamava lei) spiegava e spiegava e spiegava.. lei era immersa in tutt' altro mondo. Si girava incontinuazione  per vedere se la bionda aprisse quella maledetta porta ma ogni volta era un falso allarme.

Ad un certo punto sentì il suono fastidioso che faceva ogni volta che la serratura scattava e si girò velocemente facendo cadere tutto quello che aveva messo sul banco.

Sperava vivamente, fosse Lei.

The moon and the darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora