19. Odio mia madre

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                                        Melody

Un uomo che per la prima volta mi tratta come una donna.

Non ha osato nemmeno guardare il mio seno, non ha fatto nessuna battuta riguardante il sesso.

Questa cosa  mi piace e anche tanto.

Se lo dovessi incontrare nuovamente, farò in modo di uscire con lui, per conoscerlo meglio.

Adesso che so che è il mio futuro marito non posso perdere nemmeno un minuto.

Prima lo conosco, prima celebro questo matrimonio e prima potrò tornare a casa.

Mi guardo intorno, nell'attesa che Alexander possa sbucare da qualche lato del maneggio esattamente come ha fatto ieri pomeriggio.

Accarezzo Fulmine nel frattempo, che mangia volentieri le carote che gli sto dando.

Da quando sono qui, ovvero ieri non ho pensato proprio a nulla.

Ho accantonato ogni pensiero brutto.

Sono riuscita a dimenticare anche quello stronzo arrogante.

Adesso sentire il suo nome non mi fa più alcun tipo di effetto, quindi se dovesse spuntare all'improvviso avrò la forza necessaria per cacciarlo via.

Sbuffo sonoramente quando realizzo che oggi non avrò l'occasione di incontrare Alexander, che non si è ancora fatto vedere.

Mordo il labbro inferiore per nascondere la delusione che nutro in questo momento.

Saluto il mio cavallo, rientrando dentro l'edificio per cambiarmi, dato che stamattina per l'attesa  ho fatto una piccola passeggiata.

Saluto le persone che gestiscono l'edificio, per poi entrare dentro lo spogliatoio.

Sfilo velocemente i pantaloni, e la maglia bianca che ho indossato per poi mettere nuovamente il mio fantastico e odioso vestitino che esalta tanto le mie gambe lunghe.

Esco non appena indosso anche queste fastidiose decolté, che potrebbero fare impazzire qualsiasi donna.

L'unica cosa negativa di tutto questo è il tacco 12, che sono costretta ad indossare ogni santo giorno.

Mia madre odia le scarpe sportive, odia qualsiasi scarpa che non ha il tacco.

Scivolo non appena metto un piede fuori dallo spogliatoio, cadendo come un salame, facendomi persino male.

Sospiro pesantemente, quando la mia mano finisce su la cacca di un cavallo.

Mai una gioia.

<<Ti aiuto>> alzo la testa di scatto quando alle mie orecchie arriva la voce dolce e virile di Alexander, che si affretta a tirarmi in piedi, afferrandomi per i fianchi.

Maledizione, proprio quando sono in queste condizioni pietose devo incontrarlo?

<<Ciao>> mormoro timidamente, provando a nascondere la mano, con la speranza che la puzza non gli sia già arrivata alle narici.

<<Aspetta>> mi dice, prendendo una ciocca bionda, che è riuscita nuovamente a sfuggirmi, nascondendola nuovamente sotto la parrucca.

Quest'uomo è un angelo.

<<Così va meglio>> sussurra, strizzandomi l'occhio.

Osservo incantata ogni suo movimento, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo splendido sorriso che è contagioso.

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